Claudio Flavio Varelio Aurelio COSTANTINO I "IL GRANDE" (311-337).
Figlio illegittimo dell'augusto Costanzo Cloro, dopo la morte del padre (306) è acclamato
augusto dalle legioni di galliche. Galerio lo riconosce come cesare e conferma questo titolo
al congresso di Carnuntum (308) al quale Costantino non prende parte.
Combatte le seguenti guerre:
|
Contro i Germani (310-313).
Costantino contrasta le scorrerie di Franchi, Camavi, Bructeri, Cheruschi ed Alemanni,
inseguendoli anche oltre il Reno.
| |
Contro Massimiano (310).
Massimiano, escluso dal congresso di Carnuntum, prende il tesoro di Costantino ad Arelate
(Arles) e ripara a Massilia (Marsiglia) dove è assediato. I suoi uomini aprono le porte
a Costantino che lo fa giustiziare.
| |
Contro Massenzio (312).
Costantino scende in Italia sconfigge i generali di Massenzio a Torino, Brescia e Verona, e
giunge alle porte di Roma. Dipingendo sugli scudi dei propri soldati le iniziali di Cristo
(XP incrociate, somiglia anche ad un simbolo solare), Costantino affronta Massenzio tra ponte
Milvio ed i Saxa Rubra (Rocce Rosse) e lo sconfigge. Nella rotta Massenzio muore annegato
nel Tevere (28 X 312).
La città lo accoglie in trionfo. Il Senato gli conferisce in titolo di Maximus, fa
erigere una sua statua d'Oro, un arco di Trionfo a Roma (togliendo i bassorilievi marmorei dell'arco
di Traiano, presso il Colosseo, esistente) e un altro presso l'ultimo accampamento (a Malborghetto).
Costantino scioglie definitivamente le coorti pretoriane e quelle urbane.
| |
Contro Licinio (316).
Costantino sventa una congiura contro di lui appoggiata dall'augusto Licinio, quindi invade i
Balcani (autunno 316), lo sconfigge a Cibalae sulla Sava (8 X 314, odierna Sevilej), ed a
Campus Mardiensis, presso Hadrianopolis.
La stagione inoltrata sospende le attività belliche ed i due si accordano (I 317).
Costantino ottiene Pannonia, Dalmazia, Dacia, Macedonia e Grecia, riconoscendo l'autonomia
legislativa a Licinio.
| |
Contro i Sarmati (322).
Costantino e Licinio si preparano per una nuova guerra sguarnendo i confini dell'Impero. Ne
approfittano i Sarmati guidati da Rausimodo che passano il Danubio ma sono sconfitti da
Costantino che ne accoglie 300.000 nell'impero come soldati e coloni.
| |
Contro i Goti (323).
I Goti invadono le Mesia e la Tracia ma sono sconfitti da Costantino che ottiene il titolo
di "Vincitore dei Goti" e da questi un contingente di truppe (40.000 uomini nelle cronache).
| |
Contro Licinio la seconda volta (323-324).
Costantino invade la Tracia e, innalzando la prima volta il Labaro, sconfigge l'augusto Licinio
ad Hadrianopolis (3 VII 323) assediandolo in Bisanzio.
Suo figlio Crispo sconfigge nell'Ellesponto la flotta di Licino, ma questo riesce a fuggire
dalla città assediata ed è infine sconfitto a Crysopolis (18 IX 323, odierna
Scutari). Assediato a Nicomedia, si arrende e l'anno seguente viene giustiziato con tutta la
famiglia, lasciando così Costantino padrone di tutto l'impero.
| |
Contro i Goti (332).
I Goti minacciano i Sarmati alleati all'Impero ma sono attaccati e sbaragliati dai Romani,
divenendone alleati e coloni dei Balcani ed in Italia.
| |
Contro i Sasanidi (334).
Sapore II fa invadere l'Armenia e viene contrastato da Costanzo e Annibaliano (rispettivamente
figlio e nipote di Costantino).
|
Costantino completa le seguenti riforme, iniziate da Diocleziano:
|
Le province:
L'Impero comprende 117 province raggruppate in 12 diocesi, a loro volta raggruppate in quattro
prefetture (non più Tetrarchie) : Italia, Gallia, Illirico e Oriente. In ciascuna
prefettura un prefetto del pretorio detiene il potere civile e si occupa della polizia, dei
tribunali, delle tasse e dell'amministrazione militare (reclutamento, soldo, forniture). Le giurisdizioni
ecclesiastiche in seguito ricalcano questa suddivisione dell'impero.
