Vita, opere e considerazioni.
L'opera di S. attenuava, agli occhi degli antichi,
il contrasto tra Plauto e Terenzio, così netto e istruttivo
ai nostri occhi, poiché ci rivela l'evoluzione della mentalità
pubblica tra gli anni della II guerra punica e quelli delle conquiste
orientali. Gallo di Milano, fatto schiavo dopo la sconfitta di Clastidium
(222 a.C.), era stato allevato a Roma, poi affrancato. Divenne amico
di Ennio, e fu legato all'attore Ambivio Turione, il più
famoso del suo tempo.
Di gusti più letterari di Plauto, C. imitava
di preferenza le opere di Menandro, il più conforme ai canoni
classici fra i poeti della "commedia nuova". Sotto questo riguardo,
anticipava Terenzio, pur conservando alle proprie commedie un "movimento"
paragonabile a quello del Sarsinate (grande ricchezza di metri,
"vis comica", gusto per il farsesco). Giudicato in seguito
scrittore piuttosto mediocre, si pensava che avesse introdotto della
profondità ("gravitas") nelle sue commedie: ancora
e appunto come Terenzio, egli farebbe "riflettere".
Delle sue opere, di contenuto perlopiù popolaresco,
non conosciamo che alcuni titoli (spesso traslitterazioni degli
omonimi modelli greci), 40 per l’esattezza (in parte greci, in parte
latini), tutti di palliate (cioè, d'ambientazione
greca): Plocium ("La collana", la più conosciuta),
Meretrix ("La cortigiana"), Portitor ("Il doganiere"),
Pugil ("Il pugile"), Epistula ("La lettera"), Exul
("L'esule"), Fallacia ("L'inganno"), eccetera. Di tutte queste,
ci rimangono poco più di 300 versi.
...:::Bukowski:::...
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