Nato nel 138 a.C. da una famiglia patrizia decaduta, Lucio Cornelio Silla prestò il primo servizio militare sotto il comando di Mario in Africa (dove si mise in luce facendo prigioniero Giugurta) e in Gallia. Nel 92, come propraetor in Cilicia, condusse i negoziati diplomatici con i Parti.
Come legatus nella guerra sociale (90-89) fu il più abile tra i generali romani impegnati nell'area meridionale della penisola. Per questa ragione ottenne il consolato nell'88 e il comando della guerra contro Mitridate, che in quell'anno aveva invaso la provincia romana dell'Asia. L'incarico fu però trasferito a Mario, appoggiato dal popolo, e Silla fu costretto a lasciare Roma. Propose all'esercito di marciare sull'Urbe. I soldati lo seguirono attratti dalla prospettiva del bottino della guerra mitridatica e dalla remota eventualità dell'assegnazione di terre. Silla s'impadronì della città costringendo Mario alla fuga.
Nell'87 partì per la campagna mitridatica. Nell'86 Silla aveva conquistato Atene e obbligato Mitridate a ritirarsi dalla Grecia. Ma il suo "imperium" era scaduto e il comando era stato trasferito al console dell'86, L. Valerio Flacco. L'uccisore e successore di Flacco, C. Fimbria, condusse con successo le operazioni militari e fu sul punto di far prigioniero Mitridate. Ma Silla si rifiutò di collaborare e permise al nemico di fuggire. Poi rapidamente negoziò una pace con Mitridate a Dardano (85) sulla base delle condizioni precedenti la guerra.
Silla prese numerose iniziative personali in Grecia e in Asia, soprattutto per ricompensare o punire stati e persone che avevano mostrato lealtà o infedeltà a Roma. Il suo prestigio divenne immenso e gli furono tributati onori sfarzosi. Accumulò anche ingenti quantità di bottino e di tributi arretrati con cui consolidò la sua posizione contro il governo di Roma.
Dopo la morte di Cinna nell'84, Silla invase con le truppe l'Italia. Ricevette la collaborazione di Pompeo, Metello Pio e Crasso. Nell'82 fu nominato dittatore con il compito di rivedere la Costituzione. Dalla dittatura si dimise prima della morte nel 78, o forse prima del secondo consolato (80).
Gli ordinamenti dati alle provincie orientali furono ratificati. Ridusse il potere dei tribuni della plebe cercando di riportare la magistratura popolare al livello dei tempi pregraccani.
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