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Progetto Ovidio - attualità in latino
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--- aggiornato
all' 11 marzo 2005 --- |
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N.B.: 1) le immagini associate ai testi linkano a siti inerenti agli argomenti trattati 2) le notizie vengono selezionate ed eventualmente adattate per la Rete italiana
3) i redattori finnici interrompono le loro attività dal 17/06 al 26/08 per le vacanze estive |
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>>> IULIANA SGRENA
LIBERATA.
Iuliana Sgrena, diurnaria Italica, quae per unum mensem in
Iraquia obses rebellium fuerat, libertatem recuperavit, sed
reditus eius tristissimum finem cepit.
Milites Americani vehiculum, quo Sgrena portabatur, terroristarum
suicidariorum esse putantes ita sclopetare coeperunt, ut illa
vulneraretur et custos illius Nicolaus Calipari moriretur.
Casus ille infelix iram Italorum in Americanos excitavit.
Milites Americani dicunt vehiculum illud signis monitoriis
neglectis nimia velocitate currens non restitisse, Sgrena
autem affirmat sclopetationem sine ullis monitionibus repente
incepisse.
Calipari, qui Sgrenam corpore suo tegens vitam amiserat, in
Italia publico sumptu elatus est. [Nuntios Latinos
11.03.2005 redegit Tuomo Pekkanen - © Copyright
Finnish
Broadcasting - Yleisradio
Oy]
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>>> LIBERATA GIULIANA SGRENA.
È stata liberata la giornalista italiana Giuliana Sgrena,
per un mese ostaggio dei ribelli in Iraq, ma la sua liberazione
ha avuto un drammatico epilogo: militari americani, infatti,
scambiandola per un’autobomba guidata da kamikaze, hanno
aperto il fuoco contro la vettura a bordo della quale si trovava
la Sgrena, ferendo la giornalista ed uccidendo la sua guardia
del corpo, Nicola Calipari [nella foto].
Il tragico incidente ha innescato una forte tensione diplomatica
tra il governo italiano e gli USA.
Fonti dell’esercito statunitense riferiscono che il
veicolo in questione non si sarebbe fermato ad un check-point,
procedendo a velocità elevata nonostante i segnali
d’avvertimento; secondo la testimonianza della Sgrena,
invece, la sparatoria sarebbe stata improvvisa, non preceduta
da alcuna intimazione.
Funerali di Stato in Italia per Calipari, morto per aver fatto
scudo con il suo corpo alla Sgrena.
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>>> SUFFRAGIA MOLDOVAE.
In suffragiis parlamentariis in Moldova factis communistae
victoriam pro opinione reportaverunt, cum ex una et centum
sedibus quinquaginta sex sedes ceperunt.
Foederatio democratica in novo parlamento duodetriginta delegatos,
factio prasina undecim habet.
Res nova fuit, quod communistae cum Unione Europaea, democratae
cum Russia solidiores consuetudines sustentabant. [Nuntios
Latinos 11.03.2005 redegit Tuomo Pekkanen - ©
Copyright Finnish
Broadcasting - Yleisradio
Oy]
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>>> ELEZIONI IN MOLDOVA.
Come da pronostico [pro opinione], il Partito comunista ha
vinto le elezioni tenutesi in Moldova [è il nome
che la parte romena della Repubblica sovietica di Moldavia
ha assunto quando ha dichiarato la sua indipendenza il 27
agosto 1991; ndt] per il rinnovo del Parlamento, conquistando
56 seggi su 101 disponibili [la percentuale però
è insufficiente per la rielezione del presidente Voronin,
che dovrà essere concordata con l’opposizione;
ndt].
La coalizione democratica [ovvero, il ‘Blocco centrista
Moldova democratica’; ndt] ha 28 rappresentanti
nel nuovo Parlamento, mentre il ‘partito verde’
[ovvero i cristiano democratici, filo-rumeni; ndt]
ne ha 11 [le altre 8 formazioni in lizza non sono riuscite
a superare la soglia del 5% per entrare in Parlamento; ndt].
Singolare che il Partito comunista fosse appoggiato dall’Unione
Europea, mentre quello democratico dalla Russia.
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>>> DIES FEMINARUM
ISTANBULIAE.
Die Martis (8.3) dies internationalis feminarum celebratus
est. Pridie eius diei mulieres in viis urbis Istanbul pro
suis iuribus reclamitantes a custodibus publicis abire iussae
sunt, quia nullam licentiam reclamitationis haberent.
