Tito Aurelio ANTONINO "PIO" (138-161).
Originario della Gallia, adottato dal precedente, segue gli antichi riti religiosi ed è
perciò soprannominato "Pio".
Continua la politica del predecessore e durante il suo regno hanno luogo i seguenti conflitti,
sostenuti con largo impiego di auxilia, formati da provinciali, schiavi, gladiatori,
Illirici e Germani.
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Contro i Mauri (138-145).
Per respingere le incursioni in Mauretania sono inviate a fianco della III Augusta le legioni
I Minervia (renana) e vexillationes della II Adiutrix, XIV Gemina (danubiane),
VII Gemina (dalla Spagna), III Cyrenaica (dall'Egitto), VI Ferrata (orientale), l'Ala miliaria
Flavia Britannica, l'Ala I Ituraeorum Sagittariorum (arcieri a cavallo), l'Ala I Ulpia
Contariorum e l'Ala I Cananefatium.
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Contro i Britanni (142-143).
Le rivolte dei Britanni obbligano i Romani ad abbandonare le conquiste di Agricola e ad erigere
più a sud il Vallum Antonini (142).
Lollio Urbico con le legioni II Agugusta e XX Valeria Victrix reprime le rivolte (143).
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Contro i Parti (148-161).
Il re dei re Vologese III (in pace dal 117) occupa l'Armenia (148), detronizza Soemo di
Emesa e la assegna al fratello Pacoro III.
P. Elio Severiano Massimo governatore della Cappadocia lo assale incautamente con una legione,
è sconfitto a Elegia e si suicida (161). Volgese III solleva i principi orientali contro Roma,
invade la Siria e sconfigge le deboli legioni orientali.
All'epoca è documentata l'esistenza della coorte di auxilia I Lusitanica, i cui effettivi
ammontano a 363 fanti, 114 fanti montati e 19 cammellieri.
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Erige un tempio in onore della moglie Faustina (141 d.C.,
il meglio conservato nel Foro, sebbene rimaneggiato nel '600), in Campo Marzio
la propria colonna funebre (il basamento, con scene di battaglia, si trova nel
cortile della Pigna in Vaticano).
Antonino "Pio" muore il 6 III 161 d.C.
MARCO
AURELIO Vero (161-180).
Genero del precedente impostogli come successore da Adriano (138 d.C.). Associato
dal 147. Salito al trono cambia nome in Marco Aurelio "Antonino" e concede al
fratellastro Lucio Elio Commodo di chiamarsi Lucio Vero.
Durante il suo governo, dominato dalla moglie Faustina Minore, i Romani combattono
le seguenti guerre:
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Contro i Parti (161-166).
Marco Aurelio invia in oriente il fratellastro Lucio Vero e Avidio Cassio con 40.000 legionari
della II Traiana, III Gallica, VI Ferrata (orientali), I Minervia (dal Reno), II Adiutrix,
V Macedonica (danubiane), vexillationes ed altrettanti auxilia.
I Romani rioccupano l'Armenia per Soemo d'Emesa (162-163), sconfiggono Vologese III a
Dura-Europos (o Zaugma, 164), prendono Ctesifonte (165), conquistano l'Assiria e la Media (166)
costringendo il re dei re a firmare una pace umiliante.
La Mesopotamia superiore torna provincia romana, l'Impero tiene contatti con la Cina ma
è stremato finanziariamente. Marco Aurelio e Lucio Vero (rimasti ad Antiochia) prendono
il titolo di "Partici" e celebrano a Roma il trionfo (166) ma i veterani tornando in occidente portano
la peste bubbonica che imperversa per vent'anni, decimando anche la popolazione di Roma
(170 d.C.).
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Contro i Catti (163).
I Catti approfittano dei confini sguarniti, invadono gli Agri Decumates e la Germania
Superiore, ma sono sconfitti.
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Contro i Suebi (167-169).
E' la prima grossa offensiva contro l'Impero, sferrata da Suebi (cioè Quadi e
Marcomanni) ai quali si uniscono Vandali, Jazigi, Ermunduri, Chiavii e Longobardi, approfittando
dei confini sguarniti per la guerra Partica.
