Data:
19/04/2004 21.15.55
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Plinio il Giovane, Familiares, VIII, 8
Caro Romano, vedesti mai la fonte del Clitumno? Se non l'hai ancor vista (e debbo ritenerlo: altrimenti me ne avresti parlato) allora ecco ci? che io (e mi pento del ritardo) vidi nei giorni scorsi. Un colle di modesta altezza si eleva boscoso e ombreggiato da antichi cipressi. Ai piedi di questo nasce una sorgente che sgorga per varie ma disuguali vene e, apertasi la via con un ribollir di acque, si allarga in un ampio bacino cos? puro e trasparente da poter contare le monetine che vi son gettate o i rilucenti sassolini. Quindi l'acqua avanza non per il pendio del luogo, ma spinta dalla sua stessa abbondanza e quasi dal suo peso. E sorgente anco- ra e subito diviene ampio fiume, capace di sostener dei battelli, che anche se si incrociano o si dirigono in senso contrario verso punti opposti, la corrente li sostiene e li conduce alla meta, ed ? cos? forte che, bench? in piano, i battelli che viaggiano nel senso della corrente procedon veloci senza aver bisogno dei remi, mentre ? lor difficile rimontare la corrente anche con l'aiuto di remi e di pertiche. Delizioso per coloro che navigano su e gi? per diletto e divertimento, col mutar del corso alternare la fatica al riposo, o questo a quella. Le rive sono tutte ricoperte di frassini e di pioppi, che il limpido fiume consente di numerare nelle loro verdi immagini quasi fossero sommerse. La freschezza dell'acqua rivaleggerebbe con quella della neve e neppure il colore la cede. L? vicino ? un tempio antico e venerato: vi si vede, in piedi, lo stesso Clitumno, rivestito e decorato di toga pretesta; presente ? il nume e anche vaticinatore, come risulta dalla presenza delle ?sorti?. Tutti attorno sono sparsi numerosi sacelli di altrettante divinit?. Ciascuna ha il proprio culto, il proprio nome e alcune anche il proprio fonte. Giacch? oltre a quello che ? come il padre di tutti gli altri, ve ne sono di pi? piccoli, che hanno una propria sorgente; ma le loro acque si perdono nel fiume, e c'? un ponte che lo valica. Esso ? il confine fra la zona sacra e la profana. A monte non ? permesso che di navigare, a valle anche di nuotare. Gli abitanti di Spello ai quali il divo Augusto fece dono di quel luogo, forniscono a spese pubbliche non solo il bagno, ma anche l'ospitalit?. Non mancano delle ville, che, attratte dalla amenit? del fiume, sono state costruite lungo le sue rive. In breve, non v'? nulla da cui tu non possa trar diletto. Ma potrai anche istruirti, leggendo le molte scritte che il pubblico ha inciso su tutte le colonne, su tutte le pareti, nelle quali si celebra quella fonte e quel dio. Ne loderai molte, molte ti faran ridere; bench? tu, per la tua grande educazione, non riderai di nulla. Addio.
Trad. L. Rusca
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