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Progetto Ovidio - attualità in latino
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--- aggiornato
al 29 aprile 2005 --- |
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N.B.: 1) le immagini associate ai testi linkano a siti inerenti agli argomenti trattati 2) le notizie vengono selezionate ed eventualmente adattate per la Rete italiana
3) i redattori finnici interrompono le loro attività dal 17/06 al 26/08 per le vacanze estive |
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>>> NOVUS PONTIFICATUS
INAUGURATUS.
Summus Pontifex Benedictus XVI missa inaugurali pontificatus
sui celebrata insignia pontificialia, pallium et anulum piscatoris,
accepit. In Platea Petrina civitatis Vaticanae centum quadraginta
delegationes peregrinae et plus quadringenta milia hominum
missam audiebant.
Per televisionem sollemnia in totum orbem terrarum transmissa
sunt. Sermoni Latino, quae est lingua officialis ecclesiae
catholicae, interposita sunt octo alia idiomata, quibus praesentia
globalis variarum nationum et culturarum illustraretur. In
sollemni homilia, quam auditores longissimis plausibus acceperunt,
Benedictus XVI ad unitatem omnium Christianorum his verbis
appellavit: ‘In initio pontificatus mei’, inquit,
‘vos omnes atque omnes fideles traditionum religiosarum,
quas repraesentatis, sicut etiam omnes illos, qui veritatem
animo sincero quaerunt, firmiter invito, ut in mutua comprehensione,
reverentia, amore una fiatis pacis artifices… Nolite
timere. Nolite Christum timere, qui nihil tollit sed omnia
dat’. [Nuntios Latinos 29.04.2005 redegit Tuomo
Pekkanen - © Copyright Finnish
Broadcasting - Yleisradio
Oy]
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>>> INAUGURATO IL NUOVO PONTIFICATO.
Celebrata la messa per l’inaugurazione del proprio Pontificato
[domenica 24 aprile; ndt], il Sommo Pontefice Benedetto
XVI ha ricevuto i simboli dell’autorità pontificia,
il Pallio (petrino) e l’Anello del Pescatore [il
Pallio è intessuto della lana di agnelli e di pecore
e reca impresse in rosso 5 croci: esso richiama il buon Pastore
che pone sulle proprie spalle la pecorella smarrita, e anche
la triplice risposta alla richiesta fatta da Gesù risorto
a Pietro di pascere i suoi agnelli e le sue pecorelle; l’anello
– che identifica ancora una volta il Papa come il successore
di San Pietro, il cui mestiere era appunto quello di pescatore
– è utilizzato invece dal 1842 per sigillare
ogni documento ufficiale redatto dal Pontefice, o da lui controfirmato;
ndt].
A presenziare alla messa tenutasi a Piazza San Pietro, in
Città del Vaticano, 140 delegazioni internazionali
ed oltre 400mila persone. La solenne cerimonia è stata
trasmessa via TV in diretta mondiale.
Al latino, che è la lingua ufficiale della Chiesa cattolica,
sono stati intercalati altri 8 idiomi [greco, inglese,
spagnolo, tedesco, francese, arabo, cinese e portoghese; ndt],
a rappresentare una presenza globale dei diversi Paesi e delle
varie culture.
Nella solenne omelia – accolta dagli ascoltatori con
lunghi e scoscianti applausi – Benedetto XVI ha lanciato
il seguente appello all’unità di tutti i Cristiani:
‘All’inizio del mio pontificato, rivolgo a tutti
voi e a tutti i credenti delle tradizioni religiose che rappresentate,
come pure a quanti ricercano con cuore sincero la verità,
un forte invito a diventare assieme artefici di pace, in un
reciproco impegno di comprensione, di rispetto e di amore…
Non abbiate paura! Non abbiate paura di Cristo! Egli non toglie
nulla, ma dona tutto’ [in realtà, il redattore
finnico ha ‘contaminato’ il testo dell’omelia
‘d’insediamento’ con quello del discorso
tenuto alle delegazioni religiose ricevute nella Sala Clementina
del Palazzo apostolico; ndt].