Invasa la Pannonia, sbaragliano un esercito di 20.000 Romani sul fiume Mur, giungono fino
al Piave. Aquileia resiste nonostante le difese improvvisate (167). Sono i primi Germani in
Italia settentrionale dai tempi del console Mario!
La città è soccorsa da Marco Aurelio con Lucio Vero e le legioni I Minervia
(segue Marco Aurelio in tutte le campagne), vexillationes della III Augusta (dall'Africa),
le nuove legioni II Pia e III Concors, create con elementi poco romanizzati, schiavi e gladiatori
(assumono poi nome Italica) grazie alla vendita degli ornamenti del palazzo imperiale e delle vesti
dell'imperatrice, e l'intervento delle legioni I Italica e I Adiutrix (danubiane).
Gli invasori sono respinti ed accettano un trattato (167), ma nella fase finale della campagna
muore Lucio Vero (169 d.C.).
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Seconda guerra contro i Suebi (172-175).
I Marcomanni invadono nuovamente la Pannonia ma sono costretti alla pace e riconosciuti come
laeti (alleati), ricevendo terre entro i confini dell'Impero in cambio di truppe.
Accettano un trattato anche i Quadi (174) e i Sarmati (175). L'imperatore prende i soprannomi
di "Germanico" e "Sarmatico", ed erige una colonna commemorativa (brutta copia
di quella di Traiano).
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Contro Avidio Cassio (175).
Alla notizia della morte di Marco Aurelio, Avidio Cassio governatore di Siria si proclama
Imperatore, riconosciuto dalla III Gallica, da Flavio Calusio governatore d'Egitto e dagli Ebrei,
ma tre mesi dopo la notizia si rivela falsa ed è ucciso dai suoi soldati.
Marco Aurelio giunge in oriente e fa bruciare la compromettente corrispondenza del ribelle.
La legione XII Fulminata, che non ha preso parte alla rivolta, riceve l'epiteto Certa Constans.
Nel ritorno l'imperatrice Faustina muore a Halala (in Cappadocia, 176) che è rinominata
Faustinopoli. Marco Aurelio celebra a Roma il trionfo per le vittorie sui Germani, rappresentate
sulla colonna Antonina (176, esistente), e gli è eretta una statua equestre in bronzo (178),
ora sul Campidoglio.
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Terza guerra contro i Suebi (178-180).
Quadi, Marcomanni ed altre popolazioni germaniche continuano le scorrerie ai danni dell'Impero e
sono sbaragliati sul Danubio da Tarrutenio Paterno (179). L'Imperatore partecipa alla campagna
con il figlio Marco Aurelio Commodo, associato al trono dal 177 d.C., ma si ammala e muore
a Vindobona (odierna Vienna, 17 III 180 d.C.).
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Marco Aurelio è passato alla storia come imperatore-filosofo
ed ha scritto in greco i suoi "Pensieri" (titolo originario "A Se Stesso"),
intrisi di stoicismo.
Marco Aurelio COMMODO (180-192).
E' associato al trono dal padre Marco Aurelio (177 d.C.) causando le ire del senato (è il
primo imperatore che succede al padre).
Dopo la morte del padre nella campagna contro i Marcomanni, conclude con questi la pace evacuando
le terre occupate e ritirandosi oltre al Danubio (180 d.C.). Ha così fine la serie di
invasioni innescata dai Parti nel 162.
Commodo favorisce i provinciali e reprime sanguinosamente i complotti degli aristocratici,
come pure la "Guerra dei Disertori" in Spagna, Gallia, Britannia (186) ed Africa (190), causata
dal dissesto economico.
Un grande incendio distrugge parte di Roma (191 d.C.) compreso l'Atrium Vestae, il
collegio delle vestali.
Di grande forza e statura, combatte 750 volte contro belve e gladiatori, si auto-nomina "Ercole
Romano", ribattezza Roma con il nome "Colonia Commodiana" ma muore strangolato nell'arena ad
opera di un gladiatore per la congiura della favorita Marcia (1 I 193).
Con lui ha termine l'Età degli Antonini. |