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--- la disciplina militare
romana ---
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L'IMPORTANZA DELLA
RELIGIONE PER L'ESERCITO ROMANO
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La Religio Romana faceva parte della vita di tutti i giorni
ed é quella che creava i comportamenti e le attitudini del
cittadino innanzi ad ogni aspetto della sua vita. Il culto
delle divinità latine, i sacrifici a loro offerti, erano dei
modi per riuscire ad esorcizzare le paure di tutti i giorni,
per avere dalla propria parte il potere divino ultraterreno.
Naturalmente questo sentimento era amplificato sul campo di
battaglia, dove le grandi paure sembravano darsi appuntamento.
Venne quindi adottato un complicato sistema di festival, cerimonie
augurali, culto ufficiale dei monumenti e giuramenti che doveva
servire a trasformare le paure del soldato e la sua ansietà
in confidenza. Nella mente del soldato vi si instaurava quindi
una sorta di disciplina e di sicurezza dovuta alla certezza
che gli Dei erano dalla sua parte. I culti religiosi erano
delle ottime tecniche psicologiche che permettevano di essere
sul campo di battaglia ma di sentirsi come a casa propria:
le attività religiose militari, infatti, coincidevano con
quelle civili ed erano strategicamente studiate per concordare
sia che si fosse in guerra che se si fosse al lavoro. Per
esempio, durante la costruzione degli accampamenti (castra),
si faceva molta attenzione affinché i bordi esterni degli
stessi fossero accuratamente puliti da ogni albero o arbusto:
ciò non solo per il fatto di evitare degli attacchi a sorpresa
ma anche perché quella zona era considerata Sacra ed a disposizione
degli Dei. La Religio Romana aveva anche un grandissimo potere
propagandistico: quando un nuovo territorio veniva conquistato,
i Romani vi innalzavano subito un monumento in onore di un
dio, per dimostrare che la zona era stata "romanizzata".
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GLI STENDARDI
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Gli stendardi ed i vessilli delle Legioni erano venerati dalle
truppe stesse in modo da assicurare scaramanticamente il successo
e la prosperità per la Legione o per la Cohorte.
Lo stendardo legionario con la maggiore importanza era l'Aquila,
simbolo della Legione stessa, imposto da Augusto. Con la sua
ascesa al potere, l'immagine dell'Imperatore si sacralizzò:
ciò si concretizzò con la creazione de l'imagio, uno
stendardo sopra al quale vi era una rappresentazione del viso
dell'Imperatore in carica completamente in oro. Perdere un
vexillum era considerato un immenso disonore, la Legione
avrebbe fatto praticamente ogni cosa, anche l'impossibile,
per recuperarlo. Il vexillum recuperato però non veniva reintegrato
nelle fila della Legione, veniva posto in un Tempio creato
da Augusto, il Tempio di Mars Ultor (tradotto con Marte Vendicatore).
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IL GIURAMENTO MILITARE
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Il soldato romano si impegnava alla fedeltà mediante un giuramento
sacro, conosciuto come Sacramentum. Questo suo impegno
includeva l'idea che una posizione nell'esercito romano era
di una importanza sacra. Sfortunatamente non ci sono pervenute
delle edizioni complete di questo testo, probabilmente perchè
ogni Legione ne aveva uno proprio. Il giuramento era recitato
all'arruolamento, il 3 di Gennaio, ed all'anniversario del
regno dell'Imperatore corrente. Uno dei punti fondamentali
del Sacramentum era l'impegno alla fedeltà del soldato: durante
la Repubblica era il Comandante dell'unità che lo riceveva;
durante l'Impero, invece, era l'Imperatore in persona. Questo
cambiamento fu effettuato da Augusto, il quale riteneva in
questo modo di evitare che i Generali si proclamassero ai
loro soldati più importanti dell'Imperatore stesso.
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LA RELIGIONE NEL
CAMPO
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Al centro del campo vi era un altare, conosciuto come aedes
,che ospitava gli stendardi e le paghe dei soldati. Nel centro
di esso vi erano le Aquile delle Legioni ed il busto dell'Imperatore
circondato dai vessilli di tutte le cohortes. Alla costruzione
di questo altare era data precedenza rispetto a tutte le altre
strutture dell'accampamento: mentre tutto il resto era costruito
in legno, l'aedes era invece fatto di pietra. L'altare era
anche un luogo di incontro religioso per le truppe in quanto
tutte le immagini di culto per il soldato vi erano presenti.