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>>> BULGARIA ET ROMANIA
MEMBRA UNIONIS EUROPAEAE FUTURA.
Bulgaria et Romania Luxemburgi pactum subscripserunt, ex quo
in Unionem Europaeam adiungerentur.
Si condiciones membris Unionis positas praestiterint, anno
bis millesimo septimo ineunte in Unionem accipientur. Si necesse
erit, res in subsequentem annum differetur. Utraque natio
pacto subscripto observatores in organa Unionis mittere potest.
[Nuntios Latinos 29.04.2005 redegit Tuomo Pekkanen
- © Copyright Finnish
Broadcasting - Yleisradio
Oy]
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>>> BULGARIA E ROMANIA FUTURI MEMBRI DELL’UE.
Bulgaria e Romania hanno firmato [il 25 aprile; ndt]
a Lussemburgo il Trattato di adesione all’Unione Europea,
che garantisce il loro ingresso nell’Unione a partire
dall’1 gennaio 2007 [anno bis millesimo septimo ineunte],
fermo restando il rispetto delle clausole previste per i membri
dell’UE.
Se necessario, l’adesione sarà spostata in avanti
di un anno [è un’ulteriore ‘clausola
di salvaguardia’ imposta dai 25 Paesi membri qualora
i preparativi per l’ingresso risultassero ‘manifestamente’
insufficienti in un determinato settore: la Romania, nella
fattispecie, dovrebbe rimediare alle lacune ancora presenti
nella lotta alla corruzione e nella cura dell’infanzia
abbandonata; per la Bulgaria, invece, esistono vuoti da riempire
nel sistema giudiziario; ndt].
La firma del Trattato dà comunque già diritto,
ad entrambi i Paesi, d’inviare osservatori ai lavori
del Parlamento Europeo.
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>>> CALAMITAS SAECULI
VICESIMI MAXIMA.
Praesidens Vladimir Putin, cum orationem annuam de statu Russiae
haberet, affirmavit ad evolutionem socialem maximi esse, ut
iura humana et libertates in honore haberentur; nationis autem
ipsius esse de democratia sua constituere.
Idem ait dissolutionem Unionis Sovieticae maximam calamitatem
geopoliticam saeculi vicesimi fuisse. [Nuntios Latinos
29.04.2005 redegit Tuomo Pekkanen - © Copyright
Finnish
Broadcasting - Yleisradio
Oy]
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>>> ‘LA PIÙ GRANDE CATASTROFE DEL XX
SECOLO’.
Nel suo discorso annuale (alla Nazione) sulla situazione russa,
il presidente Vladimir Putin [nella foto] ha affermato
che ‘la difesa dei diritti umani e delle libertà
è di vitale importanza per l’evoluzione sociale
(del Paese)’, sottolineando altresì che ‘la
Russia deciderà per sé stessa percorso termini
e condizioni verso la democrazia’ [Putin ha così
risposto indirettamente a quanti, tra cui lo stesso segretario
di Stato americano Condoleezza Rice, criticano la concentrazione
di poteri nelle sue mani; ndt].
Ha inoltre definito la dissoluzione dell’URSS come ‘la
più grande catastrofe geopolitica del XX secolo’.
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>>> OBELISCUS AXUMENSIS
IN AETHIOPIAM RESTITUTUS.
Obeliscus, quem Mussolini ante duodeseptuaginta annos ex Aethiopia
in Italiam transportandum curaverat, in tres partes divisus
in urbem Axum restitutus est. Steterat Romae in Platea Portae
Capenae haud procul a Circo Maximo.
