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bukowski
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Re: VERSIONE
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Data:
24/02/2004 15.29.28
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Agostino, Confessioni, II, 4.9 passim
La tua legge, Signore, condanna chiaramente il furto, e cos? la legge scritta nei cuori degli uomini, che nemmeno la loro malvagit? pu? cancellare. Quale ladro tollera di essere derubato da un ladro? [?] Ci? nonostante io volli commettere un furto e lo commisi senza esservi spinto da indigenza alcuna, se non forse dalla penuria e disgusto della giustizia e dalla sovrabbondanza dell?iniquit?. Mi appropriai infatti di cose che gi? possedevo in maggior misura e molto miglior qualit?; n? mi spingeva il desiderio di godere ci? che col furto mi sarei procurato, bens? quello del furto e del peccato in se stessi. Nelle vicinanze della nostra vigna sorgeva una pianta di pere carica di frutti d?aspetto e sapore per nulla allettanti. In piena notte [?] ce ne andammo, giovinetti depravatissimi quali eravamo, a scuotere la pianta, di cui poi asportammo i frutti. Venimmo via con un carico ingente e non gi? per mangiarne noi stessi, ma per gettarli addirittura ai porci. Se alcuno ne gustammo, fu soltanto per il gusto dell?ingiusto. Cos? ? fatto il mio cuore, o Dio, cos? ? fatto il mio cuore, di cui hai avuto misericordia mentre era nel fondo dell?abisso.
Fonte: www.augustinus.it
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• VERSIONE Re: VERSIONE
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