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          |  --- La storia di Roma 
              e della Provincia Italia --- |   
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                | VIII secolo circa 
                    a.C. - 264 a.C.  |   
                |  | Nei primi secoli del I millennio a.C. in Italia appaiono insediati 
                    popoli di diversa origine etnica:
 - Indoeuropei (Italici, Illirici, Japigi, Messapici, Veneti)
 - Liguri
 - Etruschi
 - Siculi
 L'inizio dell'età storica coincide con l'espansione a sud 
                    degli Etruschi, in contrasto con le colonie greche. Il conflitto 
                    invitabile vide la sconfitta delle navi Etrusche, alletae 
                    ai Cartaginesi, da parte delle navi greche, nelle acque di 
                    Cuma (524 - 474 a.C.) e Ariccia (505 a.C.). In questo periodo 
                    la nascente Roma riusciva a sottrarsi all'egemonia etrusca 
                    e ad affermare la propria potnza nel Lazio.
 L'indebolimento etrusco permise a nuove etnie celtiche (Insubri, 
                    Cenomani, Boi, Senoni) la conquista della Pianura Padana e 
                    di un tratto della costa adriatica, giungendo sino a Roma, 
                    conquistata e rasa al suolo (387/386 a.C.).
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                |  Roma mostrò già allora la sua caperbietà, 
                    reagendo con energia, ricostruendo il proprio dominio e ampliandolo. 
                    Grazie all'assimilazione ed alle allenze con le comunità assoggettate, 
                    i Roma presero il controllo di di postazioni strategiche, 
                    conquistarono numerose colonie e crearono una fitta rete stradale 
                    per facilitare le comunicazioni sul territorio. Il segreto 
                    fu la creazione di un interesse politico ed economico comune 
                    a tutti gli Stati e in meno di un secolo si creò la prima 
                    confederazione italica. Assoggettata a Roma era l'Italia centrale 
                    e meridionale, conquistata pacificamente ma spesso anche con 
                    le armi:- contro i Latini, 340-338 a.C.
 - contro i Sanniti, gli Etruschi, gli Umbri e i Galli, 343-291/290 
                    a.C.
 - contro Taranto e Pirro, 282 - 272 a.C.
 
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                | 264 - 30a.C. |   
                | Quasi alla conclusione della guerra contro Pirro, l'Italia 
                    dovette temere per l'espansione di Cartagine. La confederazione 
                    italica superò brillantemente sia la prima guerra punica che 
                    la più dura guerra annibalica (264 - 146 a.C.), permettendo 
                    a Roma di sottomettere anche le popolazioni liguri, celtiche 
                    e illiriche dell'Italia settentrionale.
 Nel corso della seconda metà del II secolo a.C. si verifichò 
                    tuttavia un grave deterioramento nei rapporti tra Roma e i 
                    suoi alleati italici, che dovevano sopportare il maggior peso 
                    della sua politica espansionistica senza averne vantaggi: 
                    fallita la possibilità di una soluzione pacifica, fu la guerra 
                    civile. La lotta fu aspra ma Roma dovette cedere e il risultato 
                    fu il completo inserimento degli italici nello Stato romano, 
                    identificando per la prima volta un'Italia unita.
 L'unificazione della penisola italica si concluse con la concessione, 
                    da parte di Cesare, della cittadinanza romana alla Transpadana 
                    (49 a.C.) e l'annessione da parte di Ottaviano dell'intera 
                    Cisalpina (42 a.C.). La coscienza e il sentimento nazionale 
                    si affermarono nello scontro fra Marco Antonio e Ottaviano 
                    e il processo di romanizzazione svoltosi nel periodo augusteo, 
                    creò una profonda unità culturale.
 
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                | 29 a.C. - II secolo 
                    D.C.> |   
                | Nettamente privilegiata rispetto al resto dell'Impero, la 
                    Provincia Italia venne organizzata da Augusto in undici regioni:
 - Latium et Campania (esclusa Roma)
 - Apulia et Calabria
 - Lucania et Brutium
 - Samnium
 - Picenum
 - Umbria
 - Etruria
 - Aemilia o Gallia Cispadana
 - Liguria
 - Venetia et Histria
 - Gallia Transpadana
 
 Il lungo periodo di pace nella penisola, l'estendersi e l'intenficarsi 
                    dei commerci all'interno dell'Impero, le attenzioni rivoltele 
                    da Augusto e dai suoi successori, favorirono la rifioritura 
                    dell'economia italica, in particolare della produzione agricola, 
                    artigianale ed industriale, e dell'esportazione di merci pregiate. 
                    Fu ampliata la rete stradale e si osservò un notevole aumento 
                    della popolazione e delle città.
 
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                | II secolo - 330 D.C. 
                     |   
                | Ma il periodo florido finì quando si fece maggiore la concorrenza 
                    delle altre Province, che godevano anche loro della pax 
                    romana ed erano dotate di più risorse, e a causa della 
                    scomparsa della piccola proprietà terriera e del calo demografico. 
                    Le misure preventive del Governo furono inutili e la situazione 
                    peggiorò quando ricominciarono le guerre nella Provincia, 
                    con le continue escursioni delle tribù barbare.
 Con il progressivo equiparamento politico dei provinciali 
                    ai romani, l'Italia perse i propri privilegi, arrivando alla 
                    trasformazione, da parte di Diocleziano, in diocesi italiciana 
                    e alla spaccatura in:
 - Suburbicaria
 sottomessa a Roma e comprendente Tuscia et Umbria, Valeria, 
                    Campania et Sannium, Apulia et Calabria, Sicilia, Sardinia 
                    e Corsica;
 - Annonanaria
 con capitale Milano, soggetta all'amministrazione imperiale 
                    per gli obblighi fiscali e comprendente Venetia et Histria, 
                    Aemilia et Liguria, Flaminia et Picenum, Retia e Alpes 
                    Cottiae.
 
 La difesa dei confini imperiali dagli attacchi dei barbari 
                    costrinse sempre più spesso gli imperatori a trasferirsi non 
                    solo fuori da Roma, ma addirittura in altre Province. Lo spostamento 
                    della capitale da Roma a Costantinopoli ebbe come effetto 
                    lo spostamento del baricentro dell'Impero fuori dall'Italia.
 
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                | 395 - 476 D.C |   
                | Con la divisione dell'Impero Romano nel 395 D.C. dopo la morte 
                    di Teodosio, l'Italia rientra nell'Impero Romano d'Occidente. 
                    Quando cominciarono i grandi flussi migratori delle popolazioni 
                    germaniche nella penisola, la capitale fu spostata da Milano 
                    a ravenna (402). Dopo alcuni tentativi falliti a causa dell'opposizione 
                    di Stilicone, Alarico, capo dei Visigoti, riuscì ad attraversare 
                    l'Italia, saccheggiando Roma (403), inviolata dai tempi dell'invasione 
                    dei Galli.
 In seguito toccò agli Unni di Attila imperversare nell'Italia 
                    settentrionale e saccheggiare Roma (410), attaccando per decenni 
                    le coste italiche. Il potere imperiale era ormai dissolto 
                    e i numerosi imperatori erano totalmente nelel mani dei barbari.
 Nel 476, infine, la deposizione di Romolo Augustolo e la restituzione 
                    a Costantinopoli delle insegne imperiali sancirono la caduta 
                    dell'Impero romano. La provincia italica, come tutte le altre, 
                    fu spartita dai barbari, anche se un vano tentativo d'unione 
                    e govero fu portato avanti da Odoacre.
 
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