Gaio Aurelio Valerio "DIOCLEZIANO" (284-305).
Nato in Dalmazia nella città di Diocle, da cui il soprannome.
Generale sotto gli Imperatori Aureliano e Probo, diviene capo della guardia sotto l'Imperatore
Numeriano. Uccide personalmente il prefetto del pretorio Ario Apro, che ha assassinato
Numeriano, ed è acclamato Imperatore dai soldati a Calcedonia (17 XI 284).
Affronta poi l'Imperatore Carino a Viminacium (odierna Orasje) e sta per essere sconfitto quando
Carino è ucciso dai propri ufficiali (285).
Ottenuto l'Impero, Dicleziano effettua notevoli riforme (293-297):
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Le province:
Le province sono portate da 57 a 87 (poi 101), raggruppate in 12 diocesi (7 in occidente e 5
in Oriente), ciascuna con a capo un vicarius. Solo le province di Asia, Acaia ed Africa
Proconsolare restano in mano a 3 proconsoli.
Il potere civile è separato da quello militare. Il primo è affidato a
praesides, consulares o correctores (governatori) ed il secondo ai
duces, entrambi scelti tra gli equites, nominati dall'Imperatore (il Senato
è esautorato).
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L'economia:
Riorganizza le finanze tassando la ricchezza mobile e lo iugum (la superficie di
terra lavorabile da un singolo colono). Inoltre obbliga i sudditi a seguire il mestiere del
padre istituendo praticamente delle caste.
Fallisce invece la sua riforma monetaria e l'istituzione di un calmiere (l'Editto dei Prezzi
massimi imposto nel 301 è abrogato l'anno successivo).
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L'esercito:
Le legioni divengono 60 ma perdono ogni assetto tradizionale. I loro effettivi scendono a
1-3.000 uomini, privi di disciplina ed addestramento. Ogni proprietario deve fornire un numero
fisso di contadini all'esercito oppure pagare in denaro, mentre continua l'arruolamento di
volontari, soprattutto Illirici. Ai legionari è anche concesso di sposarsi (293).
L'armamento comprende cassis (elmo), corazza, spiculum (lancia), veratum e
plumbatae (giavellotti che sostituiscono il pilum), archi, fionde, dardi e
soprattutto spathae germaniche, ma non più artiglieria.
Le legioni sono classificate in:
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palatine: truppe scelte di manovra al seguito degli augusti e dei cesari.
Tra queste troviamo la legione Ioviana (al seguito di Diocleziano), la legione Herculiana (al
seguito di Massimiano), i lanciarii (veterani armati di lancia), i Solenses,
i Martenses ed il sacer comitatus (elementi scelti).
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comitatenses: truppe di manovra stanziate ai confini.
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limitanee: di guarnigione permanente alle frontiere.
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A fianco delle legioni sono utilizzati:
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alae e cohortes di ausiliari tradizionali.
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vexillationes equites (unità autonome di 500 cavalieri).
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numerus composti da barbari (diffusamente).
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laeti (barbari alleati o prigionieri).
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gentiles (volontari provenienti da fuori l'impero).
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In totale l'esercito è valutato a circa 350-500.000 uomini.
Tutte le città vengono munite di mura.
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La Tetrarchia:
La riforma più importante riguarda il vertice del potere. Per rendere più facile
il controllo del grande impero ed evitare le lotte di successione Diocleziano adotta i criteri
di temporaneità e collegialità delle cariche, già utilizzati all'epoca
repubblicana.
L'Impero è retto da un "augusto massimo" ed un "augusto", in carica 20 anni, affiancati
da due "cesari" ai quali è garantita la successione ad augusti. La carica di augusto
massimo, con diritto di nomina dei cesari, è ricoperta alternativamente in oriente ed in
occidente.
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Dapprima Diocleziano associa Marco Aurelio Valerio MASSIMIANO "Erculeo" come
cesare (285), poi lo nomina augusto (305) e divide l'Impero in quattro parti così
assegnate:
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L'augusto massimo Diocleziano governa Asia Minore, Siria, Palestina, Egitto e
Cappadocia, che governa da Nicomedia (Bitinia).
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L'augusto Massimiano ottiene Italia, Rezia ed Africa Latina, governa da Milano che munisce di
mura.
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Il cesare Flavio COSTANZO I Valerio "CLORO" (305-306) ottiene Gallia, Britannia,
Spagna e Mauretania, che governa da Treviri.
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Il cesare Caio GALERIO Valerio Massimiano (305-311) ottiene Tracia, Macedonia, Acaia,
Epiro, Illirio, Pannonia, Mesia e Norico, che governa da Sardica (Mesia).
