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Mittente:
ptomber
Re: Traduzione De aeternitate mundi   stampa
Data:
20/01/2004 20.00.36




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Caro Bukowski,

Nonostante i numerosi dibattiti che si sono sollevati nel corso degli anni, non siamo sicuri ancora sull'origine del genere umano. Si sono anche creati equivoci; molta gente, infatti, crede naturalmente che il grande naturalista inglese Charles Darwin abbia detto che gli uomini discendono dalle scimmie. Ci? naturalmente ? assurdo; Darwin non avrebbe mai suggerito una simile idea; egli invece afferm?, con estrema scrupolosit?, che gli uomini, le scimmie e le scimmie antropomorfe hanno antenati comuni. Se fossimo in grado di ricostruire la nostra linea evolutiva abbastanza indietro nel tempo, giungeremmo ai piccoli primati fondamentalmente arbicoli che vissero pi? di 65 milioni di anni fa. Tuttavia, ancora oggi esistono correnti di pensiero anti-evoluzioniste che cercano di ripristinare la dottrina del creazionismo - cio?, l'idea che l'uomo sia apparso nella sua forma attuale, abbastanza improvvisamente, per intervento divino. L'origine di queste credenze sono di natura religiosa (o meglio pseudo-religiosa) ? ci? dimostra che sono fuori luogo in un discorso scientifico.

Darwin nell'Origine delle specie scrisse: "Dar? qui un breve quadro degli sviluppi delle opinioni scientifiche sull'origine delle specie. Ancora non molto tempo fa la maggior parte degli studiosi di scienze naturali considerava le specie come prodotti immutabili di creazioni distinte. Molti autori hanno sostenuto con competenza questo punto di vista. Peraltro non mancavano alcuni, sia pure pochi, che ritenevano che le specie vanno incontro a trasformazioni e che le forme attuali di vita discendono, attraverso un vero e proprio processo generativo, da forme che le hanno precedute. Tralasciando gli accenni degli autori classici, Buffon ? stato il primo ad aver affrontato l'argomento in tempi moderni con spirito scientifico. Tuttavia le vedute di questo autore variano molto di tempo in tempo e, siccome non si ? occupato del come e del perch? delle trasformazioni delle specie, non stimo opportuno addentrarmi in particolari su di lui.
Il primo studioso, le cui argomentazioni in materia hanno destato molto interesse, ? Lamarck. Questo naturalista, ben a ragione famoso, ha rivelato per la prima volta il suo pensiero nel 1801. In seguito ha molto ampliato la sua esposizione nella Philosophie zoologique (1809) e nell'introduzione alla Histoire Naturelle des Animaux sans Vert?bres del 1815. In queste opere egli sostiene la dottrina secondo la quale le specie, non escluso l'uomo, discendono da altre specie. Egli per primo ha reso il segnalato servizio di richiamare l'attenzione degli studiosi sulla possibilit? che tutti i mutamenti, osservabili nel mondo organico, ed anche in quello inorganico, dipendano da una legge di natura e non da un intervento miracoloso. A quanto pare Lamarck ? giunto a tali conclusioni, relativamente alla gradualit? delle mutazioni delle specie, soprattutto a causa della difficolt? di distinguere le specie e le variet?, della gradualit? quasi perfetta delle forme in certi gruppi e della analogia riscontrabile nei prodotti di allevamento. Quanto alle modalit? delle mutazioni, Darwin le ha attribuite in parte all'azione diretta delle condizioni fisiche di vita, in parte all'incrocio con forme gi? esistenti e, in larga misura, all'uso ed al non uso, vale a dire alle conseguenze delle abitudini. Si direbbe che egli attribuisca proprio a quest'ultimo fattore tutti i mirabili adattamenti osservabili in natura, come, per esempio, il lungo collo della giraffa, che serve all'animale per brucare tra i rami degli alberi. Egli, per?, credeva anche nella legge dello sviluppo progressivo e, siccome tutte le forme tendono ad evolversi, per spiegare l'esistenza attuale di forme semplici, sosteneva che esse compaiono attualmente per generazione spontanea?". L'idea che gli esseri viventi abbiano la loro origine da forme elementari primordiali, dalle quali si sarebbero evolute nelle specie attuali, apparteneva gi? al pensiero dei filosofi greci, e questa intuizione raggiunger? una struttura ben definita e sistematica.

La teoria della selezione naturale di Darwin ha tre elementi chiave:

1. tutti gli individui variano, e alcune variazioni vengono trasmesse alla generazione successiva;
2. degli organismi della nuova generazione sopravvivranno solo quegli meglio adattati all'ambiente;
3. su di essi si esercita quindi una selezione naturale, e la variazione favorevole si diffonder? nella popolazione, forse a volte determinandone il mutamento.

