TIBERIO (14-37).
Figliastro del precedente, percorre la carriera delle armi.
Augusto, sebbene malvolentieri, lo adotta, lo designa suo erede (26 VI 4 d.C.),
lo fa investire dai comizi della tribunicia podestas, purché adotti il
nipote Germanico (figlio di Druso) ed infine lo associa al trono (13 d.C.).
Dopo la morte di Augusto riceve dal senato l'imperium proconsolare (VIII
14 d.C.).
Durante il governo di Tiberio l'Impero combatte le seguenti guerre:
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Contro Tecfarinas (14-24 d.C.).
Tecfarinas si ribella in Mauretania ma è sconfitto. Alla campagna ha preso
parte la III Augusta e (dal 20 d.C.) la IX Hispana (dalla Pannonia).
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Contro Arminio (14-16 d.C.).
Germanico, nipote di Tiberio, continua la guerra in Germania con le legioni
I Germanica (creata appositamente), II Augusta, V Alauda, XX Valeria Victrix,
XXI Rapax, e sconfigge Arminio ad Idistavisio (16 d.C.), ma riceve l'ordine
di ritirarsi nuovamente al Reno.
Germanico celebra il Trionfo a Roma ed erige un arco di trionfo nel Foro
(17 d.C.), ma la Germania non sarà mai riassoggettata all'Impero.
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Contro i Parti (17-18 d.C.).
Germanico conquista il trono d'Armenia per Zenone (che cambia nome in
Artaxia), riduce a provincia la Cappadocia tolta al re Archelao, accusato
di aiutare i Parti, ed annette la Commagene alla Siria dopo la morte senza
eredi di Antioco III.
Raggiunta la pace con il re dei re Artabano, Germanico visita l'Egitto
ma muore, appena trentaquattrenne, ad Antiochia (12 X 19 d.C.).
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Contro i Sacroviro e Floro (21 d.C.).
I nobili gallici Giulio Sacroviro e Giulio Floro si ribellano ma sono
sconfitti ad Augustodunum. Alla campagna hanno preso parte le legioni
II Augusta, V Alaudae, XXI Rapax, XX Valeria Victrix ed una vexillatione
della XIV Gemina.
La vittoria è celebrata con l'erezione di un arco di trionfo ad Aurasio
(odierna Orange).
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Tiberio fa erigere il tempio ad Augusto deificato, la domus
tiberiana (entrambi sul colle Palatino) ed i castra pretoria presso
l'Esquilino (alloggi per i pretoriani), riedifica il tempio di Castore e Pollice
nel Foro (restano tre monumentali colonne corinzie), regola l'economia e limita
gli eccessi nelle province, attirandosi l'odio della classe senatoria.
L'imperatore si ritira a Capri lasciando il governo all'unico prefetto del pretorio
L. Elio Seinano (27 d.C.) ma questo fa uccidere Druso e confina Agripina (moglie
di Germanico) con i figli. Accusato di tramare contro l'Imperatore, Seinano
è giustiziato (18 X 31 d.C.), seguito dai suoi sostenitori.
Dell'epoca ricordiamo anche il celebre gastronomo Apicius, già con Augusto.
Tiberio muore a Miseno (16 III 37).
Gaio Cesare "CALIGOLA" (37-41).
Figlio di Germanico e Agrippina, è soprannominato "Caligola" dai soldati perché
indossa le caligae, i calzari militari.
E' acclamato imperatore dai pretoriani appena ventiquattrenne, e governa come
un sovrano orientale. Sposa sua sorella Drosilla (come i Tolomei), introduce
il culto di Iside a Roma, erige in campo marzio il tempio di Iside e Serapide
e trasferisce a Roma l'obelisco di Heliopolis (25,35 metri; solo quello del
Circus Maximo, ora in Laterano, è più alto), dileggia le usanze romane facendo
nominare senatore e sacerdote il suo cavallo preferito e celebrando trionfi
per vittorie immaginarie.
Ultima il palazzo inziato dal predecessore e fa realizzare un nuovo aquedotto
(37-44 d.C.) con il monumentale arco dell'odierna Porta Maggiore.
Fa giustiziare sudditi innocenti per confiscarne le ricchezze, effettua una
campagna in Germania e Britannia senza ottenere alcun risultato (39-40 d.C.),
depone e giustizia Tolomeo re di Mauretania (40 d.C.) ed è infine assassinato
dal tribuno Chereas (24 I 41) appoggiato dagli ufficiali dei pretoriani, ai
quali ha abbassato il soldo.
Tiberio CLAUDIO I Germanico (41-54).
Fratello di Germanico.