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L'Impero combatte le seguenti guerre:
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Contro la rivolta dei bacaudae (285-6).
Il cesare Massimiano reprime la rivolta dei bacaudae ("bande" di contadini gallici), che
hanno eletto imperatori Eliano e Amanno, hanno saccheggiato Augustodunum (odierna Autun) ed i
dintorni.
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Contro Carausio e Alletto (286-294).
L'ufficiale menapio Carausio, inviato dall'augusto Massimiano a combattere la pirateria dei
Franchi sulla Manica, si limita a sequestrare loro il bottino lasciandoli in
attività.
Intimato di smettere, sfugge ad un tentativo di assassinio, si proclama imperatore (286),
ripara in Britannia e respinge la flotta dell'augusto Massimiano (289) che è costretto a
riconoscerlo (290).
Il cesere Cloro gli toglie Gesaoriacum (293, odierna Boulogne), sbarca in Britannia, sconfigge
Alletto (296), comandante delle guardie che ha assassinato Carausio, e celebra con Massimiano
il trionfo a Roma (296).
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Contro i Mauri ed i Baquati (297-298).
L'augusto Massimiano con una campagna in profondità respinge Mauri e Baquati dalla
Mauretania Tigrana, entra trionfalmente a Cartagine (10 III 298) ma abbandona l'oramai inutile
limes di Volubile (298).
Alla campagna prendono parte vexillationes delle legioni XI Claudia (da Aquileia), II
Erculia (dal Danubio) e II Traiana (dall'Egitto), numerus di Galli e Germani, reclute di
Tracia ed evocati (veterani richiamati).
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Contro i Burgundi (286).
L'augusto Massimiano combatte i Burgundi.
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Contro gli Alemanni (286-287).
L'augusto Massimiano respinge gli Alemanni che hanno effettuato un'incursione in Gallia.
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Contro i Bosforiani.
Il prefetto del pretorio Costanzo "Cloro", alleato ai Cherossonenici, invade i domini dei
Bosforiani che cedono parte delle loro terre.
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Contro i Germani (293-295).
Il cesare Galerio sconfigge Eruli, Franchi e Batavi.
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Contro Achilleo (295-296).
Lucio Elpidio Achilleo solleva l'Egitto e si proclama imperatore con nome L. Domizio Domiziano
(286).
Dicoleziano lo assedia 8 mesi in Alessandria che fa saccheggiare, giustizia il ribelle, divide
l'Egitto in tre province, installa sulla frontiera i Nabatei affinché contrastino le
incursioni dei Blemmi ed evaqua l'alto corso del Nilo.
In Alessandria è eretta una colonna commemorativa.
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Contro i Sasanidi (296-298).
Il re dei re Narseh invade l'Armenia, la Mesopotamia (296) e sconfigge presso Carrhe il
cesare Galerio che dispone di forze insufficienti (296).
Galerio ottiene rinforzi, tra i quali mercenari Goti e Daci, e sconfigge Narseh in Armenia
catturando la famiglia imperiale (estate 297). La pace raggiunta a Nisibi (298) garantisce a
Roma il possesso della Mesopotamia, il protettorato sull'Iberia e sull'Armenia (allargata con 5
satrapie) e la pace per 40 anni. In onore di Galerio viene eretto un arco di trionfo.
Sul confine viene costruita la Strata Diocletiana, limes dall'Eufrate a Palmira e verso
il deserto tra Damasco e Bostra, presidiato da 2 legioni, 5 coorti e 7 alae di
auxilia e 12 vexillationes equites.
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Contro i Sarmati (294 e 298).
Diocleziano combatte i Sarmati (294) ed è poi affiancato dal cesare Galerio (298).
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Contro i Carpi e i Bastarni (294-295).
Mentre Galerio è occupato in Oriente, l'Augusto d'Occidente Massimiano sconfigge sul
basso Danubio i Carpi (deportati nell'Impero) ed i Bastarni.
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Contro i Franchi e Alemanni (298 e 305).
Il cesare Costanzo "Cloro" è sorpreso e ferito dai Franchi e Alemanni invasori ad
Andematunnum (odierna Langres) che sono contrattaccati e sbaragliati (298).
Costanzo "Cloro" fa edificare a Parigi il palazzo "Delle Terme" (dove poi risiederanno
l'Imperatore Giuliano "L'Apostata" ed i re di Francia).
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Contro i Calèdoni (306).
Il cesare Costanzo "Cloro" respinge le incursioni dei Picti, che hanno occupato la Calèdonia (297).
