Vita.
Vita fatta esclusivamente di studi. Provinciale
di solida condizione economica, N. sembra aborrire in tutta la sua
vita l'impegno civile e politico, preferendo piuttosto rifugiarsi
completamente nell' "otium" letterario e nell'erudizione storica.
Trasferitosi ben presto a Roma, dove visse praticamente fino alla
morte, ivi conobbe molti personaggi politici ed intellettuali del
tempo, da Cicerone ad Attico a Catullo, che gli dedicò perfino
la sua raccolta di carmi.
Opere.
Opera maggiore. N. è autore della
più antica raccolta di biografie latine giuntaci: il "De
viris illustribus" (34 a.C.), almeno 16 libri di vite di generali,
storici, poeti e oratori latini e stranieri (raggruppati secondo
le "categorie professionali"), con una trattazione parallela derivata
forse dalle "Imagines" di Varrone e ripresa, in seguito, nelle "Vite"
di Plutarco.
Dell’opera - <<una sintesi [dunque] dell'umanità
migliore nello spazio e nel tempo vista con l'occhio universale
di Roma>> [Alfonsi] - ci restano numerosi frammenti: 2 vite
(Catone il Vecchio e Attico) del "De historicis latinis"
e l’intera sezione "De excellentibus ducibus exterarium gentium"
(22 biografie). E’ chiaro l’intento dell’autore di fare del genere
letterario della biografia il veicolo di un confronto sistematico
fra civiltà greca e romana, evidentemente senza adombramenti
nazionalistici.
Opere minori. Altre opere (perdute): "Cronica"
(di cui ci dà testimonianza lo stesso Catullo), storia universale
in 3 libri, forse in prosa, in cui - ispirandosi all'opera di Apollodoro
di Atene - già affiorava l’esigenza di un confronto tra la
civiltà romana con le altre; "Exempla", aneddoti e
curiosità storiche e geografiche in 5 libri, a sfondo moraleggiante;
"Vite" più ampie di Catone e di Cicerone.
Considerazioni.
N. teorico del "relativismo culturale"?
Uno dei problemi principi posti dalla critica sull'opera di N. riguarda
soprattutto le sue biografie: molti studiosi, a tal proposito, riferendosi
alla loro struttura "parallela", hanno insistito sul carattere di
"relativismo culturale" (o almeno una delle sue prime importanti
forme nella cultura romana) propugnato dal nostro autore: in realtà,
N. - nella prefazione del "Liber" - sembra effettivamente porre
le basi del concetto della relatività dei valori in relazione
ai diversi contesti storici e culturali di appartenenza (anche se
affronta il problema senza un grande approfondimento teorico): tale
relatività riguarda la formazione dei giovani, i comportamenti
sociali e le qualità morali che informano la vita privata
e pubblica. Le biografie, dunque, intenderebbero rappresentare per
il mondo romano, e in special modo per quello più tradizionalista,
un'apertura verso elementi culturali diversi, e il loro intento
compositivo sarebbe, con ogni probabilità, quello di dimostrare,
nella fattispecie, l'esistenza di "convergenze etiche" tra mondo
romano e greco.
Il valore delle biografie. Ma N. è
essenzialmente un "improvvisatore", e cita le sue fonti spesso senza
averne conoscenza diretta e senza controllarne il valore: le sue
stesse, già citate, biografie, di modesta levatura letteraria
e "scientifica" anche se di piacevole lettura, appaiono piuttosto
panegirici moraleggianti (ma il suo è un moralismo che rifugge
dalla prassi e che tende ad isolarsi in una dimensione decisamente
asociale) che ricerche critiche o storiche, e ci danno informazioni
preziose - volendo - solo nelle descrizioni d’ambiente: esse costituiscono,
insomma, un'ulteriore conferma di quel "culto della personalità"
che è un motivo ricorrente in tutta la cultura coeva al nostro
autore.
Intellettuale disimpegnato. Da quanto detto
finora, appare infine chiaro come quello di N. <<è
il tipico atteggiamento dell'intellettuale che, nei momenti di crisi
[…], si isola [piuttosto che agire], chiudendosi nel guscio di una
cultura che in tal modo perde i contatti con la realtà per
divenire soltanto sterile erudizione. Se la repubblica romana non
ebbe più la forza di sopravvivere [alla sua crisi], le motivazioni
vanno cercate anche nel fatto che gli intellettuali come N. ebbero
il sopravvento numerico su quelli come Cicerone>> [libero
adattamento da Monaco - De Bernardis].
...:::Bukowski:::...
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