Sicuramente 40 milioni di anni fa comparvero molte specie di scimmie e di scimmie antropomorfe, definite ominidi. Quindi non ? possibile che l'uomo moderno sia cos? antico, ma sembra che questi ominidi, dai quali noi discendiamo, si siano separati da tutti gli altri primati intorno a 35 milioni di anni fa. Il grande uomo scimmia erbivoro, sembra essere stato un vicolo cieco dell'evoluzione. La principale linea evolutiva porta invece all'Australopitecus e a l'Homo erectus e alle prime forme di Homo sapiens, noto come Neanderthal progredito e da qui all'uomo moderno. La posizione dell'uomo di Neanderthal ? tuttora controversa: potrebbe essere un altro discendente dell'erectus. Si ignora per? se abbia contribuito all'evoluzione di Homo o se si sia estinto senza apportare alcun contribuito evolutivo.
Molto probabilmente la comparsa dei primi ominidi, da cui ? derivato l'Homo sapiens, va collocata a 3 o 4 milioni di anni fa. L'ultima glaciazione si concluse 10.000 anni fa, nell'8000 a.C. Ed ? probabile che un vero linguaggio si sia gi? sviluppato con la comparsa di Homo sapiens. Intorno al 4000 a.C. si svilupparono i Sumeri. La scrittura cuneiforme comparve prima del 3000 a.C. e in quel periodo l'Egitto era gi? unificato. Anche in altre parti del mondo fiorirono delle civilt?: in India intorno al 2300 a.C. in Grecia anche prima. Nel 2500 a.C. la civilt? cretese era gi? molto sviluppata; sembra che la sua distruzione sia avvenuta intorno al 2500 a.C. e molto probabilmente la catastrofe diede origine al mito di Atlantide. Da qui in avanti gli avvenimenti sono competenza degli storici.

Ma l'ipotesi pi? accreditata circa l'origine della vita sulla Terra ? quella che prevede la "generazione spontanea" e che comporta l'esistenza di un'atmosfera di composizione chimica opportuna, di acqua allo stato liquido e di una qualche sorgente di energia: sono questi tre elementi fondamentali (un'atmosfera gassosa, l'acqua in forma liquida - questa, oltre a quella prodotta dai gas vulcanici, la maggior parte di essa ? arrivata sul nostro pianeta con gli impatti di molte comete - e la radiazione Solare insieme a quella delle scariche elettriche atmosferiche e del calore rilasciato dalla radioattivit? naturale delle rocce, che contribu? al verificarsi di reazioni chimiche, che nel corso di milioni di anni diedero origine alle prime "molecole biologiche") la cui presenza su qualche oggetto del sistema solare pu? far presupporre che si sia verificato o che forse si verificher? un processo analogo. Queste considerazioni sono basate sugli attuali modelli sperimentati in laboratorio per spiegare la nascita della vita sulla Terra.

Secondo recenti studi, sembra che la struttura dell'universo, delle galassie, delle molecole organiche, dipenda in modo critico dal valore di alcune costanti fisiche e delle condizioni verificatesi nelle primissime fasi dell'espansione seguita dal Big Bang. Infatti, ? stato calcolato che un universo in cui, per esempio, la costante di gravitazione universale o altre costanti fisiche avessero valori poco differenti da quelli osservati sarebbe estremamente diverso da quello in cui viviamo. Allo stesso modo, nella teoria standard del Big Bang l'evoluzione cosmologica ? fortemente condizionata da certi parametri iniziali, quali la velocit? di espansione e la distribuzione della materia e dell'energia. Anche se oggi il problema delle condizioni iniziali ha trovato soluzione nella cosiddetto "modello inflazionario" che prevede una fase di super-espansione. Quindi, il modello inflazionario dell'universo ? in grado di risolvere i problemi lasciati insoluti dalla teoria del Big Bang classico. Ma cosa spinse l'universo a espandersi in modo cos? notevole? La spiegazione va ricercata nell'ambito delle teorie che cercano di unificare le quattro forze fondamentali della natura: la gravitazionale, l'elettromagnetica, la nucleare forte e quella debole. Esse sarebbero la manifestazione di un'unica forza. Questa unificazione delle forze si ebbe nei primissimi istanti di vita dell'Universo. Poi con il raffreddamento e l'espansione, le quattro forze si divisero. Dapprima la gravit?, poi la nucleare forte e infine le altre due. Furono proprio questi processi di scissione della simmetria iniziale tra le forze che si produsse il "grande soffio" dell'inflazione.

Infine ricordiamo che la vita si ? sviluppata su un solo pianeta del sistema solare, nonostante l'universo fosse quello "adatto". Mentre non si pu? escludere la presenza di vita in forme molto semplici, perch? i diversi ambienti planetari appaiono favorevoli al loro sviluppo. Infatti, la zona abitabile attorno al Sole ? compresa tra 0,95 e 1,01 unit? astronomiche (una unit? astronomica corrisponde grosso modo a 150 milioni di chilometri): ci? significa che se la terra fosse solo di poco pi? vicina o pi? lontana dal Sole sarebbe molto simile a Venere o Marte. Inoltre, l'evoluzione sulla Terra ha portato all'uomo solo in uno dei continenti in cui la terraferma era divisa, nonostante il pianeta fosse quello "giusto" e la vita si ? diffusa in tutte le sue parti. Tenendo anche conto del fatto che la probabilit? che si formi vita intelligente nell'universo ? quasi zero, perch? il numero delle linee evolutive che conducono a vicoli ciechi ? altrettanto grande quanto gli innumerevoli posti in cui potrebbe sorgere la vita. E quindi sta a noi scegliere in tutto questo se c'? la prova di un disegno divino oppure concludere che nell'universo solo una piccola frazione ospita quasi per caso, la vita intelligente che si interroga sulla sua esistenza e sulla cosmologia. Ma in questo caso si esce dal campo scientifico per entrare in quello metafisico.

Cordiali saluti :)
  Traduzione De aeternitate mundi
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