Data:
29/12/2003 12.39.54
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Seneca, I benefici, I, 13 passim
Gli abitanti di Corinto si congratularono con Alessandro il Macedone per mezzo di ambasciatori [per + acc. mezzo animato] e gli offrirono la cittadinanza, quando (costui) ? conquistatore [lett. vincitore] dell?Oriente ? elevava [tolleret > fero] (oramai gi?) il (proprio) animo ad (aspirazioni) sovrumane. Poich? Alessandro rise d?un tal genere di omaggio, uno degli ambasciatori (gli) disse: ?Non abbiamo mai concesso la cittadinanza ad alcun altro, tranne che a te ed Ercole?. (Alessandro allora) accett? ben volentieri l?inusuale onorificenza e, dopo aver trattato gli ambasciatori con ospitalit? [invitatione] ed ogni altro genere di riguardo [humanitate], consider? non chi (erano coloro che) gli offrivano la cittadinanza, bens? a chi (essi) l?avevano offerta (prima che a lui) [ovvero, Alessandro si lusinga per il fatto che, in precedenza, essi l?avessero offerta solo ad un essere divino, Ercole]; e (cos?), seguendo le orme di Ercole e di Bacco [Liberi], e non fermandosi neanche [ne? quidem] laddove [ibi? ubi] esse [= le orme] venivano meno [in latino ? piucchepperfetto per consecutio], rivolse la propria attenzione [respexit] al compagno della sua onorificenza [ovvero, ad Ercole, appunto], quasi che avesse (gi?) il cielo (in suo dominio), (appunto) perch? veniva accomunato ad Ercole [ovvero, Alessandro si sente anch?egli una divinit? (?quasi che avesse gi? il cielo in suo dominio?) in virt? di un?onorificenza concessa, come detto, prima che a lui, solo ad un dio].
Trad. Bukowski
saluti
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