Obeliscus ille, plus centum tonnarum pondo, gravissimum onus
habetur, quod umquam aeroplano portatum est. Ultima ex tribus
partibus hac septimana Axum venit, ubi Aethiopes thesaurum
nationalem sibi tandem redditum celebraverunt. Nationes quidem
Unitae iam anno millesimo nongentesimo quadragesimo septimo
decreverant, ut obeliscus Aethiopibus redderetur, sed propter
difficultates technicas reditus eius iterum iterumque dilatus
est. [Nuntios Latinos 29.04.2005 redegit Tuomo Pekkanen
- © Copyright Finnish
Broadcasting - Yleisradio
Oy]
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>>> RESTITUITA ALL’ETIOPIA LA ‘STELE
DI AXUM’.
L’obelisco [nella foto], trafugato dall’Etiopia
68 anni fa e trasportato in Italia per ordine di Mussolini,
è stato riportato nella città di Axum, dopo
esser stato diviso in 3 tronconi [trovata dagl’Italiani
nel 1935, durante l’occupazione dell’Etiopia,
la stele funeraria – la seconda per grandezza fra le
tante presenti nei siti dell’antica civiltà di
Axum (I millennio d.C.), nel nord dell’Etiopia –
fu anche allora, per via delle sue gigantesche dimensioni,
divisa in tre parti e traslata al porto di Massaua, per essere
imbarcata alla volta di Napoli, nel 1937: un’impresa
senza precedenti che impiegò i tecnici per due mesi;
una volta giunta a Roma, la stele fu ricomposta, restaurata,
ed eretta di fronte all’ex Ministero delle Colonie –
oggi sede della Fao – il 28 ottobre dello stesso anno,
per commemorare il XV anniversario della marcia su Roma; ndt].
Si ergeva a Roma, in Piazza di Porta Capena, nei pressi del
Circo Massimo.
La stele, pesante più di 100 tonnellate [160, per
la precisione; ndt], è il carico più grande
mai trasportato da un aereo [infatti, essendo l’Etiopia
priva di sbocco al mare, si è deciso per il trasporto
aereo attraverso uno dei due soli velivoli in grado di sostenere
un simile peso: il jet russo ‘Antonov 124’; inoltre
la pista di atterraggio dell’aeroporto si trova a 2.400
metri di altezza, un’alta quota in cui l’aria
è più rarefatta creando problemi al velivolo:
l’Antonov, che può portare 120 tonnellate di
carico, qui non deve superare le 60, mentre i tronconi della
stele pesavano 75 tonnellate ciascuno; è stato dunque
necessario disfare le protezioni d’acciaio sostituendole
con altre più leggere, visto che il concio più
grande pesava circa 56 tonnellate; ndt].
L’ultimo dei 3 frammenti è giunto questa settimana
ad Axum, dove gli Etiopi hanno finalmente potuto festeggiare
il ritorno del proprio tesoro nazionale.
Già nel 1947, un decreto dell’ONU imponeva la
restituzione dell’obelisco all’Etiopia, ma per
difficoltà tecniche il suo rientro è stato rimandato
più volte [dopo la fine della II guerra mondiale,
l’ex imperatore, il negus Hail Selassi, cominciò
a rivendicarne la restituzione con discorsi di fuoco nelle
sedi internazionali; la pressione sull’Italia fu così
forte che, nell’articolo 36 del Trattato di pace con
le Nazioni Unite firmato nel 1947, Roma si impegnava solennemente
a restituire il monumento entro 18 mesi; si è giunti
al 2005, e il rientro, simbolicamente, è stato ultimato
il 25 aprile; oltre ai 6 milioni di euro spesi per la disarticolazione
e il trasporto della stele, la Cooperazione italiana spenderà
3 milioni di euro per la rielezione del monumento; ndt].
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le notizie
in latino sono redatte, con scadenza settimanale, da Reijo Pitkäranta
e Tuomo Pekkanen - © Copyright Finnish
Broadcasting - Yleisradio
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le mie traduzioni e le mie note sono copyleft - Bukowski
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