Gaio Ottaviano AUGUSTO (27 a.C. - 16 d.C.).
Figlio adottivo di Caio Giulio Cesare che lo nomina suo erede.
Dopo l'assassinio di Giulio Cesare, il Senato lo contrappone a Marco Antonio
e M. Emilio Lepido. Giunge al potere combattendo le seguenti guerre:
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Guerra di Modena (43 a.C.).
Marco Antonio si fa assegnare dai comizi il governo della Gallia Cisalpina
per 6 anni ed il senato gli dichiara guerra. Ottaviano, propretore, dopo
la sconfitta di Antonio a Modena si accorda con lui e con Lepido, governatore
della Transalpina (27 XI 43).
I tre triunviri marciano su Roma ed ottengono il riconoscimento del loro
potere (27 XI).
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Guerra di Filippi (43-42 a.C.).
I congiurati dell'assassino di Cesare sono condannati all'esilio, sono
compilate le liste di prescrizione che comprendono 300 senatori (tra i
quali Cicerone, giustiziato il 7 XII) e 2.000 equites.
Bruto e Cassio hanno frattanto raccolto in Oriente 19 legioni ma sono
sconfitti dai triunviri Antonio ed Ottaviano a Filippi, in Macedonia,
una delle più grandi battaglie dell'antichità (XI 42 a.C.), e si tolgono
la vita. Durante la battaglia Ottaviano promette a Marte Ultore un tempio,
che fa poi erigere nel foro.
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Guerra di Perugia (41-40 a.C.).
Mentre Antonio rioccupa l'Oriente, Ottaviano effettua le riforme in Italia
ma deve affrontare la rivolta di L. Antonio e Fulvia, rispettivamente
fratello e moglie del Triunviro (XII 41 a.C.). I ribelli prendono Roma
ma devono abbandonarla, sono assediati a Perugia da M. Vipsanio Agrippa
e costretti alla resa (III 40 a.C.). La città è saccheggiata.
Antonio soccorre i familiari e sbarca a Brindisi, dove raggiunge un accordo
con Ottaviano siglato dal matrimonio di Antonio con Ottavia, figlia di
Ottaviano (autunno 40).
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Contro i Parti (39-38 a.C.).
Pacoro, figlio del re dei re, è cacciato dalla Siria, sconfitto e ucciso
a Ginaros (9 VI 38 a.C.) da P. Ventidio Basso, legato del triunviro Antonio.
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Contro Sesto Pompeo (38-35 a.C.).
Figlio di Pompeo "Magno", sfuggito a Munda da Giulio Cesare, occupa la
Sicilia, la Sardegna e la Corsica compiendo scorrerie con la sua flotta.
La Sicilia è invasa dai triunviri Ottaviano e Lepido, duramente contrastati
da Sesto Pompeo che è infine sconfitto a Naucolo (a nord della Sicilia)
da M. Vipsanio Agrippa, fugge in Asia ma è catturato da un legato di Antonio
e giustiziato a Mileto (35 a.C.).
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Contro i Parti (36 a.C.).
Il triunviro Antonio, alleato a Cleopatra regina d'Egitto (e sua amante)
invade la Media ma fallisce l'assedio di Fraaspa (VIII 26 a.C.), è abbandonato
dagli Armeni e nella ritirata subisce la guerriglia dei Parti che gli
causano enormi perdite.
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Contro Lepido (35 a.C.).
Il triunviro Lepido ha unito alle sue 12 legioni le 8 tolte a Pompeo e
si ribella ma è abbandonato dalle truppe, si sottomette ad Ottaviano e
si ritira a Circei, presso Napoli, dove muore (III 12 a.C.).
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Contro i Pannoni (35-34 a.C.).
Il triunviro Ottaviano respinge i Pannoni e giunge a Siscia (odierna Siszeg).
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Contro l'Armenia (34 a.C.).
Il triunviro Antonio occupa l'Armenia che diviene provincia romana.
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Contro Antonio e Cleopatra (32-30 a.C.).
Tra i due triunviri rimasti, Ottaviano ed Antonio, inizia una campagna
denigratoria che precede la guerra aperta.
Antonio e Cleopatra giungono in Grecia ma sono sconfitti nella grande
battaglia navale di Azio (2 IX 31) ed inseguiti in Egitto dove si suicidano
(1 VIII 30 a.C.). I rostri della flotta avvessaria sono portati sulla
tribuna pubblica nel Foro. L'Egitto è annesso all'Impero Romano e, per
la prima volta, invece che diventare provincia è governato da un prefectus
scelto tra gli equites. Due oblischi sono portati nel Circo Massimo
(sono oggi in piazza del Popolo e piazzetta Montecitorio).
