Data:
24/03/2004 19.57.49
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Valerio Massimo, Fatti e detti memorabili, V 10 passim
Q. Marcio Re [?Rex? ? cognomen], collega di Catone nel consolato, perse il (proprio) unico figlio: (eppure) con grande fermezza d?animo [altitudine consilii] trattenne il proprio dolore, al punto da [ita? ut] recarsi in Curia direttamente dal rogo del giovane [ovvero, appena dopo aver officiato ai funerali] e da convocare (a seduta) il Senato, che per legge, quel giorno, doveva [suppongo ?oportebat?] riunirsi [senatum habere = tenere una seduta del senato]. Pericle, primo cittadino [princeps] di Atene ? bench? avesse perso [spoliatus, part. congiunto con sfumatura concessiva], nel giro di quattro giorni, due (figli) magnifici e giovani ? pronunci? un pubblico discorso [contionatus est] con un modo di esprimersi [oratione] per nulla pi? turbato [infractiore > infractus > infringo] (del solito). Anzi, ebbe addirittura [quoque] l?animo [sustinuit] di coronarsi il capo [lett. tenere il capo?], come d?uso, affinch? nulla facesse mancare dell?antico rito a causa del lutto familiare [ovvero, nonostante il lutto, Pericle ? attento all?osservanza solenne della tradizione]. A buon diritto [non sine causa], quindi, un animo cos? forte assurse al titolo [cognomen; ovvero, merit? a Pericle il titolo] di Giove Ottimo. Neanche [ne? quidem] (il caso di) Anassagora ? da passare sotto silenzio: venuto a sapere della morte del figlio, infatti disse: ?Non mi riferisci alcunch? di inatteso o di nuovo, giacch? [enim] d?aver generato un mortale [lett. che quello, nato da me?]. (E?) la virt? (che) suggerisce [mittit] tali parole, pregne di utilissimi insegnamenti.
Trad. Bukowski
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