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19/04/2004 11.34.58
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Di l?, avvolto nel suo mantello dorato, se ne and? Imeneo per l'etere infinito, dirigendosi verso la terra dei C?coni, dove la voce di Orfeo lo invocava invano. Invano, s?, perch? il dio venne, ma senza le parole di rito, senza letizia in volto, senza presagi propizi. Persino la fiaccola che impugnava sprigion? soltanto fumo, provocando lacrime, e, per quanto agitata, non lev? mai fiamme. Presagio infausto di peggiore evento: la giovane sposa, mentre tra i prati vagava in compagnia d'uno stuolo di Naiadi, mor?, morsa al tallone da un serpente. A lungo sotto la volta del cielo la pianse il poeta del R?dope, ma per saggiare anche il mondo dei morti, non esit? a scendere sino allo Stige per la porta del T?naro: tra folle irreali, tra fantasmi di defunti onorati, giunse alla presenza di Persefone e del signore che regge lo squallido regno dei morti.
Fonte: www.bibliomania.it
Per metrica, consulta www.latinovivo.com opp. www.latinorum.org
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