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Mittente:
bukowski
Re: Traduzione De aeternitate mundi   stampa
Data:
02/01/2004 0.16.54




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Capitolo I.
In che modo abbia avuto origine la specie umana e, in linea generale, qualunque altra specie di esseri sottoposti a generazione e corruzione.

[...]

Non ?per s??, giacch?, ponendo mente al generale divenire, ogni cosa che diviene, ?pro-viene? da materia individuale e discreta. Ora, la conoscenza filosofica e scientifica riguarda gli enti universali, la pratica gli enti individuali; la materia discreta non pertiene all?essenza della specie, e per ci? non ? generata per s?, per lo stesso motivo per il quale ? secondo quanto afferma Aristotele nel VII libro della Metafisica ? la forma, e la specie, ch?? un composto, non sono generate per s?.
E definisco ?composita? la specie, ch? come Callia, nella sua essenza, ? questa determinata anima in questo determinato corpo, cos? ogni essere animato ? anima calata in un corpo. ?Ratio? comune, dunque, a forma e specie il fatto di non essere generate per s?: a nessuna delle due, infatti, pertiene la ?materia signata? [ovvero, la materia ch?? principio d?individuazione; oggi diremmo: corporeit?], presupposto della generazione, attraverso la sua trasformazione da essere a non essere, ovvero da privazione [la ?steresis? aristotelica] a forma.



Capitolo II.
Replica all?obiezione che verte sul fatto che quella umana sia una specie ?nuova?, ovvero sul fatto ch?essa ha cominciato ad essere senza avere alcun precedente che prefigurasse il suo apparire.

[...]

L?argomentazione appena esposta ? simile a quella che Aristotele problematizza nel IV libro della Fisica, ovvero se il passato abbia finitezza. Il passato, sia esso prossimo o remoto, ? comunque un ?tunc? [ovvero un ?allora?], e qualsivoglia ?tunc? ha un termine nel presente, ovvero nel ?nunc? [?ora?]; se ne conviene, dunque, che tutto il passato ha finitezza. Entrambe le proposizioni di cui sopra s?evincono dall?argomentazione, relativa appunto al ?tunc?, esposta da Aristotele nel IV libro della Fisica.
La soluzione di tale congettura, in Aristotele, ? la seguente: bench? qualsivoglia ?tunc? abbia finitezza, poich? tuttavia si procede, nel passato, di momento in momento, e cos? all?infinito, se ne conviene che il passato stesso, nella sua interezza, non ha in realt? finitezza. Difatti, ogni composto ? formato da elementi che sono s? finiti, ma di numero altres? infinito ? ha essere infinito.
Parimenti, bench? non vi sia alcun essere umano individuale che abbia cominciato ad essere senza alcuna prefigurazione, poich? tuttavia si procede di individuo in individuo, e cos? all?infinito, come affermano i filosofi, se ne conviene che l?uomo ? secondo i filosofi appunto ? non ha cominciato ad essere senza alcun elemento che lo prefigurasse, cos? come il tempo; insomma, come il tempo trascorso dispiega il proprio essere attraverso tutta una serie di ?tunc?, cos? la specie dispiega il proprio essere attraverso tutta una serie d?individui.

Trad. Bukowski

Benritrovato, Paolo :)
  Traduzione De aeternitate mundi
      Re: Traduzione De aeternitate mundi
 

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