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Ottaviano assume il prenome "Imperator" (40 a.C.), riceve
dal senato i titoli "Augustus" (27 a.C.), "Pater Patria" (5 II
2 d.C.) ed effettua le seguenti riforme:
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L'amministrazione:
Divide le province in Imperiali e Senatorie (27 a.C.). Le prime, più turbolente,
hanno gli acquartieramenti dell'esercito occupate militarmente e sono
governate da suoi legati, scelti tra gli equites con stipendio
e senza limite temporale. Le Senatorie sono amministrate dai magistrati
del Senato, il cui operato è poi controllato da Ottaviano per concessione
del Senato (23 a.C.).
Roma è divisa in 14 regioni e l'Italia in 11 regioni.
Inoltre ordina la stesura di un bilancio, l'inventario dei beni statali
(terre, miniere, foreste) e crea un consilium principis.
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I costumi:
Caccia dal Senato 400 senatori indegni, emette leggi che limitano il lusso
e favoriscono la carriera politica a chi è sposato ed ha più figli (18
a.C.), misure che si prefiggono di migliorare la classe politica romana,
ma che divengono mezzi di esclusione politica, saranno abolite da Costantino
I.
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L'esercito:
E' diviso in truppe pretoriane, urbane, legionarie ed auxilia.
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Le 9 coorti pretorie (9.000 uomini), guidate da due
prefetti del pretorio, sono truppe scelte a disposizione dell'Imperatore,
arruolate in Lazio, Umbria o Etruria (le regioni più romanizzate),
prestano servizio per 12 anni (Augusto dispone anche di una guardia
personale di 1.000 Germani).
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Le 4 coorti urbane (4.000 uomini) garantiscono l'ordine
in città sotto il comando di un Praefectus Urbi, prestano
servizio come i precedenti ma con paga più bassa (non sono un corpo
militare).
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Le 28 legioni, ciascuna di 5.500 fanti e 120 cavalieri
(160.000 uomini in tutto), sono agli ordini di legati imperiali
e sono formate da volontari italici o provinciali con cittadinanza
romana. Prestano servizio per 16 anni con paga più bassa dei precedenti
e ricevono al congedo un premio in denaro (non più in terre). Ogni
legione è fornita di numero, di nome e di campo permanente (dapprima
in legno, poi in pietra).
Sono stanziate 3 in Hispania, 8 sul Reno, 7 sul Danubio, 4 in Siria,
2 in Egitto ed una in Africa.
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Gli auxilia sono truppe di presidio e di complemento
alla fanteria pesante legionaria. Sono arruolate tra i provinciali
che prestano servizio per 25 anni ed al congedo ricevono la cittadinanza
romana. Sono organizzate in cohortes di 480 fanti medi, leggeri
o tiratori (6 centurie), alae di 480 cavalieri (16 turmae)
e cohortes equitate (di qualità inferiore) di 480 fanti e
120 cavalieri (6 centurie e 4 turmae). Ogni unità è guidata
da un equites.
Il totale degli effettivi è ipotizzato pari a quello dei legionari.
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La flotta:
Per garantire i rifornimenti di grano in Italia e la sicurezza contro
i pirati, Augusto crea una flotta permanente, guidata da un praefectus
classis, di stanza a Miseno (presso Napoli), Ravenna ed Alessandria
d'Egitto ed equipaggiata con provinciali, italici proletari e schiavi.
Altre flottiglie si trovano sul Reno, Danubio e Tevere, poi anche in Siria
e sul Mar Nero (per 200 anni non si avranno grossi scontri navali).
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L'Impero combatte le seguenti guerre:
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Contro Asturi e Cantabri (26-25 a.C.).
Augusto inizia la repressione degli Asturi ed dei Cantabri, sottomessi
dai suoi legati dopo dura resistenza. Tutta la Spagna è occupata e sono
create le province Hispania Terraconenses e Galizia (con
le miniere d'oro).
Una ribellione dei Celtiberi è repressa da M. Vipsanio Agrippa (19 a.C.)
che lo stesso anno è associato al governo da Ottaviano.
La vittoria è celebrata con l'erezione nel Campo Marzia di Roma dell'Ara
Pacis Augustea (L'Altare della Pace di Augusto, tuttora conservato),
presso il quale Agrippa fa costruire le Terme, il Panteòn (ricostruito
all'epoca di Adriano), un portico di 100 colonne e l'Aqua Virgo
(che oggi alimenta la fontana di Trevi e le fontane di piazza di Spagna,
piazza del Popolo e piazza Navona).
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Contro i Salassi (25 a.C.).
Il legato Terenzio Varrone sottomette i Salassi in Val d'Aosta e fonda
Augusta Preaetoria (odierna Aosta), con un arco trionfale (esistente).
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Contro gli Etiopi (26 a.C. e 23-22 a.C.).
Cornelio Gallo prefetto d'Egitto (e poeta) guida una spedizione contro
gli Etiopi (26 a.C.) e una in cerca dell'Arabia Felix (Yemen) perdendo
numerose truppe (Romani, Ebrei e Nabatei) a causa della fame e delle malattie
(23 a.C.).
