Sono passati appena trent'anni da che la città di Arpino ha ricevuto la piena Cittadinanza Romana quando, nel 599 A.U.C., nel villaggio di Cereatae (da allora chiamato Casamari ), nasce uno dei più importanti ed illustri uomini della nostra Repubblica: Caio Mario. Sin da giovane si fa notare per la resistenza fisica e la bravura nelle arti belliche ma, purtroppo, data la lontananza dall'Urbe, non riesce ad avere la formazione necessaria ad una carriera politica. Sposa nel 637 Iulia, figlia maggiore di Caio Giulio Cesare (nonno del dittatore), grazie alla quale riesce ad aumentare il suo ascendente e la sua dignitas; fino a quel momento infatti era stato solo un senatore di secondo piano, un Homo Novus dell'Ordine Equestre arricchitosi grazie ad una campagna nella Spagna Ulteriore come ProPraetor nel 639 contro i briganti. Nel 636 A.U.C. parte come Legato Anziano di Quinto Cecilio Metello in Numidia per la guerra contro Giugurta, iniziata sotto il consolato di Spurio Postumio Albino nel 644. Nel 647 ottiene il primo consolato e con questo il comando della guerra giugurtina; con sé porta anche il promettente cognato, Lucio Cornelio Silla, come ProQuaestor. Dopo diversi anni di guerra, Silla, con un acuto stratagemma, riesce a farsi consegnare dal re Bocco, suocero di Giugurta, il despota numida. In questo modo si conclude la guerra numidica che porterà Caio Mario al suo primo Trionfo. Nel frattempo le tribù germaniche dei Teutoni e dei Cimbri iniziano la loro marcia verso il sud: dopo aver attaccato alcune popolazioni della Gallia "Comata", comincia a maturare nelle loro menti l'idea di conquistare l'Italia.
Per fronteggiare il pericolo e dopo una disastrosa disfatta oltralpe, ad Arausio (6 ottobre 649), la peggior sconfitta di un esercito romano dai tempi di Canne, in cui perde la vita gran parte dei legionari di Roma,, viene eletto Console per la seconda volta nel 650, consolato che mantenne per quattro anni venendo eletto per ben tre volte senza presentarsi.. Solo gli ultimi due anni però si arrivò allo scontro diretto, prima coi Teutoni, completamente annientati ad Aquae Sextiae nell'estate del 652. Poi, il 30 luglio 653, presso i Campi Raudi (Vercelli) fu la volta dei Cimbri, annientati anch'essi grazie soprattutto alla cavalleria romana. Da quel momento Mario scompare dalla scena politica per diversi anni: l'eroe di Arpino era sì un gran condottiero, ma quanto a politica non lo si poteva definire molto dotato. Ricompare durante la Guerra sociale e viene assegnato come Legato Anziano al Console Publio Rutilio Lupo. Dopo la morte di quest'ultimo gli viene assegnato il comando del "fronte settentrinale"; riesce ad ottenere un'importante vittoria contro i Marsi, ma la notte stessa viene sorpreso da un colpo apoplettico - il secondo dall'estate 655- che lo terrà fuori dalla scena politica e militare sino al 667 quando Lucio Cornelio Silla viene incaricato di fermare Mitridate IV Eupatore, re del Ponto: il Popolo vuole dare il potere a Mario; ha inizio così la I Guerra Civile. Mario parte per l'Oriente dove, pare, Mitridate ha ucciso 80000 cittadini romani della Provincia dell'Asia. Venutone a conoscenza, Silla marcia su Roma con le sue sei legioni: è la prima volta che un generale romano entra nella città con la forza. Ristabilito il comando, condanna a morte Mario; nessuno però ha il coraggio di ucciderlo e si decide per l'esilio in Africa. Da Cartagine Mario organizza un piccolo contingente con cui salpa nuovamente per l'Italia. Giuntovi, riesce a far annullare la condanna . Ottiene il suo settimo consolato morendo pochi giorni dopo, il 30 gennaio 669.
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