L'Italia è divisa in due vicariati : Vicariato di Roma (10 Province) e vicariato d'Italia con capitale Milano
(7 provincie, alle quali sono poi aggiunte anche Istria, Alpi Cozie, Rezia I e II). Il Senato è ridotto a
governare solo Roma.
| |
La burocrazia:
Crea una serie di cariche per il controllo centralizzato dell'Impero : Il quaestor sacri
platii per la giustizia, il magister officiorum per l'amministrazione ed i rapporti
diplomatici, i comes sararum largitioninum per le tesse e la gestione dei beni statali.
Crea inoltre una rigida gerarchia di cariche pubbliche (nobilissimi, patrizi, egregi,
clarissimi), che diviene classe nobiliare ereditaria con i senatoriali, facendo di fatto
sparire quella degli equites.
| |
La capitale:
E' spostata a Bisanzio che è rinominata Costantinopoli e sontuosamente edificata
(324-330). Dei suoi sette colli, quattro ospitano gli edifici pubblici (Il foro, il mausoleo, le
terme) e gli altri tre i quartieri urbani.
| |
La religione:
Emette l'editto di Tolleranza a Roma (312), parifica la religione cristiana alle altre
(esenzione delle imposte), crea un tribunale ecclesiastico, dichiara indissolubile il
matrimonio e festiva la domenica, abroga i sacrifici all'imperatore e vieta i giochi dei
gladiatori.
| |
L'esercito:
Le legioni hanno gli effettivi ulteriormente ridotti, anche fino a 100 uomini, e sono
classificate nel seguente modo:
|
palatine: agli ordini dell'Imperatore, sono composte da domestici,
protectores (guardie iniziate alla carriera di ufficiale) e scholares (cavalieri
scelti). Comprendono barbari anche tra gli ufficiali.
| |
comitatenses: guidate da due magister equitum e due magister
peditum (due in Oriente e due in Occidente), ai quali sono sottoposti 10
comes e 25 dux. Sono formate da cittadini e barbari, acquartierati nelle
città.
| |
ripenses: (ex limitanee di Diocleziano) di qualità inferiore, formate
da coloni locali, barbari e proletari con servizio più lungo e paga inferiore, agli
ordini dei duces.
| |
pseudo-comitatenses: ripenses tolte dalla frontiera e usate come le
comitatenses, senza tuttavia che ne raggiungano la qualità.
|
A fianco delle legioni sono impiegati:
|
auxilia: unità di 500 fanti o anche meno (sostituiscono le cohortes).
| |
cunei equitum: unità di 500-1.200 cavalieri (sostituiscono le alae e le
vexillationes equites).
|
L'esercito in tutto ammonta a circa 400.000 uomini, dei quali 1/4 di cavalleria. Scene
militari sono raffigurate anche sui sarcofagi in porfido rosso di santa Elena e santa
Costanza, rispettivamente madre e sorella di Costantino (in Vaticano).
| |
La successione:
Costantino, che ha giustiziato per tradimento il figlio Crispo, la moglie Fausta ed il nipote
Licinio (326), spartisce il governo dell'Impero tra gli altri figli e nipoti (335):
|
Il primogenito Costantino (19enne) riceve Mauretania, Spagna, Gallia e Britannia.
| |
Il secondogenito Costanzo (18enne) riceve Asia Minore, Siria ed Egitto.
| |
Il terzogenito Costante (12enne) riceve Balcani, Italia ed Africa.
| |
Il nipote Dalmazio riceve Tracia, Macedonia e Acaia.
| |
Annibaliano, fratello del precedente, riceve il regno di Armenia allargato al Ponto ed alla
Cappadocia.
|
|
A Roma sono erette delle terme sul Quirinale, decorandole
con statue e marmi tolti ad altri edifici, una basilica e l'Arco di Giano Quadrifronte.
Costantino, diretto contro i Sasanidi, sconfigge per strada i Goti e si ammala.
Si fa battezzare dal vescovo ariano Eusebio (primo imperatore a battezzarsi)
e pochi giorni dopo muore (22 V 337). E' santo della chiesa ortodossa.
COSTANZO II (337-361) e fratelli.
Secondogenito di Costantino "Il Grande", alla morte del padre è acclamato Imperatore dalle
truppe assieme ai fratelli COSTANTINO II "Il Giovane" (337-343) e COSTANTE
(337-350). Ciascuno governa nei territori assegnati dal padre.
I maggiori avvenimenti politici dell'impero sono i seguenti:
|
Il massacro di Costantinopoli (337).
Costante II istiga le truppe al massacro degli altri parenti al quali sfuggono solo pochi
giovani, relegati in esilio.
Costante aggiunge ai suoi domini orientali Ponto, Cappadocia, Acaia e Tracia (assegnate dal
padre ai suoi cugini), assegna al fratello Costante la Macedonia e al fratello Costanino II
il controllo sul governo del giovane fratello Costante.
| |
Contro i Sasanidi (338-350).
