Le
origini della storiografia romana.
La nascita di una storiografia nazionale.
In modo abbastanza paradossale, sembra che l'influenza dell'ellenismo
abbia avuto sulla formazione della prosa latina un ruolo più
importante che nella formazione della poesia. Questa prosa fece
la sua prima apparizione in coincidenza con la II guerra punica,
allorché si avvertì il bisogno di opporre agli storiografi
greci, che si trovavano nel campo di Annibale, una storiografia
d'impronta nazionale.
Q. Fabio Pittore. E’ significativo, a questo
proposito, che il primo storico romano, Q. Fabio Pittore
(vissuto all'incirca fra il 260 e il 190 a.C.), abbia composto la
sua opera storica ("Rerum gestarum libri": a carattere annalistico,
dalla fondazione di Roma alla fine della II guerra punica) sia in
greco che in latino (salvo che addirittura l'opera non si limitasse
in origine all'edizione greca, e che la versione latina non sia
altro, perciò, che un semplice rimaneggiamento successivo):
ciò rispondeva alla necessità di raggiungere un pubblico
di ambito appunto mediterraneo, e significò una rottura con
la tradizione della cronaca pontificale, da cui pur erano tratti
strutture e materiali.
P. apparteneva alla gens Fabia. Senatore
e magistrato, aveva combattuto i Galli Insubri. Ebbe l'incarico
di un'ambasciata sacra a Delfi nel 216, dopo la battaglia di Canne,
per riannodare i rapporti esistenti da molto tempo fra Roma e il
dio (si pensava, sicuramente, che nessuno meglio di lui avrebbe
potuto perorare la causa di Roma nei confronti del mondo greco,
del quale Delfi era uno dei centri spirituali).
Nella sua opera, dunque, l'autore rappresenta il
punto di vista aristocratico, da cui l’acceso nazionalismo e il
gusto antiquario: notevole così l’interesse per le origini
di Roma, per l’età regia e per gl’inizi della Repubblica
(epoche alle quali si facevano risalire molte istituzioni, costumi,
usanze religiose e civili).
L. Cincio Alimento. E’ assai verosimile,
poi, supporre che Pittore e il suo contemporaneo L. Cincio Alimento
(di famiglia plebea, senatore e magistrato, combattente della II
guerra punica) autore anch'egli di una storia annalistica di
Roma dalle origini in lingua greca (storia che si distingue
per obbiettività e capacità di analisi), abbiano subito
l'influenza della storiografia ellenica, e in particolare quella
degli storici siciliani, che a Siracusa, città con la quale
a partire dalla prima guerra punica si erano stabiliti rapporti
profondi e amichevoli, erano stati numerosi e brillanti. Timeo
di Tauromenio, fra gli altri, può essere considerato
uno dei "padrini" della giovane storiografia romana.
Poche testimonianze sulle fonti e sulle stesse
opere. L'opera dei primi annalisti romani è andata quasi
interamente perduta. Le poche notizie di cui disponiamo provengono
tutte da citazioni di autori più tardi e dall'uso che delle
loro opere è stato fatto da Tito Livio. Su quali documenti
operavano questi primi storiografi?
Possiamo unicamente immaginarlo, ed è questa
la ragione fondamentale della grande varietà di ipotesi fatte,
al riguardo, dagli studiosi moderni. Per alcuni, questi disponevano
solo di leggende elaborate dall'orgoglio nazionale o, più
di frequente, dall'orgoglio delle famiglie nobili. L'indigenza degli
archivi di Stato (che, per giunta, sarebbero andati distrutti durante
l'incendio di Roma ad opera dei Galli nel 390 a.C. e sarebbero stati
ricostituiti successivamente alla meno peggio), l'incertezza stessa
dell'elenco dei consoli dei primi secoli, tutto ciò avrebbe
contribuito a far sì che i primi storici costruissero vicende
in gran parte inventate, colmando le lacune con racconti favolosi
forniti dalle epopee popolari (soprattutto "carmina convivalia"),
con l'aiuto di "ricalchi" immaginati a partire da circostanze posteriori
o con anticipazioni anacronistiche. Tale è stata e rimane
l'opinione dei moderni "ipercritici". Eppure nei casi, peraltro
piuttosto rari, nei quali l'archeologia ha potuto stabilire un qualche
riscontro (come sul problema delle origini di Roma, quello delle
tradizioni dei re, eccetera), i fatti tramandati dalla tradizione
annalistica si sono rivelati più solidi di quanto si potesse
immaginare.
...:::Bukowski:::...
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