Data:
22/03/2004 14.29.02
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Cicerone, Lettere ai familiari, XV, 2 passim
Fatto il mio ingresso nella provincia il 31 luglio [lett. il giorno prima (pr.idie) delle calende del sesto mese, che sarebbe agosto; le calende, come saprai, cadono il primo giorno di ogni mese], non essendo riuscito a sbrigarmi prima [neque? potuissem venire? maturius] a causa delle difficolt? incontrate a spostarmi e per terra e per mare [lett. a causa delle difficolt? dei viaggi e delle navigazioni], ho ritenuto che fosse indispensabile [maxime convenire] per il mio compito e di giovamento [conducere] per lo Stato mettere a punto le disposizioni [quae, le cose] che attenessero all?esercito ed alla missione [rem militarem]. Avendole messe a punto [quae cum essent a me? constituta; lett. ? dunque al passivo] e giungendo(mi), praticamente [fere] ogni giorno, notizie e dispacci [litterae] a riguardo dell?attacco [de bello] perpetrato [illato] dai Parti contro la provincia della Siria, ho ritenuto opportuno [lett. ho pensato dover (dove l?idea del dovere ? reso, ovviamente, con la perifrastica)] attraversare [iter faciendum per?; ?mihi? ? dativo d?agente] la Licaonia, l?Isauria e la Cappadocia, giacch? [nam] si nutriva il forte sospetto che, qualora [si] i Parti cercassero di lasciare la Siria per invadere [conviene rendere la correlazione con finale] la mia provincia, attraverserebbero la Cappadocia, essendo [quod? esset] tale (regione) completamente esposta. Pertanto, insieme con l?esercito, ho attraversato quella zona della Cappadocia che confina [continens est] con la Cilicia, e mi sono accampato [castra? locavi] nei pressi di [ad] Cybistra, una citt? ai piedi del [ad] monte Tauro, affinch? il re armeno Artavasdes, qualunque intenzione avesse [quocumque animo esset], sapesse (comunque) che un esercito romano era stanziato non lontano dai suoi territori [finibus].
Trad. Bukowski
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