Data:
19/02/2004 12.53.20
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Rimane l?ultimo caso, quello per il quale il Sole genera calore attraverso il confluire dei raggi, e che si manifesta nel seguente modo: i raggi solari, filtrando nella zona trasparente dell?atmosfera, vi s?incorporano in un qualche modo per via della densit?; di contro, i raggi solari che cadono su superfici piane o concave o convesse del suolo, vengono riflessi secondo angoli di riflessioni equivalenti a quelli d?incidenza, come s?evince dall?ultimo principio della teoria riportata dal trattato ?Sugli specchi?. Cos?, se i raggi cadono ortogonalmente, ortogonalmente vengono riflessi; ovvero, un raggio, cadendo, viene riflesso secondo una direzione uguale e contraria: in questo caso, la disgregazione ? massima. La qual cosa avviene in corrispondenza del circolo equinoziale, al passaggio del Sole allo zenith, e nella zona compresa tra il circolo equinoziale e il nord e tra il circolo equinoziale e il sud, ovvero in zone in cui la declinazione ? minore rispetto a quella dell?emisfero boreale ed a quella dell?emisfero australe. I raggi cadono giocoforza su queste zone due volte all?anno. Di contro, nelle zone che mantengono stessa declinazione, il sole passa una volta all?anno in corrispondenza dello zenith, ed una volta all?anno vi emette raggi che si propagano secondo linee perpendicolari: e allora, in queste zone la disgregazione ed il calore che ne risulta raggiungono livello massimo. Questo ?, appunto, il caso di una disgregazione violenta, quale si produce generalmente dal frangersi di emissioni radiali su superfici sferiche, o dal loro riflettersi su superfici concave, casi opposti nei quali, nel primo, i raggi stessi vengono deviati secondo direzioni assolutamente opposte, nel secondo no.
Invece, nelle zone climatiche in cui la declinazione ? maggiore rispetto a quella dell?emisfero del Cancro, poich? il sole non transita allo zenith, a nord, i raggi cadono secondo angoli acuti e vengono riflessi secondo angoli altres? acuti, perch? uguali, e perci? secondo direzioni non assolutamente opposte rispetto a quella d?incidenza. Di contro, quanto maggiore dista la zona in esame dal circolo equinoziale, tanto pi? ottusi sono gli angoli d?incidenza e di riflessione, e dunque tanto minore ? la disgregazione e il susseguente calore. La qual cosa ? evidente in via sperimentale.
Alla questione sul perch?, in corrispondenza dell?etere i raggi solari non generino calore, ? possibile rispondere in due modi: 1 ? essi non s?intersecano, dal momento che in tale zona non son sottoposti a riflessione; 2 ? quando anche lo fossero, sarebbero riflessi secondo direzioni completamente opposte, e dunque non potrebbero generare calore.
La rarefazione che si riscontra in corrispondenza di zone particolarmente trasparenti pregiudica l?incorporazione dei raggi solari, e dunque la disgregazione delle parti materiali. Pertanto, anche nella fascia atmosferica pi? alta, laddove l?aria ? estremamente rarefatta, c?? una minima generazione di calore, com?? evidente in via sperimentale, secondo l?esempio seguente: sulle vette innevate i raggi solari risultano pi? luminosi che in corrispondenza delle valli, bench? il principio di riflessione cui essi sono sottoposti sia lo stesso. Ma l?, sulle vette, in virt? dell?aria rarefatta, la densit? ? trascurabile, ed altrettanto trascurabile ? il fenomeno d?incorporazione della luce con l?aria, e quindi trascurabile ? altres? la disgregazione delle parti dell?aria sottoposta al fascio luminoso. Di contro, maggiore ? l?incorporazione, maggiore ? la disgregazione ed il calore che ne consegue.
Ho concluso.
Salutoni
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