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bukowski
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Re: versione di curzio rufo
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Data:
25/03/2004 18.20.35
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Curzio Rufo, Storie di Alessandro Magno, VIII, 14 passim
Porus tamen cum paucis, quibus metu potior fuerat pudor, colligere dispersos, obvius hosti ire pergit elephantosque ante agmen suorum agi iubet. Magnum beluae iniecere terrorem, insolitusque stridor non equos modo, tam pavidum ad omnia animal, sed viros quoque ordinesque turbaverat. Iam fugae circumspiciebant locum paulo ante victores, cum Alexander Agrianos et Thracas leviter armatos, meliorem concursatione quam comminus militem, emisit in beluas. Ingentem hi vim telorum iniecere et elephantis et regentibus eos; phalanx quoque instare constanter territis coepit. Sed quidam avidius persecuti beluas in semet inritavere vulneribus. Obtriti ergo pedibus earum ceteris, ut parcius instarent, fuere documentum. Praecipue terribilis illa facies erat, cum manu arma virosque corriperent et super se regentibus traderent. Anceps ergo pugna nunc sequentium, nunc fugientium elephantos in multum diei varium certamen extraxit, donec securibus, - id namque genus auxilii praeparatum erat, - pedes amputare coeperunt. Copidas vocabant gladios leviter curvatos, falcibus similes, quis adpetebant beluarum manus. Nec quicquam inexpertum non mortis modo, sed etiam in ipsa morte novi supplicii timor omittebat.
[22] Poro tuttavia, con pochi uomini in cui la vergogna era stata pi? forte della paura, si mise a raccogliere i dispersi e a muovere contro il nemico, e fece collocare gli elefanti davanti allo schieramento dei suoi. [23] I pachidermi provocarono un grande terrore e il loro grido sconosciuto gett? lo scompiglio non solo nei cavalli, animali cos? ombrosi per ogni cosa, ma anche negli uomini e nei ranghi. [24] Gi? i vittoriosi di poc'anzi cercavano attorno con lo sguardo un luogo dove fuggire quando Alessandro gett? contro gli elefanti gli Agriani e i Traci, armati alla leggera, soldati che meglio riuscivano in azioni veloci di scorreria che nei combattimenti a corpo a corpo. [25] Questi scagliarono una gran quantit? di dardi sugli elefanti e sui loro conduttori; anche la falange cominci? a incalzare pressantemente i nemici atterriti. [26] Alcuni per?, inseguendo con eccessivo ardore gli animali, se li eccitarono contro con le ferite che arrecavano loro. Calpestati dunque dalle loro zampe, servirono di ammaestramento agli altri perch? procedessero con maggior prudenza. [27] Particolarmente terribile era la scena quando gli elefanti afferravano con la proboscide le armi e gli uomini sollevandoli sulla loro testa e consegnandoli ai conduttori. [28] La lotta incerta, dunque, di uomini che ora inseguivano, ora fuggivano gli elefanti, protrasse la battaglia con esito alterno ad un'ora avanzata del giorno, finch? a colpi di scure (tale mezzo in- fatti era stato preparato) presero a mozzare le zampe dei pachidermi. [29] Si chiamavano ?copide? certe spade leggermente ricurve, simili a falci: con queste cercavano di tagliare le proboscidi. E non solo il timore della morte, ma anche quello di un nuovo supplizio nella morte stessa non lasciava nulla di intentato.
Trad. A. Giacone
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• versione di curzio rufo Re: versione di curzio rufo
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