Gli Etiopi guidati da Candace avanzano contro Elefantina ma sono respinti
da Caio Petronio prefetto d'Egitto che saccheggia Napata (22 a.C.), capitale
del regno governato dai discendenti della XXV dinastia egiziana (Etiope).
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Contro l'Armenia e la Partia (20 a.C.).
Tigrane re d'Armenia è riportato sul trono da Tiberio (figliastro di Ottaviano
Augusto) ed anche la Media Atropatene affida a Roma la soluzione della
successione al trono.
I Parti aprono trattative, ottengono la liberazione del figlio del re
dei re Fraate IV prigioniero a Roma, rendono i prigionieri e le insegne
tolte a Crasso a Charre e a Marco Antonio, evento celebrato nei bassorilievi
del Foro di Augusto (19 a.C.).
Dopo la morte di Tigrane l'Armenia diviene provincia romana (1 d.C.).
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Contro i Reti e Pannoni (16-9 a.C.).
Le popolazioni alpine, dell'Illiria e della Tracia insorgono.
Tiberio e suo fratello Druso (preferito da Augusto) sottomettono i Reti,
giungono al Danubio e permettono l'istituzione delle province di Rezia
(l'odierna Svizzera) e Norico (odierna Austria, 16 a.C).
L'abile generale M. Vipsanio Agrippa reprime la ribellione dei Daci ma
al ritorno muore (III 12 a.C.).
Tiberio combatte coi Pannoni ed è creata la provincia di Pannonia (9 a.C.).
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Contro i Germani (12 a.C. - 6 d.C.).
Druso
combatte i Germani ma muore cadendo da cavallo (9 a.C.) ed è quindi detto
"Germanico". La lotta è continuata da Tiberio, che prolunga la ferma a
20 anni per i legionari, a 14 per i pretoriani e porta le legioni da 23
a 25.
Tiberio sottomette i Germani (8 a.C.), giunge all'Elba ed ottiene il trionfo
a Roma, ma il malgoverno di P. Quintilio Varo causa la rivolta dei Germani
guidati dall'abile Arminio (Hermann) principe dei Cherusci, che
sconfigge disastrosamente tre legioni nella Selva di Teutoburgo (9 d.C.).
Le legioni XVII, XVIII e XIX non saranno più ricostruite.
Tiberio e suo nipote Germanico (figlio di Druso) nonostante alcuni successi
sono costretti a ritirarsi oltre il Reno (6 d.C.) per la rivolta in Illiria.
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Contro gli Illiri (6-8 d.C.).
Tiberio e Druso reprimono la grave rivolta degli Illiri in Dalmazia e
dei Pannoni.
Sono impiegate 10 legioni (VIII Augusta, IX Hispana, XI Claudia, XIV Gemina,
XV Apollinaris, XX Valeria Victrix), 70 cohortes e 10 alae
di auxilia, cavalieri inviati da Roemealce re di Tracia ed altre
truppe irregolari per un totale di 100.000 uomini.
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A Roma l'Imperatore fa ultimare una quarantina di edifici pubblici
iniziati da Giulio Cesare. Fa inoltre costruire 7 statones vigilum (per
i vigili del fuoco), un tempio ad Apollo (resta solo la statua del dio, in Vaticano).
Sul Palatino il proprio palazzo (rimangono pochi ruderi) e quello della seconda
moglie Lidia (rimangono ruderi imponenti). Nel Foro erige il tempio a Cesare
deificato (29 a.C.), riedifica la Basilica Giulia (distrutta da un incendio
ai funerali di Cesare), il tempio della Concordia (9 a.C.) e la Basilica Emilia.
Edifica un nuovo Foro, chiamato Augusteo, con le statue dei principali capitani
della storia romana ed il tempio a Marte Ultore (restano alcune colossali colonne).
Riedifica in pietra il Circo Massimo. Fa inoltre costruire il palazzo alla sorella
Ottavia (oggi è la chiesa di Sant'Angelo in Peschiera) ed il proprio Maueoleo
(dove sono sepolti tutti i suoi successori fino a Nerva). Gli è attribuito il
detto di aver trovato una città di mattoni ed averla lasciata di marmo.
Durante il suo governo sono inoltre edificati il suntuoso teatro di Marcello
capace di ospitare 13.500 spettatori (trasformato in fortezza nel medioevo),
i giardini sull'Esquilino da parte di Mecenate, ed il celebre tempio a tutte
le divinità (Pantheon) da parte di Agrippa (poi distrutto, ricostruito sotto
l'imperatore Adriano).
Ottaviano muore settantaseienne a Nola (19 VIII 16 d.C.).
Durante il 14° anno del suo regno in Palestina nasce Gesù.
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