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Progetto
Ovidio - opere latine tradotte
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Architettura
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14500 kb |
Vitruvio Pollione, architetto e ingegnere romano del I secolo a.C., fu contemporaneo di Cesare e Cicerone. Come architetto, forse, costruì la scomparsa basilica di Fano, raffigurata in una ricostruzione ipotetica nell'edizione del 1521 commentata da Cesariano. Come ingegnere egli stesso accenna a propri lavori eseguiti sotto Augusto, mentre Frontino lo menziona quale addetto agli acquedotti di Roma.
La data di composizione del trattato non è certa, forse fra il 27 e il 23 a.C. Il testo dell'opera, nonostante i tentativi di sistematizzazione operati nelle varie edizioni a stampa, appare come il risultato di un lavoro condotto a più riprese, non privo di inesattezze e lacune. Comunque, i manoscritti di Vitruvio finora conosciuti risalgono in gran parte al periodo compreso fra il lX e la fine del Xlll secolo. Fra questi, va segnalato l'Harleianus (British Museum Library) del lX secolo, capostipite di una serie di copie eseguite fino al XV secolo. Il De Architectura, nelle edizioni a stampa, è stato diviso in dieci libri dei quali esistono numerosi compendi.
Il primo libro illustra i significati e le parti dell'architettura e la formazione dell'architetto e si sofferma sull'uso e le caratteristiche degli ordini architettonici. Nel secondo libro si affrontano argomenti di carattere tecnico, come la descrizione dei materiali da costruzione. Nel terzo -dove si descrive l'uomo ideale- e nel quarto libro si descrivono i diversi tipi di templi e si torna a parlare degli ordini architettonici, mentre nel quinto si affronta l'argomento degli edifici pubblici. Il sesto e settimo libro quello delle case private. Fra gli argomenti con attinenza alle macchine o alle difese -di competenza dell'ingegnere più che dell'architetto- si possono segnalare i passi dedicati alla costruzione delle mura urbane (libro primo), agli acquedotti (libro ottavo), all'utilità delle scienze (libro nono) e, infine, alla trattazione della machinatio, o costruzione di macchine ad uso civile o bellico (libro decimo). Vitruvio arricchisce il trattato con osservazioni desunte da esperienze personali e fa esplicito riferimento alle proprie fonti: Ctebisio di Alessandria e Archimede per numerose invenzioni, Aristosseno (allievo di Aristotele) per la musica, Agatarco per le scene di teatro e Terenzio Varrone per l'architettura.
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inserito
il 11/09/2007 07:22:00 |
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opera
in originale: Architettura |
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