All'assassinio del nipote Caligola ha 50 anni, si nasconde, viene invece acclamato
imperatore dai pretoriani (25 I 41) che ricompensa con cinque anni di soldo
(circa 15.000 sesterzi ognuno) e che eleva a 9 coorti, poi a 12 coorti (47 d.C.).
Inoltre pur lasciando il divieto di sposarsi a legionari e pretoriani, concede
loro il riconoscimento dei figli illegittimi che ottengono quindi la cittadinanza
romana.
Assume nome "Cesare Augusto Germanico" e combatte le seguenti guerre, prevalentemente
offensive:
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Contro i Mauri (40-42 d.C.).
Svetonio Paolino e Cn. Osidio Geta con la III Augusta occupano la Mauretania
e sono istituite le province Tingitana e Cesariense (42 d.C.).
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Contro Scriboniano (42 d.C.).
Arunzio Furio Camillo Scriboniano legato della Dalmazia si ribella appoggiato
da numerosi senatori ma è abbandonato 5 giorni dopo dalle legioni VII
Macedonica (il cui nome e cambiato in Claudia) e XI (che riceve l'appellativo
Claudia Pia Fedelis). Segue una sanguinosa repressione.
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Contro i principati Orientali (43-46 d.C.).
Annette la Licia (provincia dal 43 d.C.), parte della Giudea (annessa
alla Siria nel 44), e la Tracia (invasa dalla IV Macedonica nel 46 d.C.
ed eretta a provincia).
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Contro i Britanni (43-47 d.C.).
Aulo Plauzio sbarca in Britannia con le legioni II Augusta, XIV Gemina,
XX Valeria Victrix, IX Hispana ed una vexillatio della VIII Augusta
nonostante la resistenza giunge al Tamigi (43-47 d.C).
Lo stesso Claudio è presente in Britannia per 16 giorni, riporta una vittoria
presso Camulodunum e riceve il soprannome di "Britannico", assegnato anche
a suo figlio Tiberio Claudio (che ha appena un anno).
Le quattro legioni restano in Britannia e occupano il Galles (50-51),
duramente contrastati dall'eroico Caractacus re dei Siluri che sconfigge
la II Augusta (51).
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Contro i Frisoni (47-48 d.C.).
La Frisia (odierna Olanda) è annessa all'impero.
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Contro i Siraci (47-49 d.C.).
Il governatore del Ponto porta Cotis sul trono del Bosforo Cimerrio (attuale
Crimea) togliendolo al fratello Mitridate. Questo vi ritorna con l'aiuto
dei Siraci ma i Romani invadono il loro paese (49 d.C.), ne ottengono
la sottomissione e garantiscono così il Bosforo Cimerrio a Cotis.
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Contro i Catti (50 d.C.).
L. Pomponio Secondo sconfigge il popolo germanico dei Catti, il più turbolento
tra quelli germanici.
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Il governo è svolto da liberti ed è in realtà in mano alla moglie
Messalina, che Claudio ripudia e fa uccidere (48), sposa poi l'amante Agrippina
Minore (figlia di Gemanico) che è la prima donna a fondare una colonia (Colonia
Agrippina, l'attuale Colonia), ed è ingiustamente sospettata come causa della
sua morte (13 X 54 d.C.).
Claudio lascia alcune sue opere storiche sugli Etruschi ed i Cartaginesi, l'ampliamento
del porto di Ostia e presso Roma i resti del'Aqua Claudia; il più grande
acquedotto romano, con 15 chilometri di archi alti fino a 27 metri, più le gallerie
(39-52 d.C.).
Tiberio Claudio NERONE (54-68).
Figliastro del precedente che ne ha sposato la madre Agrippina e lo ha adottato
(25 II 50 d.C.) cambiandogli nome (si chiamava infatti Lucio Domizio).
All'assassinio del patrigno, è acclamato, diciassettenne, imperatore dai pretoriani.
Nerone fa uccidere il fratellastro Britannico, figlio di Claudio I (II 55 d.C.),
poi la madre Agrippina (24 III 59 d.C.), la moglie Ottavia (9 VI 62) e la seconda
moglie Poppea.
Cerca di guadagnare popolarità con grandi opere e spettacoli, ma ciò è causa
di notevole sperpero di denaro. Durante il suo governo mezza Roma è distrutta
da un incendio (19 VII 64), e Nerone accusa i cristiani perseguitandoli sanguinosamente,
molti di essi sono sacrificati nel Circus Gaii et Neronis (costruito
sul Vaticano da Caligola e ritoccato da Nerone). Questa persecuzione è limitata
alla città di Roma.
