Data:
22/02/2004 21.01.21
rispondi
al msg
nuovo
msg
cerca nel forum
torna
all'indice |
Il passo cui fai riferimento ? il seguente [Lucrezio, La natura delle cose, III, v. 359 sgg.]:
Dicere porro oculos nullam rem cernere posse, sed per eos animum ut foribus spectare reclusis, difficilest, contra cum sensus ducat eorum; sensus enim trahit atque acies detrudit ad ipsas, fulgida praesertim cum cernere saepe nequimus, lumina luminibus quia nobis praepediuntur.
Dire poi che gli occhi non possono discernere alcuna cosa, ma che per essi l'animo guarda come per porte aperte, ? difficile, giacch? il senso loro guida in parte contraria; il senso infatti ci tira e spinge ad attribuire la vista alle pupille stesse, tanto pi? che spesso non possiamo discernere cose lucenti, perch? la vista ? in noi impedita dalla luce.
Ma, in realt?, in tutto il poema lucreziano la luce ha altissima risonanza e ricorrenza, soprattutto nel senso metaforico di bagliore razionale che dirada le tenebre dell?oscurit?; basti come esempio l?esordio ancora del libro III, con l?elogio di Epicuro:
E tenebris tantis tam clarum extollere lumen qui primus potuisti inlustrans commoda vitae, te sequor, o Graiae gentis decus, inque tuis nunc ficta pedum pono pressis vestigia signis, non ita certandi cupidus quam propter amorem quod te imitari aveo [?]
O tu, che in mezzo a cos? grandi tenebre primo potesti levare una luce tanto chiara, illuminando le gioie della vita, io seguo te, o onore della gente greca, e nelle orme da te impresse pongo ora ferme le piante dei miei piedi, non tanto perch? io voglia gareggiare con te, quanto perch? anelo a imitarti per amore [?].
Nonch? il martellante ripetersi, in tutto il poema, dell?espressione (peraltro di ascendenza enniana) ?dias in luminis oras? (alle divine regioni della luce), con tutte le sue varianti.
Filosofia, o in generale, conoscenza come luce ritorna, in questo senso, anche in Seneca, nella praefatio delle ?Naturales Quaestiones?, ad es.:
[1] Quantum inter philosophiam interest, Lucili virorum optime, et ceteras artes, tantum interesse existimo in ipsa philosophia inter illam partem, quae ad homines, et hanc, quae ad deos pertinet. Altior est haec et animosior; multum permisit sibi; non fuit oculis contenta; maius esse quiddam suspicata est ac pulchrius, quod extra conspectum natura posuisset. [2] Denique inter duas interest, quantum inter deum et hominem. Altera docet, quid in terris agendum sit, altera, quid agatur in caelo. Altera errores nostros discutit et lumen admovet, quo discernantur ambigua vitae; altera multum supra hanc, in qua volutamur, caliginem excedit et e tenebris ereptos perducit illo, unde lucet.
Carissimo Lucilio, la differenza che vi ? tra la filosofia e le altre arti ? la stessa, ritengo, che esiste tra quella parte della filosofia che riguarda gli uomini e quella che cerca di giungere agli dei. Quest?ultima ? pi? profonda e pi? ardita, si ? spinta oltre i confini, non si ? limitata a ci? che si pu? vedere, ma ha ipotizzato che esistesse qualche cosa di pi? grande e di pi? bello che la natura avesse posto oltre i limiti dello sguardo umano. Ancora, tra le due vi ? la medesima differenza che tra dio e l?uomo. Una insegna che cosa ? necessario fare sulla terra, l?altra ci? che accade nel cielo. L?una svela i nostri errori e ci dona la luce affinch? divengano evidenti le incertezze dell?esistenza, l?altra vola ben oltre la nebbia nella quale ci aggiriamo e, strappatici alle tenebre, ci conduce l? dove la luce ha origine.
Tutto ci? tenendo conto delle pregnanti flessioni semantiche che lo stesso termine ?lux? assume comunque nell?intera letteratura latina: luce come vita [relinquere lucem = lasciare la luce, la vita = morire; in lucem dare = far nascere], come gloria [in luacem aliquem e tenebris evocare = dar rinomanza a qualcuno di oscura provenienza]; come luce salvifica [lucem afferre reipublicae = salvare lo Stato] e cos? via. Non dimenticando, inoltre, le relativamente numerose divinit? della luce, in ambito religioso.
Partendo dalle Enneadi di Plotino, si devono, tuttavia, attendere i pensatori e gli scrittori medioevali affinch? la luce acquisti, consapevolmente, vero spessore metafisico [Liber de causis e Roberto Grossatesta, ad es.].
Saluti
|