Data:
24/02/2004 13.50.14
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Valerio Massimo, fatti e detti memorabili, III 2.20 passim, con leggere modifiche.
Quando Annibale assediava l'esercito romano di Capua, Vibio Accao, comandante di una coorte peligna, scagli? il vessillo oltre la palizzata cartaginese, augurando ogni maledizione per s? e per i suoi commilitoni, se i nemici si fossero impadroniti di quella insegna; e si slanci?, seguito dalla coorte, per riconquistarla. Accortosi di ci?, il tribuno della terza legione, Valerio FIacco, disse rivolto ai suoi: ?Come vedo, siamo venuti qui a far da spettatori dell'altrui valore. Per quel che mi riguarda voglio morire gloriosamente o portare a termine felicemente la mia audace impresa. Sono pronto a correre anche da solo all'assalto?. Ci? udito, il centurione Pedanio, esort? i soldati e impugnando l?insegna con la destra: ?Ora, disse, questa sar? con me entro la palizzata nemica: perci? mi seguano quanti non vogliono che mi sia catturata?, e con essa irruppe nel campo cartaginese, trascinandosi dietro tutta la legione.
Trad. R. Faranda (adattata)
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