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GLI DEI
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JUPPITER
Juppiter Iovis (Giove per noi) era il dio della luce
e del cielo ed era il dio supremo nel Pantheon romano. L'esercito
romano era particolarmente devoto a Juppiter Optimus Maximus,
che significa"il più buono e l'onnipotente". A Giove venivano
dati una grande varietà di epiteti dai senatori, dagli equestri,
da altri ufficiali e dagli uomini dell'esercito. Il suo tempio
era il più importante di Roma ed era anche il centro della
vita politica: in questo tempio le guerre erano dichiarate
e l'esercito veniva a rendere i suoi omaggi. L'aquila era
considerata il suo messaggero, da qui l'importanza dell'Aquila
come vessillo militare: la presenza di questo rapace nel cielo
poteva servire da presagio alla sconfitta o alla vittoria.
MARS
Mars (per noi Marte) era uno degli dei più venerati
dall'esercito romano. Il dio della guerra, Marte proteggeva
le Legioni in battaglia e dava ad esse il potere di espandere
l'Impero. Marte era figlio di Giove e Juno (Giunone)
ed era anche considerato il padre di Romolo e Remo, i mitici
fondatori di Roma. Una gran quantità di templi sono stati
eretti in suo onore. Il tempio di Mars Gradivus era particolarmente
importante per l'esercito romano poiché qui si radunava prima
di partire alla guerra: sacrifici e preghiere assicuravano
la vittoria. Il Campus Martius, (Campo Marzio, il terreno
di Marte) che era situato dietro le mura della città, era
dedicato a lui, ed era qui che l'esercito era addestrato alla
battaglia. Nella Regia del Forum Romanum, le hastae
Martie (le lance di Marte) vi erano custodite, quando
venivano spostate vi si leggeva un presagio di guerra. I Centurioni
lanciavano le Legioni all'attacco con il grido: "Mars vigilia!"
("Marte svegliati!"), incitando così il dio ad essere vigilante
per portarli alla vittoria. Molte ricorrenze erano destinate
a Marte: l'Armilustrium,per
esempio,al 19 di Ottobre, era molto importante per l'esercito:
durante il suo svolgimento le armi dei soldati erano ritualmente
purificate e quindi riposte per l'inverno.
MINERVA
Minerva era la dea della saggezza, della medicina, della scienza
e della guerra. Era la figlia di Giove ed era venerata nel
templio sul Capitolino. Essa attraeva gli uomini che avevano
un nesso con le armi ed é stata spesso considerata la Patrona
dell'Esercito Romano.
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I CULTI
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Il culto di Juppiter Dolichenus
Era questo un culto direttamente associato con la creazione
delle armi in acciaio. Questo culto era molto popolare tra
i legionari a causa dell'ovvia associazione con questo metallo.
Una leggenda racconta che Juppiter Dolichenus venne dal cielo,
mentre altre dicono che nacque sulla Terra nel posto ove nacque
l'acciaio. Questo culto fu molto popolare nel III secolo d.C.
I soldati non credevano che un determinato culto fosse pubblicamente
istituito fintantoché un tempio non fosse eretto: come risultato
il tempio di Juppiter Dolichenus fu costruito nel 191 d.C.
a Roma.
Culti stranieri
I culti a divinità straniere, appartenenti alle province sottomesse
per esempio, erano sovente immessi nel culto religioso ufficiale
da ufficiali di alto rango. Questi culti furono accettati
per poter permettere alle truppe non-romane di usufruire dei
loro dei sul campo di battaglia. Erano comunque patrimonio
esclusivo di determinate unità di combattimento. Per esempio,
quando Roma si espanse in Siria, un culto venne importato
e fu esclusivamente adottato dagli arceri. Nella seconda metà
del II secolo d.C. degli dei dell'Est quali Serapis e Isis
divennero molto popolari ed ebbero anche un tempio dedicato
a loro dall'esercito romano. Gli dei egizi in generale erano
molto popolari ed alcuni faraoni e divinità antiche vennero
adottate dal sistema religioso romano.
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