Data:
03/01/2004 16.12.59
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Cicerone, Lettere ai Familiari, XIV, 4 passim
Nella mia rovina e nella mia afflizione (ah, quali!) come potrei ora chiedere a te di venire, donna inferma e affranta nel corpo e nello spirito? D'altronde come non chiedertelo? E allora restare senza di te? Io questo posso decidere: se c'? una speranza nel il mio ritorno, collabora a che sia consolidata; se invece, come temo, tutto e irreversibilmente concluso, in qualunque modo potrai cerca di venire da me. Sappi questo soltanto: se ti avr? con me non mi parr? di essere del tutto desolato. Ma che sar? della mia Tulliola? Oramai spetta a voi provvedere, io non ho pi? che pensare. Qualunque sia il futuro sviluppo degli eventi, e ben certo che abbiamo degli obblighi nei confronti del matrimonio e della reputazione di quella povera infelice. E ancora, che far? il mio ragazzo? E lui che io dovrei sempre seguire pi? da vicino. Non riesco a scrivere altro, la tristezza me lo impedisce. Non so che sar? di te, se potrai mantenere qualcosa, o se, come temo, sarai spogliata di tutto. [?] Quanto alle tue esortazioni a farmi forza e a mantenere viva la speranza di un recupero della mia dignit? personale, vorrei proprio che ci fossero le condizioni per poter sperare con qualche fondamento. Per adesso, quando potr?, infelice, ricevere pi? tue lettere? Chi me le recapiter?? Ne avrei aspettate a Brindisi, se l'equipaggio me l'avesse consentito, ma non hanno voluto perdere l'occasione favorevole per salpare. Per il resto, Terenzia mia, mantieniti come potrai conforme ai principi dell'onore. Ho vissuto, ho avuto il mio momento felice: non i miei vizi, ma le mie virt? mi hanno cagionato la presente afflizione. Non ho nulla da rimproverarmi, tranne di non aver perduto insieme con le mie prerogative l'esistenza stessa. Ma se i figli nostri hanno preferito che io seguitassi a vivere, va sopportato tutto il resto, anche se sopportabile non ?! Pure, io che incoraggio te non so incoraggiare me stesso. Ho congedato Clodio Filetero, mio fido compagno, perch? aveva delle difficolt? per un malanno agli occhi; Sallustio baste tutti per l'assiduit? delle sue premure. Pescennio ? affettuosissimo con me, e spero si manterr? sempre pieno di riguardi anche con te. Sicca aveva detto che sarebbe stato al mio fianco, ma a Brindisi se ne ? andato. Cura la salute con tutte le tue forze e pensa che sono sconvolto pi? dalla tua che dalla mia infelicit?. Terenzia mia, moglie carissima e fedelissima, e figliola mia amatissima, e Cicerone ultima mia speranza, addio a tutti.
Brindisi, 30 aprile.
Fonte: www.bibliomania.it
Ai seguenti link
http://www.skuola.net/latino/ciceroep...
http://www.studentimiei.it/Versioni/C...
trovi traduzioni pi? letterali, ma non complete.
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