L'incendio permette la costruzione della suntuosa domus Aurea Neroniana,
il più grande e ricco monumento dell'epoca Giulio-Claudia; 300x30 metri più
55 ettari di giardini con boschi, vasche di acque sulfuree ed un colosso alto
30 metri raffigurante Nerone nei panni del dio Helios (dove poi sorgerà il Colosseo).
L'impero subisce le seguenti invasioni, ribellioni e congiure:
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Contro i Parti (55-63):
Il re dei re Vologese I invade l'Armenia togliendola a Tigrane (55).
L'abile Cneo Domizio Corbulone è nominato legato di Cappadocia, porta
la IV Scytica dalla Mesia, ristabilisce la disciplina nelle legioni orientali
III Gallica, VI Ferrata e riporta Tigrane sul trono armeno (58-60 d.C.).
Dopo una tregua Vologese sconfigge L. Cesennio Peto, nuovo legato di Cappadocia
(autunno 62), con le legioni IV Scythica, VI Ferrata e XII Fulminata.
Corbulone legato di Siria riceve la XV Apollinaris dalla Pannonia e con
le legioni III Gallica, V Macedonica, X Fretensis e XXII Deiotariana invade
nuovamente i territori di Vologese I (63) che è minacciato dall'avanzata
cinese sul Caspio, quindi acconsente a lasciare il regno d'Armenia al
fratello Tiridate (63 d.C.), incoronato a Roma (66 d.C.).
Per coprire le spese di questa guerra Nerone svaluta il denaro.
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Contro i Britanni (59-61):
Baodicea regina degli Iceni guida la rivolta dei Britanni e sconfigge
sanguinosamente la IX Hispana il cui legato Petillo Ceriale si salva a
stento.
C. Svetonio Paolino reprime la rivolta con le legioni XX Valeria Vicrix
e XIV Gemina (che riceve l'appellativo Martia Victrix). Anche i
druidi dell'isola di Anglesey vengono sterminati e Baodicea si suicida.
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Contro i Sarmati (62-63):
Tiberio Plauzio Silvano Eliano legato di Mesia contiene i Sarmati che
assediano Chersoneso (Sebastopoli) e ne accoglie molti oltre Danubio.
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Congiura di Pisone (66):
Il fedele prefetto del pretorio Sofonio Tigellino reprime nel sangue la
congiura di C. Calpurnio Pisone appoggiata dal prefetto del pretorio Fenio
Rufo, numerosi senatori ed equites.
Tra le vittime ci sono Seneca e C. Petronio, che invia a Nerone una lettera
satirica prima di suicidarsi. È nota anche Epicaris che dopo essere stata
torturata si strangola per non rivelare i nomi dei congiurati (65 a.C.).
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Contro gli Ebrei (66-70):
Gli Ebrei Zeloti massacrano il presidio di Gerusalemme (66).
C. Cestio Gallo legato di Siria con la XII Fulminata, vexillationes
delle legioni IV Scythica e VI Ferrata (2.000 legionari), 6 cohortes
e 4 alae di auxilia più 14.000 uomini forniti dai principi alleati
orientali raggiunge Gerusalemme ma è respinto e durante la ritirata perde
5.000 fanti, 380 cavalieri, le macchine, i bagagli e l'Aquila della XII
(67).
Tito Flavio Vespasiano con le legioni V Macedonica, X Fretensis, XV Apollinaris,
1.000 legionari della XXII Deiotariana e 15.000 uomini forniti dai principi
alleati orientali occupa il paese (68-69) ed inizia l'assedio di Gerusalemme.
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Ribellione di Indice (68):
Mentre Nerone ai giochi greci si fa assegnare 1808 premi, contro di lui
si ribella il senatore gallico C. Giulio Indice, propretore della Gallia
Lugdunense, ma viene sconfitto Vesontio (odierna Besançon) da L. Virgilio
Rufo governatore della Germania Superiore e si suicida.
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Ribellione di Galba (69):
Sulplicio Galba governatore dell'Hispania Terroconese insorge trovando
l'appoggio di M. Salvio Ottone governatore della Lusitania (ed ex-marito
di Poppea), L. Clodio Macro legato d'Africa (con la III Augusta e la neo-costituita
I Macriana), Alieno Cecina questore dell'Hispania Betica e Nifidio Sabino
prefetto del pretorio.
Nerone raccoglie 30.000 uomini, tra i quali la legione I "Phalanx Alexandri
Magni" (da lui creata il 20 IX 67 per le progettate campagne in Etiopia
e Caucaso), la I Classis formata nel 68 con schiavi e liberti sbarcati
dalla flotta di Miseno e la propria guardia di 1.000 Germani, ma vistosi
abbandonato dai pretoriani lascia Roma e si fa uccidere (9 VI 69), ultimo
sovrano della dinastia Giulio-Claudia.
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