profilo essenziale di storia del diritto romano |
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L'ETA' REPUBBLICANA/2 |
L’Italia e le prime province.L’evoluzione degli organi dello stato romano è accompagnata dall’evoluzione di fattori esterni. Riguardo all’espansione romana, una tesi del 1800 afferma che si trattò di un espansionismo difensivo. In realtà la spiegazione risiede nel fatto che la società romana non aveva un equilibrio interno. L’economia agricola è povera e dissestata dalla circolazione di denaro che provoca continui debiti; il commercio crea una nuova aristocrazia, quella dei cavalieri. L’espansione verso sud è di tipo imperialistico e comporta una grossa spesa:
L’equiparazione plebisciti-leggi.In questo periodo la contrapposizione sociale non è più ormai tra patrizi e plebei ma tra nobilitas e resto della popolazione: si pensi che la legge Ogulnia del 300 permette ai plebei l’accesso anche al pontificato.La lex Publilia Filonis del 339 prevede che i plebisciti abbiano valore di legge se autorizzati preventivamente dal Senato. La completa parificazione plebisciti-leggi si avrà con la lex Hortensia del 286. Da allora le leggi saranno votate quasi solo dal popolo, ma i tribuni, che devono proporre le leggi, appartengono anch’essi alla nobilitas, perciò non vanno contro gli interessi della propria classe. Il riconoscimento alle assemblee del potere legislativo dette luogo all’inclusione, tra le fonti del diritto romano, delle leges publicae populi romani. Leges erano tutte le deliberazioni comiziali, quindi anche quelle relative alla creatio dei magistrati e quelle interferenti negli iudicia criminali. Solo più tardi il termine di “leges” fu riservato alle sole deliberazioni a carattere normativo. La riforma dei comizi centuriati.Alla fine della prima guerra punica diviene definitiva la riforma del comizio centuriato e nasce accanto al pretore urbano il pretore peregrino. La riforma del comizio centuriato è volta a dare maggiori poteri ai possessori di capitale mobile. Il senso di questa riforma è quello di riprodurre all’interno di ciascuna tribù la stessa divisione delle classi esistente nella società. Ciò comportava una ridistribuzione artificiale della popolazione mediante l’equiparazione tra il capitale mobiliare e la proprietà terriera. Effetto politicamente significativo di questa nuova assemblea fu quello di equiparare in modo totale patriziato e plebe, e di far decade il principio timocratico rigidamente sancito nell’originaria struttura centuriata.L’espansione extra-italica.La Sicilia non entra a far parte dell’Italia: la vera Italia è quella peninsulare, tutto il resto è provincia. Anche in Sicilia si riproduce la solita casistica degli accordi tra Roma e le singole città che potevano essere:
Nel 218 comincia la seconda guerra punica, che avrà un costo umano altissimo. Ad essa appartengono le
Con le battaglie di Pidna (nel 168 e nel 148), la distruzione di Cartagine (146) e la riduzione a provincia di tutta la Grecia, la tendenza a formare nuove province si stabilizza e si ricerca solo il monopolio del commercio marittimo. In questo periodo, tre fattori, uniti alla prime deroghe costituzionali, provocano mutamenti dell’assetto dell’ordinamento e la trasformazione del processo criminale:
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