profilo essenziale di storia del diritto romano |
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L'ETA' REPUBBLICANA/1 |
Racconto tradizionale circa la caduta della monarchia.Nel 509, secondo la tradizione, si passa dalla monarchia alla Repubblica. Secondo alcuni (Arangio Ruiz) tale passaggio fu lento e graduale e il re divenne “sommo sacerdote” (rex sacrorum). Oggi si ritiene comunemente che il passaggio alla Repubblica fu traumatico. La tradizione parla di un oltraggio ad una matrona da parte di Tarquinio il Superbo e di una conseguente rivolta popolare. Questa sarebbe stata
Le secessioni della plebe. Nel 494 il contrasto tra patrizi e plebei causò la creazione dei tribuni della plebe: è la prima secessione plebea. La plebe faceva giuramento (sacramentum) ai suoi magistrati (tribuni plebis) e creava le leggi sacrate. In età monarchica i tribuni erano esistiti come tribuni militum, le forme di magistrati più vicine al popolo. La plebe si impegnava a difendere in armi i propri magistrati (coniuratio). I tribuni portavano aiuto alla plebe (auxilium) minacciando nuove secessioni e con il potere di intercessio. La prima secessione si concluse con l’ambasceria di Menenio Agrippa. Oltre a nuove terre e al riconoscimento delle proprie magistrature i plebei chiedevano l’accesso a tutte le magistrature dello Stato e l’abolizione del connubium. Il decemvirato e le leggi delle XII tavole. Nel 451 sarebbero state soppresse, secondo la tradizione, tutte la magistrature, e sarebbe stato creato, su proposta del tribuno Trentilio Arsa, un collegio di 10 magistrati con il compito di legiferare (decemviri legibus scribundis). L’anno successivo, in un secondo collegio, sarebbero stati eletti anche alcuni plebei, ma a causa del loro comportamento tirannico i secondi decemviri sarebbero stati rovesciati. Lo scopo delle leggi delle XII tavole – opera dei decemviri – era quello di mettere alla pari tutte le classi dei cittadini: infatti le leggi contenute nelle tavole non erano nuove, ma essendo scritte erano certe. Quanto alla natura del decemvirato, secondo il De Martino si tratterebbe di una magistratura permanente, e perciò avrebbe preso il posto dei consoli e dei tribuni della plebe. Le XII tavole si possono dividere per argomenti:
La prima legge delle tavole riguarda l’estinzione del debito e la punizione del debitore moroso (con garanzie per il debitore). Seguono leggi che riguardano l’emancipazione dei figli, la manus sulla moglie, la tutela di minori e incapaci, l’interpretazione restrittiva degli atti del contratto, la mancipatio e la in iure cessio. Vi sono poi leggi sui piccoli fondi, contro i procedimenti magici, contro il furto e l’omicidio, sulla sovranità del popolo. Le norme a carattere costituzionale riguardano:
A partire dal 367 esistono per la storia del diritto romano dati sicuri. Le leggi Licinie Sestie del 367 reintroducono il consolato – al quale venivano ammessi ora anche i plebei – introducono la nuova magistratura della pretura, stabiliscono l’estensione di agro pubblico che ogni privato può possedere, e dettano norme riguardanti l’aes alienum. Si è ormai arrivati alla completa fusione della classe dirigente patrizia con quella plebea: nasce così la nobilitas che sarà comunque una casta chiusa. Vediamo più da vicino le leggi Licinie Sestie:
Magistrature importanti furono poi i censori, gli edili e i questori. Quanto al tribunato, esso non era ormai altro che il primo gradino della carriera politica. Con il principio della collegialità, infatti, la carica contestataria del tribunato decadde, perché, potendo ogni tribuno opporre il veto alle proposte di un collega, all’aristocrazia bastava controllarne uno. I magistrati supremi avevano la potestas e l’imperium:
Organi e istituzioni dell'età repubblicana.Le caratteristiche degli organi dell’ordinamento romano non devono essere intese come immutabili durante tutto il periodo repubblicano. Dal 367 al 283 si assiste infatti ad un periodo di assestamento caratterizzato dalla necessità di eliminare gli ultimi contrasti fra patrizi e plebei; tra il 283 e il 146 i vari organi di governo si armonizzarono e dettero vita al governo repubblicano; fra il 146 e il 27 la lunga crisi della repubblica determinò la corruzione e la scomparsa della armonia e dell’equilibrio del periodo precedente.Il Senato nell’età repubblicana assume una posizione di notevole importanza: mentre teoricamente il suo parere non vincolava i magistrati, di fatto essi risultarono i meri esecutori di una volontà politica che si formava indipendentemente da loro nell’ambito senatorio. La trasformazione più importante del Senato riguardò il fatto che entrarono a farvi parte anche i plebei. Il numero normale di senatori fu di 300 finché Silla non li portò a 600. I poteri rimasero sostanzialmente immutati: tuttavia alcune leggi stabilirono che l’auctoritas patrum doveva precedere e non seguire la votazione comiziale delle leggi. Le magistrature altro non furono che la prosecuzione e lo sviluppo di cariche che già si erano costituite nei momenti della crisi dello Stato Quiritario. Fra i magistrati si distinguevano i maiores, forniti di potestas e di imperium, e i minores, forniti della sola potestas. Quanto alle modalità di elezione, alla regola secondo cui “il magistrato crea il magistrato” si sostituì quella dell’elezione popolare dei magistrati. I consoli. Fra tutte le magistrature il consolato emerge per il carattere illimitato delle sue competenze. I consoli sono forniti di imperium ma tale potere non è illimitato come quello regio bensì sottoposto a tutti quei vincoli propri di tutte le magistrature (annualità, collegialità, esistenza di altri magistrati, limiti della provocatio, ecc.). I consoli erano due, esercitavano il potere collegialmente, duravano in carica un anno e all’anno stesso davano il nome. Erano nominati dai comizi centuriati, presieduti da un magistrato con potere maggiore o uguale al loro, di regola il 15 marzo. Le assemblee popolari. I comizi curiati ebbero attribuzioni di carattere religioso, anche perché continua-rono ad esistere solo per rispetto alla tradizione. I comizi centuriati mantennero la loro origine militare; vennero convocate dai magistrati cum imperio e si riunirono nel campus martius secondo rigorose formalità. Le loro attribuzioni furono:
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