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A Roma Massimiano fa erigere in onore dell'imperatore le gigantesche
Terme di Dioclaziano (302-305), capaci di 3.000 bagnanti (alcune parti sono
inglobate nelle attuali chiese di San Bernardo e Santa Maria degli Angeli, dove
4 colonne in granito sono al loro posto originario).
Diocleziano e Galerio scatenano una persecuzione contro i cristiani istigato
da Galerio (24 II 303). Diocleziano celebra un unico, modesto trionfo nella
sua unica visita a Roma (X 303), infine abdica (1 V 305) inducendo Massimiano
a fare lo stesso, e si ritira nel proprio palazzo in Dalmazia.
Muore a Spalato (3 XII 316) dopo aver visto il fallimento delle sue riforme
politiche (il periodo tra l'abdicazione e la morte è detto Quies Augustorum
(Riposo degli Augusti).
Caio GALERIO II Valerio Massimiano (305-311).
Pastore proveniente dalla Tracia, percorre la carriera militare fino a diventare cesare
(293).
All'abdicazione di Diocleziano e Massimino (305) diviene augusto in oriente e dirige la
politica imperiale più del suo collega augusto massimo Costanzo "Cloro".
Durante il suo governo hanno luogo i seguenti avvenimenti politici:
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La nomina dei cesari (305):
Galerio nomina i due nuovi cesari:
Galerio Valerio MASSIMINO DAIA (305-313) per l'oriente,
FLAVIO Valerio SEVERO (305-307) per l'occidente.
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L'elevazione di Costantino (306):
L'augusto Costanzo "Cloro" muore a Eboracum (VII 306, odierna York) e le truppe proclamano
imperatore il figlio di questi Costantino (25 VII 306), riconosciuto cesare da Galerio che
nomina augusto Flavio Severo.
| | L'elevazione di Massenzio (306):
Il fatto precedente, e le misure di Galerio contro Roma (l'abrogazione dell'esenzione
delle tasse e l'ordine di sciogliere i pretoriani) causano la ribellione nell'Urbe e la
proclamazione a princeps di Marco Aurelio Valerio MASSENZIO (28 X 306), al quale si
unisce il padre Massimiano (ex-augusto).
L'usurpatore non ottiene il riconoscimento di Galerio, che invia contro di lui l'augusto Flavio
Severo, ma questo è abbandonato presso Roma dalle truppe (già di Massimiano),
è costretto ad arrendersi ed è giustiziato.
In estate dello stesso anno scende in Italia Galerio, ma anche lui deve ritirarsi perchè
parte delle sue truppe passano a Massenzio, che forte di questi successi si proclama augusto.
A Roma edifica un tempio al figlio Romolo e, sulla via Appia, un ippodromo.
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Il congresso di Carnuntum (308):
Galerio convoca un congresso a Carnuntum (308), al quale partecipa anche l'anziano Diocleziano.
Qui conferma i cesari Costanino e Massimino Daia (che rinuncia al titolo di augusto preso nel
307) e nomina augusto Caio Flavio LICINIO Liciniano.
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La ribellione di Domizio Alessandro (308-311).
Le truppe di africane si ribellano, proclamano augusto L. Domizio Alessandro (308) ed
interrompono le forniture di grano per Roma finché sono sconfitte da Volusiano, prefetto
del pretorio di Massenzio (311) che celebra a Roma il trionfo.
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Colpito da grave malattia, Galerio passa l'ultimo anno a Sardica
(Mesia) dove revoca le misure contro i cristiani (V 311) ponendo fine a quella
che è chiamata "Era dei Martiri" (303-311). Muore pochi giorni dopo (VI
311).
Caio Flavio LICINIO Liciniano (308-323).
Originario della Dacia, diviene augusto al congresso di Carnuntum (308) e combatte le seguenti
guerre:
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Contro Massimino Daia (313).
Dopo la morte di Galerio, i suoi territori asiatici sono rapidamente occupati da Massimino
Daia, mentre quelli balcanici sono presi da Licinio. I due si incontrano sul Bosforo e
riconoscono i rispettivi possessi (311).
Ma poi Massimino Daia invade di sorpresa i territori di Licino, prende Bisanzio, Eraclea ed
incontra l'avversario a Campus Serenus, presso Hadrianopolis (30 IV 313) dove parte delle sue
truppe lo tradisce ed è sconfitto. Si avvelena a Tarso poco dopo (autunno 313), lasciando
Licinio padrone dell'Oriente.
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Contro Costantino (316, 323-324).
Vedi seguito.
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