Data:
14/04/2004 19.34.48
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Cicerone, De oratore, II, 18 passim
Non ho bisogno di un maestro greco che, senza aver messo piede nel foro e senza aver assistito mai a un processo, mi ripeta le regolette note a tutte, come si narra del famoso peripatetico Formione. Annibale, cacciato da Cartagine e recatosi in esilio a Efeso, presso Antioco, fu invitato dai suoi ospiti, per il fatto che il suo nome era celebre ovunque, ad ascoltare, se gli avesse fatto piacere, il filosofo che ho nominato. Poich? Annibale non rifiut?, si dice che quell'uomo facondo parl? per ore sui compiti di un comandante supremo e su ogni aspetto dell'arte militare. Alla fine, tutti gli altri uditori, vivamente compiaciuti, chiesero ad Annibale che cosa pensasse di quel filosofo: il Cartaginese, si dice, in un greco approssimativo ma tuttavia senza impaccio, rispose che aveva visto spesso vecchi pazzi, ma nessuno pi? pazzo di Formione. E non aveva torto, per Ercole! Cosa vi poteva essere di pi? presuntuoso e degno di un cianciatore del fatto che quel Greco, senza aver mai visto n? un nemico n? un accampamento, senza aver mai avuto, infine, minimamente a che fare con nessun incarico pubblico, si permettesse di dare insegnamenti sull'arte militare ad Annibale, che per tanti anni aveva conteso il dominio al popolo romano, vincitore di tutte le genti?
Trad. BUR
L?altra ? gi? in forum:
http://www.progettovidio.it/forum2/re...
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