Data:
17/02/2004 20.48.22
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Livio, Storia di Roma, VII, 19-20 adattata e rimaneggiata
Marco Valerio, console per la seconda volta, con l?autorizzazione del senato e per volont? del popolo, dichiar? guerra agli abitanti di Cere. Fu allora che, per la prima volta, uno schietto terrore della guerra s?instill? negli abitanti di Cere: cos? si pentivano del saccheggio dei territori, (saccheggio) col quale avevano provocato i Romani, e maledicevano gli abitanti di Tarquinia per essere stati gli autori della defezione. Frattanto, avendo rinunciato ad ogni preparativo di guerra, decisero d?inviare ambasciatori per chiedere perdono ai Romani. Gli ambasciatori [hi], presentatisi al senato, furono mandati dai senatori [patribus] dinanzi al popolo. L?, gli ambasciatori implorarono che misericordia di loro conquistasse i Romani; quindi, rivoltisi verso il santuario di Vesta, ricordavano l?ospitalit? con cui essi stessi, un tempo, avevano accolto le Vestali e i sacri oggetti dei Romani. Pregavano, pertanto, ch?essi lasciassero intatta ed inviolata Cere, sacrario del popolo romano. Non tanto la causa perorata in quel momento, quanto piuttosto il merito passato mosse a compassione il popolo: pertanto agli abitanti di Cere venne concessa la pace, e fu proclamata una tregua di cento anni.
Trad. Bukowski
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