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bukowski
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Re: CICERONE
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Data:
23/03/2004 15.26.00
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Cicerone, Ad Attico, I 5 passim
Quantum dolorem acceperim et quanto fructu sim privatus et forensi et domestico Luci fratris nostri morte, in primis pro nostra consuetudine tu existi mare potes. Nam mihi omnia, quae iucunda ex humanitate alterius et moribus homini accidere pos sunt, ex illo accidebant. Quare non dubito, quin tibi quoque id molestum sit, cum et meo dolore moveare et ipse omni virtute officioque ornatissimum tuique et sua sponte et meo sermone amantem adfinem amicumque amiseris. Quod ad me scribis de sorore tua, testis erit tibi ipsa, quantae mihi curae fuerit, ut Quinti fratris animus in eam esset is, qui esse deberet. Quem cum esse offensiorem arbitrarer, eas litteras ad eum misi quibus et placarem ut fratrem et monerem ut minorem et obiurgarem ut errantem. Itaque ex iis, quae postea saepe ab eo ad me scripta sunt, confido ita esse omnia, ut et oporteat et velimus. De litterarum missione sine causa abs te accusor. Numquam enim a Pomponia nostra certior sum factus esse, cui dare litteras possem, porro autem neque mihi accidit, ut haberem, qui in Epirum proficisceretur, nequedum te Athenis esse audiebamus.
[1] Specialmente tu, a misura dell'intimit? che si ? stabilita fra noi, puoi giudicare quanto profondo sia il dolore che provo per la morte di mio cugino Lucio e quanto grave sia la perdita che ho sub?to, per quel che attiene all'attivit? pubblica ed alla vita privata. Giacch? ogni senso di giovialit?, che ad un uomo pu? toccare dall'amabile modo di condursi del proprio simile, a me derivava da lui. Quindi non dubito che anche per te l'evento sia penoso, dato che, come sei turbato dal mio stesso dolore, cos? hai perduto tu pure un parente ed amico, cui non faceva difetto nessuna delle buone qualit? morali, n? la premurosa devozione. Ti era proprio affezionato sia per impulso spontaneo, sia perch? io spesso parlavo di te a lui. [2] Quanto a ci? che mi scrivi di tua sorella, essa potr? attestarti personalmente quanto io mi sia adoperato a che la disposizione d'animo di mio fratello Quinto verso di lei fosse come normalmente deve essere. Ritenendo che egli covasse nell'animo troppa ostilit?, gli ho scritto per calmarlo in quanto ? mio fratello, per metterlo sull'avviso come si usa con chi ? pi? giovane e per rimproverarlo come si fa con chi ha lasciato la retta via. Perci?, sulla base delle risposte che, poi, mi sono spesso pervenute da parte sua, nutro fiducia che ogni cosa vada per il verso giusto e come noi desideriamo. [3] Sono accusato senza motivo da te di inviarti poche lettere, giacch? debbo dire che dalla nostra cara Pomponia non sono mai stato messo al corrente dell'esistenza di un corriere, al quale potessi affidare le mie missive. Ti dir? di pi?: n? si ? dato il caso che io personalmente avessi sotto mano qualcuno che partisse per l'Epiro, n? sentiamo dire ancora che tu sia ad Atene.
Trad. C. Di Spigno
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• CICERONE Re: CICERONE
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