Data:
17/01/2004 14.56.49
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Vitruvio, Architettura, V, 12 passim
Ora, non si deve tralasciare (di analizzare) la conformazione dei porti; bisogna, altres?, esporre secondo quali criteri sia possibile mettere in essi [= nei porti, appunto] al riparo le navi [lett. i criteri per i quali le navi sono protette?] dalle intemperie. Se essi, per conformazione stessa del paesaggio [conviene rendere cos? ?naturaliter?], son ben dislocati e hanno ?acroteria? ? ovvero, promontori ? sporgenti, dai quali, per morfologia del luogo, si siano modellate curvature interne, ovvero insenature, (ebbene allora) evidentemente (tali porti) sono ottimali [habere maximas utilitates], giacch? [enim], (tutt?)intorno, si devono costruire portici ed arsenali e, dai portici, i passaggi ai mercati, e su entrambi i lati si devono ergere torri, a partire dalle quali possano esser condotte le catene per mezzo di marchingegni. Di contro, qualora non si abbia a disposizione [?habuerimus? ? da rendere impersonalmente] un luogo, per natura, adatto a riparare le navi dalle intemperie, bisogna agire in questo modo: se, in quella zona, non ci sar? [questi futuri sono descrittivi, e si potrebbe tranquillamente renderli col presente] alcun corso d?acqua a rendere impraticabile (il passaggio) e se da un lato ci sar? un (opportuno) ancoraggio [statio], allora, dall?altro lato, con argini artificiali [structuris sive aggeribus], si profilino le imboccature, cos? da definire il bacino portuale [lett. le chiusure dei porti].
Trad. Bukowski
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