Data:
29/01/2004 21.27.21
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Velleio Patercolo, Storia di Roma, II, 46 passim
Nel tempo in cui Cesare compiva in Gallia imprese grandiose, che a fatica potrebbero essere illustrate in molti volumi, e quando, non contento di moltissime e fortunatissime vittorie, dell'uccisione e della cattura di migliaia e migliaia di nemici, aveva fatto passare il suo esercito anche in Britannia, quasi a cercare un altro mondo per il nostro e per il suo impero, la coppia dei vecchi consoli, Cneo Pompeo e M. Crasso, iniziarono il loro secondo consolato, da essi n? chiesto correttamente n? gestito lodevolmente. In virt? di una legge che Pompeo propose al popolo, a Cesare fu prorogato per il medesimo periodo di tempo il governo della sua provincia, a Crasso, che in cuor suo si preparava a fare guerra ai Parti, venne assegnata la Siria: costui, sotto altri aspetti virtuosissimo e insensibile ai piaceri, non conosceva misura o accettava limiti alla sua brama di denaro e di gloria. Invano i tribuni della plebe con funesti presagi tentarono di fermarlo mentre si accingeva a partire per la Siria. Se quelle maledizioni avessero avuto effetto solo su di lui, la morte del comandante, restando incolume l'esercito, sarebbe stata utile alla cosa pubblica.
Trad. R. Nuti
non c'? di che. saluti
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