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Progetto Ovidio - attualità in latino
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--- aggiornato
al 25 marzo 2005 --- |
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N.B.: 1) le immagini associate ai testi linkano a siti inerenti agli argomenti trattati 2) le notizie vengono selezionate ed eventualmente adattate per la Rete italiana
3) i redattori finnici interrompono le loro attività dal 17/06 al 26/08 per le vacanze estive |
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>>> TUMULTUS IN KIRGISISTANIA
ORTI.
In Kirgisistania, re publica in partibus mediae Asiae orientalibus
sita, ubi nuperrime comitia parlamentaria habita sunt, tumultus
violentissimi eruperunt dissidentibus flagitantibus, ut praesidens
Askar Akajev se magistratu abdicaret. Die Dominico turba reclamitantium
urbem Jalal Abad occupavit et inter alia stationem biocolytarum
incendit. Iisdem violentiis quattuor custodes publici vitam
amisisse dicuntur. Praesidens Akajev quidem se ad consultationes
cum adversariis suis agendas paratum esse nuntiavit, sed,
ubi et quando hoc promissum populo datum praestaturus sit,
parum constat. [Nuntios Latinos 25.03.2005 redegit
Reijo Pitkäranta - © Copyright Finnish
Broadcasting - Yleisradio
Oy]
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>>> TUMULTI IN KIRGHIZISTAN.
All’indomani delle recenti elezioni parlamentari, in
Kirghizistan – Repubblica situata sul versante est dell’Asia
centrale – sono scoppiati violentissimi tumulti fomentati
dall’opposizione, che chiede a gran voce le dimissioni
del presidente Askar Akajev [per l’occasione, si
è coniato il titolo di ‘rivoluzione dei tulipani’;
le elezioni, stravinte dal partito del Presidente (al potere
da 15 anni), sono state però considerate irregolari
dagli osservatori internazionali; ndt].
Domenica, una folla di manifestanti ha messo sotto assedio
la città di Jalal Abad, incendiando tra l’altro
una caserma della polizia [stationem biocolytarum] e, secondo
quanto si è appreso, picchiando a morte 4 agenti.
Il presidente Akajev si è detto disposto ad intavolare
consultazioni con l’opposizione [cum adversariis suis],
non precisando, però, dove e quando esaudirà
questa promessa resa al popolo.
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>>> DE NATIONIBUS UNITIS
RENOVANDIS.
Kofi Annan, secretarius generalis Nationum Unitarum, programma
ad ordinem Nationum Unitarum renovandum conventui generali
proposuit. Primum quidem censet numerum earum civitatum, quae
consilium securitatis constituunt, e quattuordecim ad viginti
quattuor augendum esse. Idem postulat, ut novis principiis
in usum receptis manifeste definiatur, quaenam discrimina
in diversis orbis terrarum partibus orta tam gravia sint,
ut Nationibus Unitis ad ea solvenda vi militari uti liceat.
[Nuntios Latinos 25.03.2005 redegit Reijo Pitkäranta
- © Copyright Finnish
Broadcasting - Yleisradio
Oy]
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>>> L’ONU CAMBIA PELLE.
Il Segretario Generale delle Nazioni Unite Kofi Annan [nella
foto] ha presentato all’Assemblea Generale la bozza
di riforma dell’ONU [molti considerano il rapporto,
a cui si è lavorato per molti anni, come uno sforzo
per ripristinare la fiducia nell’Onu, scosso dall’invasione
Usa dell’Iraq, dagli scandali sulla gestione del programma
‘Oil for Food’ e sulle accuse di abusi sessuali
da parte dei ‘caschi blu’; ndt].
In primo luogo, Annan raccomanda un allargamento del Consiglio
di Sicurezza dagli attuali 14 Stati membri [in realtà,
15; ndt] a 24 [fermo restando ciò, 2 sono
i modelli proposti: il modello ‘A’ prevede di
aggiungere 6 nuovi membri permanenti senza diritto di veto
più 3 non permanenti; il modello ‘B’, invece,
ai 5 membri permanenti aggiunge 19 semipermanenti, 8 eletti
ogni 4 anni e 11 eletti ogni 2 e non rinnovabili; ndt].
