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>>> UNIO EUROPAEA AMPLIFICATUR.
Kalendis Maiis Estonia, Lettonia, Lituania, Polonia, Tzechia,
Slovakia, Slovenia, Hungaria atque pars Cypri Graeca et Melitta
ad Unionem Europaeam officialiter adiunguntur.
Illa amplificatio, qua numerus membrorum fit viginti quinque,
multas difficultates et politicas et oeconomicas secum affert,
quia pleraeque novarum nationum erant quondam partes confoederationis
orientalis.
Quam ob rem illae et re oeconomica et condicionibus vitae
et consuetudinibus politicis a membris unionis prioribus multum
differunt.
Spes autem est stabilitatem tam politicam quam oeconomicam
per amplificationem in Europa auctum iri, nam oeconomia novorum
membrorum crescente differentiae, quae sunt in vitae condicionibus
orientis et occidentis, paulatim deminuentur.
De nova lege fundamentali concordia nondum inventa est. Discordiae
praesertim ad suffragium in consilio ministrorum impertiendum
et ad numerum commissariorum pertinent.
Ideo sunt, qui timeant, ne amplificatio initium dissolutionis
fiat, cum unio viginti quinque terrarum rationibus regatur,
quae in principio ad cooperationem sex nationum sint institutae.
[Nuntios Latinos 30.04.2004 redegit Tuomo Pekkanen
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Oy]
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>>> ALLARGAMENTO DELL’UE.
Il I maggio segnerà l’entrata ufficiale nell’UE
di Estonia, Lettonia, Lituania, Polonia, Repubblica ceca [Tzechia],
Slovacchia, Slovenia, Ungheria, parte greca di Cipro e Malta
[Melitta].
L’espansione, che vede la crescita dei Paesi membri
a 25, si tira dietro molte problematiche di livello politico
ed economico, dal momento che la maggior parte dei nuovi membri
un tempo [ovvero, ai tempi della Guerra Fredda; ndt]
apparteneva al ‘blocco orientale’, ragion per
cui essi – per economia, condizioni di vita ed assetto
politico – presentano insanabili differenze rispetto
ai Paesi che hanno aderito per primi all’Unione.
Si spera, d’altro canto, che quest’espansione
sia foriera, in Europa, di stabilità politica ed economica:
la ripresa economica dei nuovi Stati membri appianerà
progressivamente il divario di ricchezza tra l’Est e
l’ Ovest.
Intanto, ancora non si è giunti ad un accordo sulla
nuova costituzione [lege fundamentali]: i punti di
attrito riguardano soprattutto il problema della ponderazione
dei voti nel consiglio dei ministri e il numero dei commissari
[c’è chi si oppone al meccanismo di ‘doppia
maggioranza’ e chi propone una (cosiddetta) ‘commissione
compatta’, con soli 15 commissari ‘pesanti’
con diritto di voto; soluzione, quest’ultima, ovviamente
osteggiata dai membri di minore entità; ndt].
Pertanto, serpeggia il timore che questo allargamento sia,
invero, l’inizio della fine per l’UE, giacché
essa, benché allargata a 25 Stati, si trova ad esser
retta dalle stesse ‘regole di cooperazione’ stabilite,
in principio, dai 6 Paesi fondatori [ovvero: Italia, Germania,
Francia e Benelux; i timori, insomma, sono che in un’Europa
così ‘affollata’ si creino situazioni a
doppia velocità, soprattutto economica, e che l’intera
struttura organizzativa, già messa a dura prova nell’Europa
dei 15, ora collassi definitivamente; ndt].
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>>> MEMORIA CLADIS
CHERNOBYLIENSIS.
In Ucraina clades Chernobyliensis, quae fuit abhinc duodeviginti
annos, in memoriam revocata est.
Calamitas illa funestissima accidit, cum reactorium electrificinae
displosum sordes nucleares in magnam Europae partem dispergeret.
Hodie quoque in Ucraina plus duae miliones civium morbis radiatione
nucleari effectis laborant. [Nuntios Latinos 30.04.2004
redegit Tuomo Pekkanen - © Copyright Finnish
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Oy]
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>>> IN RICORDO DEL DISASTRO DI CHERNOBYL.
In Ucraina, s’è celebrato il triste anniversario
del disastro di Chernobyl, avvenuto 18 anni or sono: un disastro
di portata elevatissima, giacché, in seguito all’esplosione
del reattore d’una centrale, una nube radioattiva si
sparse su buona parte dell’Europa. A tutt’oggi,
in Ucraina, più di 2 milioni sono coloro che soffrono
ancora gli effetti della radiazione nucleare.
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le notizie
in latino sono redatte, con scadenza settimanale, da Reijo Pitkäranta
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