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Mittente:
bukowski
Re: dal de finibus   stampa
Data:
12/01/2004 20.31.24




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Cicerone, De finibus I, 17-19 passim

[Epicuro] da principio, nelle questioni scientifiche, di cui soprattutto si vanta, anzitutto non ? per niente originale. Ripete con lievi mutamenti le teorie di Democrito, in modo tale che mi sembra peggiorare quel che vuol correggere. Secondo il pensiero di quello, i cosiddetti atomi, cio? i corpi che per la loro compattezza sono indivisibili, si muovono nel vuoto infinito - in cui non esiste n? alto n? basso n? centro n? termine n? estremit? - in modo tale che scontrandosi si uniscono strettamente fra di loro - e ne deriva tutto ci? che. esiste e si vede -, e tale movimento degli atomi conviene intendersi senza principio alcuno ma eterno.
[18] Epicuro, l? dove segue Democrito, generalmente non cade in errore. Per quanto, io non approvo molti punti di entrambi, ma specialmente questo. Due sono i problemi da porsi per la natura: primo, quale sia la materia da cui si produce ciascuna cosa; secondo, quale sia la forza che produce ciascuna cosa. Essi trattarono della materia, ma tralasciarono la forza e la causa per produrla. Questo per? ? un difetto comune; quest'altro invece ? proprio di Epicuro. Secondo lui quei medesimi corpi indivisibili e compatti si muovono verso il basso trasportati dal loro peso secondo una linea retta, e tale ? il moto naturale di tutti i corpi.
[19] Poi, a questo stesso proposito, quell'ingegno acuto, accorgendosi che, se tutto si spostava verso il basso e - come ho detto - seguendo una linea retta, non si sarebbe mai potuto verificare l'urto di un atomo con l'altro e quindi [non si poteva formare l'universo], introdusse un concetto nuovo: disse che il percorso dell'atomo subisce una lievissima deviazione, la pi? piccola possibile; cos? si producono le aggregazioni, i congiungimenti e le unioni degli atomi fra di loro, da cui derivano l'universo con tutte le sue parti e le cose in esso
esistenti.

Trad. Marinone
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