In secondo luogo, e in piena coerenza con la nuova strategia
già nei fatti attuata, propone di legittimare l’ONU
a ricorrere alla forza militare per risolvere conflitti mondiali
particolarmente gravi [andando oltre le prescrizioni della
Carta delle Nazioni Unite, che limitano l’intervento
rigorosamente all’ipotesi di una violazione o di una
minaccia di violazione della pace; nel decidere se autorizzare
l’uso della forza, il Consiglio di Sicurezza dovrebbe
comunque valutare sempre l’esistenza di cinque criteri:
serietà della minaccia, scopo appropriato, ultima risorsa,
mezzi proporzionati, equilibrio delle conseguenze; ndt].
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>>> REGIMEN ESTONIAE
MUNUS DEPOSUIT.
Regimen Estoniae, quod e fautoribus factionis centralis et
partium dextrarum constabat et cui Juhan Parts, princeps minister
duodequadraginta annorum, biennium fere praefuit, munus deponere
coactum est. Quod factum est, cum minister iustitiae Ken-Marti
Vaher suffragio de fide in parlamento inito repulsam tulisset.
Causa eius rei existimatur fuisse, quod Vaher nimis acriter
id egisset, ut magistratus Estoniae in dies plures in crimen
corruptionis vocarentur. [Nuntios Latinos 25.03.2005
redegit Reijo Pitkäranta - © Copyright
Finnish
Broadcasting - Yleisradio
Oy]
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>>> ESTONIA: SCIOLTO IL GOVERNO.
Scioglimento forzato per il governo estone di centro-destra
– guidato da quasi due anni dal 38enne premier Juhan
Parts [nella foto] – dopo che il parlamento
ha votato la sfiducia al ministro della giustizia Ken-Marti
Vaher. Plausibile motivo della sfiducia il troppo rigido ‘piano
anti-malversazione’ presentato dal ministro, piano che
prevedeva un inasprimento dei termini detentivi per i parlamentari
rei di corruzione.
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>>> DE NOVA IN FRANCOGALLIA
LEGE.
Camera inferior parlamenti Francogalliae novam legem de tempore
operandi perferendam curavit. Post hanc renovationem nihil
iam impedit, quin septimana operaria, quae inde ab anno millesimo
nongentesimo nonagesimo octavo (1998) in Francogallia triginta
quinque horarum sit, tredecim horis longior reddatur. Plebiscitum
recens sanctum maxime ad mercatum operis privatum valet, ubi
mercennarii, si condiciones convenerint, singulis septimanis
summum duodequinquaginta horas laborare possunt. [Nuntios
Latinos 25.03.2005 redegit Reijo Pitkäranta
- © Copyright Finnish
Broadcasting - Yleisradio
Oy]
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>>> FRANCIA: RIFORMA SUL LAVORO.
La Camera dei Deputati [inferior] del Parlamento francese
ha adottato in via definitiva la riforma della legge che fissa
un limite alle ore di lavoro. Grazie a tale riforma, ora la
settimana lavorativa potrà allungarsi di ben 13 ore
rispetto alle 35 in vigore in Francia dal 1998.
La nuova legge strizza l’occhio soprattutto al settore
privato: il lavoratore che lo desideri potrà arrivare
fino a un massimo di 48 ore la settimana [la riforma è
costituita da 3 articoli: il I introduce una maggiore flessibilità
nell’utilizzo del libretto di risparmio ore del lavoratore,
il II prevede la possibilità di lavorare su base volontaria
oltre il tetto di straordinari di 180 ore l’anno per
arrivare fino a 220 ore, il III sancisce la flessibilità
per l’applicazione delle 35 ore in aziende che non superino
i 20 dipendenti (in ogni caso ammorbidimenti e trasformazioni
sono subordinati agli accordi aziendali tra datori di lavoro
e sindacati); ad oggi, la Francia è il Paese europeo…
in cui si lavora di meno: la durata media del lavoro si attesta
a 35,7 ore settimanali, ben due ore di meno rispetto all’Italia;
dal 1993, una direttiva europea impone una durata massima
di lavoro settimanale di 48 ore ma anche quattro settimane
l’anno minimo di ferie retribuite; ndt].
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le notizie
in latino sono redatte, con scadenza settimanale, da Reijo Pitkäranta
e Tuomo Pekkanen - © Copyright Finnish
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