Cronologia.
*L'uso comune vuole che la letteratura latina
venga distinta in periodi: questo rappresenta, però, un
altro problema cruciale. Tale divisione, infatti, come le analoghe
per qualsiasi storia (non solo letteraria), ha sempre qualcosa
di meccanico e di esterno, perché le creazioni dello spirito
non si possono precisare in un momento del tempo: tuttavia, ha
anche un suo fondamento di verità, in quanto corrisponde
ai reali gradi dell'evoluzione, alla concreta vicenda della storia
della latinità.
*Classica è la periodizzazione che utilizza
dei parametri di "valutazione" (il referente su cui
commisurare gli altri periodi è il "periodo aureo",
l'età di cesare e di Cicerone e poi soprattutto di Augusto,
in cui fiorirono gli autori ritenuti "classici" per
eccellenza), per cui si è soliti distinguere almeno sei
periodi:
1 periodo delle origini: dalla fondazione
di Roma (753 a.C.) al 240 a.C., anno in cui cade la prima rappresentazione
teatrale di L. Andronico (Roma ha vinto il primo scontro con Cartagine);
2 periodo arcaico: dal 240 all'81 a.C.,
anno in cui ha inizio l'attività letteraria di Cicerone
(storicamente, questo periodo comprende l'età eroica di
Roma: vittoria definitiva su Cartagine, conquista della Grecia
e della Spagna, periodo delle lotte sociali);
3 periodo aureo: dall'81 a.C. alla morte
di Augusto (14 d.C.). Storicamente, questo periodo abbraccia quasi
un secolo ricco di avvenimenti fondamentali per la storia di Roma;
letterariamente è l'epoca che conosce lo splendore della
produzione e dei vertici artistici; si è soliti dividerlo,
a sua volta, in due parti:
a. l'età di Cesare
e di Cicerone: dall'81 alla morte di Cicerone (43);
b. età di Augusto:
dal 43 a.C. al 14 d.C., anno di morte di Augusto.
4 periodo della letteratura imperiale
(conosciuto anche come "periodo argenteo"): dal 14 al
117 d.C., anno della morte dell'imperatore Traiano;
5 periodo pagano-cristiano (conosciuto
anche come "periodo della decadenza"): va da Adriano
fino alla morte di Giustiniano (565 d.C.).
6 letteratura latina cristiana: dagli
apologisti (Tertulliano, ad es.) fino ad Agostino (430 d.C.).
*La storiografia più recente preferisce,
invece, proporre una periodizzazione, come dire, "a-valutativa"(età
aurea, argentea
) e si "limita" a raggruppare movimenti
letterari ed autori secondo un criterio esclusivamente storico-cronologico.
Questa opzione appare più valida, dato che considera le
opere non solo ed esclusivamente come capolavori di pura arte,
ma anche come il prodotto di vivi impulsi concreti, politici,
sociali, religiosi ben determinati nelle epoche in cui esse furono
scritte. Dipoi, rende conto anche di altri fattori non meno importanti,
quali, ad. es., quello del bilinguismo (Marc'Aurelio, tanto per
riferire un caso tra gli altri, scrive in greco).
Si distinguono così:
1 età precedente all' "ellenizzazione":
comprende le forme letterarie "indigene" o di origine
italica che si affermano prima dell'incontro di Roma con la cultura
greca. Cronologicamente giunge fino alle soglie del II sec. a.C.;
2 età dell' "ellenizzazione"
(o degli Scipioni): comprende il II sec. a.C.. Vede l'affermarsi
di una nuova letteratura, nata dall'incontro della cultura indigena
con quella greca, già matura e raffinata. E' dominata dall'attività
mediatrice degli Scipioni e dalle figure di Ennio, Plauto e Terenzio;
3 età di Cesare e di Cicerone:
comprende poco più della I metà del I sec. a.C.
ed è caratterizzata dalla crisi dei vecchi equilibri culturali
e dalla ricerca di nuovi valori (Lucrezio) e di nuove dimensioni
letterarie (il circolo neoterico e Catullo), ovvero dal disperato
tentativo di ricomporre una nuova sintesi (Varrone, Cicerone);
4 età augustea: va, grosso modo,
dalla II metà del I sec. a.C. al 14 d.C. (morte di Augusto)
ed è caratterizzata dall'affermarsi di un nuovo assetto
politico-istituzionale e da un profondo tentativo di rinnovamento
morale, abilmente propagandato dal principe e diffuso dagli intellettuali
ad esso legati (Circolo di Mecenate, Virgilio, Orazio) a cui si
contrappongono, quasi a sottolinearne il fallimento, le voci dei
poeti elegiaci);
5 età giulio-claudia, che comprende:
a. età di Tiberio
e di Claudio (dal 14 al 68): l'assolutismo del principe si traduce
in una letteratura conformistica o ideologicamente neutra (erudizione,
opere grammaticali, ecc
): unica voce originale è,
forse, quella di Fedro;
b. età di Nerone
(54-68): è contrassegnata da un rinnovamento delle lettere,
specie negli anni in cui la presenza di Seneca al potere assicurò
una certa libertà agl'intellettuali ed agli artisti. Figure
esemplari furono Seneca, Persio, Lucano e Petronio;
6 età dei Flavi (69-96): è
caratterizzata da una razionalizzazione del potere assoluto che
assume forme sempre più dispotiche (Domiziano). L'attività
culturale non sfugge a tale logica, e la produzione letteraria
è quindi prevalentemente accademica o conformistica (Quintiliano);
7 età degli Antonini (II sec.):
dopo la rinascita legata al dispotismo illuminato di Nerva e di
Traiano (appartengono a questo periodo l'attività di Tacito,
di Plinio il Giovane e di Giovenale), prevale una certa stanchezza
provocata da una più generale crisi di ideali. Accanto
alla erudizione storica o grammaticale, troviamo la ricerca esasperata
di forme nuove (poetae novelli) capaci di mascherare col loro
virtuosismo tecnico la povertà dei contenuti. Spicca in
tale panorama l'attività di Apuleio, che testimonia l'inquietudine
religiosa e, più in generale, la crisi ideale.
8 letteratura pagana del tardo impero
(secc. III, IV e V): la cultura pagana, ormai svuotata di ideali,
specchio di una crisi inarrestabile, si rinchiude soprattutto
nell'erudizione. Nel IV sec. spiccano le voci degli ultimi celebratori
del mito della romanità: lo storico Ammiano Marcellino,
e i poeti Claudiano e Rutilio Namaziano.
*Naturalmente, ciascuno di questi periodi può
essere diviso in adeguati sottoperiodi o in singoli complessi
nazionali, ma a noi interessa qui cogliere le linee fondamentali
ed essenziali. Ragion per cui, nell'indice del sito, troverete
un'ulteriore "periodizzazione", ancora più snella
e schematica, perché funzionale alle esigenze di consultazione.
Trattandosi, infine, di storia della letteratura latina nell'epoca
"classica" (secondo una considerazione ch'è mia
personale), la trattazione andrà sino ad Apuleio, cioè
al limite della latinità cristiana e medievale.
...:::Bukowski:::...