Costanzo II porta avanti la guerra iniziata sotto suo padre ma raggiunge una tregua per
affrontare i problemi sorti nelle province occidentali.
| |
La guerra tra Costante e Costantino II (340-343).
Costante vuole liberarsi della tutela del fratello che quindi invade l'Italia (340) ma è
ucciso in un agguato mentre assedia Aquileia (343). Costante governa così su tutte le
provincie occidentali dove favorisce i cristiani (anche in Oriente, dove Costante II favorisce
gli ariani), perseguita i pagani ed i donasiti d'Africa.
| |
La ribellione di Vertrarione (350).
Comandante dell'esercito in Illiria, dopo la ribellione di Magnezio (vedi seguito) si proclama
imperatore (1 III 350) riconosciuto dalla Pannonia e la Mesia. Costanzo II corrompe le sue
truppe e lo costringe a ritirarsi a vita privata.
| |
La ribellione di Magnenzio (350-353).
Il magister militum di origine franca Flavio Magno Magnenzio, appoggiato dai pagani, si
proclama imperatore ad Autun (18 I 350) e insegue Costante fino ai Pirenei, dove si suicida
(I 350).
Viene riconosciuto da Britannia, Africa e occupa l'Italia sconfiggendo e giustiziando il nipote
di Costantino; Flavio Pompilio NEPOZIANO (VI 350), proclamatosi imperatore.
E' affrontato e sconfitto da Costanzo II nella sanguinosa battaglia a Mursa sulla Drava (28 IX
351, odierna Esseg), fugge ed infine si suicida a Lione (11 VIII 353).
Tutto l'Impero è unito sotto il governo di Costanzo II.
| |
Contro Franchi e Alemanni (351-356).
Istigati da Costanzo II contro Magnezio, non sospendono le ostilità, occupano Magonza,
Treviri, Strasburgo e sbaragliano un esercito romano ai Campi Canini, sul lago di Costanza
(355).
Costanzo II invia suo cugino Flavio Claudio Giuliano (sfuggito al massacro del 337) che li
sconfigge a Brotomagus (356) sottomettendone una parte. Gli altri mettono in rotta il
magister militum Barbazione a Eckenbach (357) facendo un ricco bottino ma sono
sbaragliati da Giuliano nella grande battaglia di Argentorarum (VIII 357, odierna
Strasburgo).
Molti prigionieri sono installati in Gallia mentre Costanzo II celebra a Roma il trionfo per
le vittorie del cugino (356).
| |
Contro i Sasanidi (359-361).
Sapore II, riorganizzato l'esercito e migliorato il parco macchine, assedia Amida e dopo due
mesi e mezzo la prende e la saccheggia (7 X 359).
Costanzo si prepara ad affrontarlo ma il cugino Giuliano si rifiuta di inviare parte delle sue
truppe e si ribella costringendolo a firmare la pace con i Sasanidi.
| |
Contro Giuliano (361).
Costanzo si prepara a combattere Giuliano che si è proclamato augusto ed ha invaso i
Balcani, ma si ammala gravemente, quindi lo riconosce prima di morire a Tarso, in Cilicia (3 IX
361).
|
Flavio Claudio GIULIANO "L'APOSTATA" (361-363).
Discendente dell'augusto Costanzo "Cloro" (suo bisnonno), per
la sua giovane età sfugge al massacro dei parenti di Costantino "Il Grande".
Studia ad Atene (355) e diviene generale del cugino Costanzo II, per il quale
libera la Gallia e sconfigge gli Alemanni ad Argentorarum (VIII 357), poi si
proclama imperatore in Gallia (II 360) e la guerra civile è evitata per
la morte di Costanzo.
Salito al trono Giuliano alleggerisce la pressione fiscale, ristabilisce la
disciplina nell'esercito e proclama la libertà religiosa, ma perseguita
violentemente i cristiani che non vogliono rinunciare ai loro privilegi e lo
soprannominano "L'Apostata".
Deve inviare legioni in Britannia a contrastare le incursioni dei Picti e dei
Galelici.
Effettua l'ultima grande spedizione romana contro i Sasanidi (III 362), raggiunge
Cestifonte (363) senza tuttavia riuscire a prenderla. Subisce la tattica della
terra bruciata ed è colpito a morte da una lancia durante un attacco
dei Sasanidi a Samarra (26 VI 363).
E' l'ultimo discendente di Costantino sul trono.
Flavio Claudio GIOVIANO (363-364).
Ufficiale delle guardie, è proclamato Imperatore dalle legioni dell'Illiria dopo la morte
del precedente.
Per salvare l'esercito deve concludere la pace con i Sasanidi cedendo loro le province
oltre il
Tigri, Nisibi, Singara e l'egemonia in Armenia.
Abroga le misure contro i Cristiani del predecessore e muore, forse assassinato dalle truppe, a
Dadastana, in Galazia (17 II 364). |