Cum mulieres non oboedivissent, custodes illas violentissime
aggressi sunt.
Quid feminis reclamantibus in Turcia fieret, per canalem televisificum
Istanbuliensem monstratum est: Adhibitis fustibus et piperatis
aerosolis custodes coetum reclamantium disperserunt, quasdam
ex eis in terram deiectas calcibus feriebant, sexaginta reclamatrices
deprehensas in carceres coniecerunt.
Ita dies internationalis feminarum Istanbuliae inauguratus
est. [Nuntios Latinos 11.03.2005 redegit Tuomo Pekkanen
- © Copyright Finnish
Broadcasting - Yleisradio
Oy]
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>>> GIORNATA DELLA DONNA A ISTANBUL.
Martedì (8 marzo) si è celebrata la ‘giornata
internazionale della donna’.
La vigilia di tal giorno, un corteo di femministe [circa
300; ndt] manifestava per le vie di Istanbul, in difesa
dei propri diritti; le forze dell’ordine intimavano
però di sfollare, non essendo la manifestazione autorizzata.
Al diniego delle donne è seguita una violentissima
carica della polizia. Ciò ch’è successo
alle manifestanti è stato trasmetto in diretta dalla
TV locale: le forze dell’ordine, servendosi di manganelli
e gas lacrimogeni [piperatis aerosolis], hanno disperso il
corteo delle manifestanti, facendone stramazzare al suolo
alcune a suon di calci ed arrestandone una sessantina.
Con questi tristi avvenimenti a Istanbul si è inaugurata
la ‘giornata internazionale della donna’ [le
donne turche sono costrette a sposarsi con uomini che non
scelgono, non hanno voce in capitolo sulla propria vita, sono
vittime delle proprie famiglie e vittime dello Stato che non
le difende da tali soprusi; di fronte al rifiuto di sposarsi,
sono spinte al suicidio, per lavare l’onta della vergogna;
solo di recente sono riuscite ad ottenere l’eliminazione
di un articolo del codice penale che prevedeva la riduzione
della pena per lo stupratore che sposava la propria vittima,
così come si sono viste riconoscere, finalmente, il
termine di crimine per la violenza subita dal coniuge; rimane
tuttavia in vigore il famigerato ‘test di verginità’
per le detenute, le lavoratrici statali e le studentesse;
ndt].
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>>> MILITES IN RUSSIA
MALE HABENT.
In actis Russicis, quibus titulus est Nezavisimaja Gazeta,
generalis Victor Buslovski rettulit nongentos triginta milites
Russos anno proximo mortuos esse, ex quibus quarta pars mortem
sibi conscivisset.
Numerus ille suicidarum maior quam ante fuisse dicitur, sed
ex actis illis non patet, quanto maior fuerit.
Causa desperationis militum sunt condiciones in praesidiis
stativis deplorabiles, molestatio tironum, mercedes miserabiles.
Buslovski censet tertiam partem officiariorum infra limitem
paupertatis vivere.
Praeterea numerum scelerum, quae milites commisissent, uno
anno ex sescentis nonaginta quinque casibus in octingentos
septem casus auctum esse. [Nuntios Latinos 11.03.2005
redegit Tuomo Pekkanen - © Copyright Finnish
Broadcasting - Yleisradio
Oy]
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>>> MALESSERE NELL’ESERCITO RUSSO.
Stando alle dichiarazioni rilasciate dal generale Victor Buslovski
al giornale russo ‘Nezavisimaja Gazeta’ [quotidiano
indipendente, pluralista e democratico; ndt], nell’anno
appena trascorso sarebbero rimasti uccisi 930 militari russi,
un quarto dei quali morti suicidi.
Il numero dei suicidi è stato più alto rispetto
agli anni precedenti, ma nell’articolo non è
specificata la consistenza dell’incremento.
Lo stato di disperazione e di frustrazione dei soldati è
dovuto alle deplorevoli condizioni di vita in caserma, al
‘nonnismo’ [molestatio tironum; molestie nei
confronti delle giovani reclute], agli stipendi da fame.
Secondo Buslovski, un terzo degli ufficiali vive ai limiti
dell’indigenza.
Inoltre, il numero degli abusi perpetrati dai militari è
salito, nel giro di un anno, da 695 a 807 casi.
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le notizie
in latino sono redatte, con scadenza settimanale, da Reijo Pitkäranta
e Tuomo Pekkanen - © Copyright Finnish
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