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>>> POLONI UNIONEM
COMPROBAVERUNT.
Septimana vergente suffragium populare in Polonia factum est,
quo cives sententiam rogati sunt, an patriam ad Unionem Europaeam
adiungendam esse censerent necne. Sexaginta fere centesimae
civium ad urnas accesserunt. Ex eis prope octoginta centesimae
pro Unione sententiam dederunt.
Poloni enim ab Europa libertatem, securitatem, prosperitatem
exspectant.
Eventu suffragii popularis palam facto praesidens Poloniae
Alexander Kwasniewski monuit patriam suam in Unionem Europaeam
accedendo in familiam Europae reverti.
Inter praesidentatum eius Polonia, quae antea civitas satelles
fuerat Unionis Sovieticae, cum NATOne sive Confoederatione
Atlantica iam coniuncta est.
Summus fautor Unionis Europaeae fuit papa Ioannes Paulus II,
qui censebat Poloniae, cum membrum esset Unionis, iustitiam
historicam allatum iri. Multi autem ex Polonis, quorum maior
pars sunt fideles catholici, legem Unionis fundamentalem vituperaverunt,
quod in illa nulla mentio Dei et traditionis Christianae esset.
Ad easdem vituperationes accessit praesidens Kwasniewski,
quamvis atheus et communista, cum confessus est templum Christianum
semper fuisse medium aedificium omnium urbium Europaearum
neque mores Christianos ab antiquitate traditos esse neglegendos.
Alii autem mutationibus oeconomicis cum Unione futuris sollicitantur.
[Nuntios Latinos 13.6.2003 redegit Tuomo Pekkanen
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>>> IL SI’ DEI POLACCHI ALL’UNIONE EUROPEA.
Sul finire della (scorsa) settimana [7-8 giugno; ndt],
in Polonia, s’è tenuto il Referendum popolare
per decidere sull’adesione del Paese all’Unione
Europea. Quasi l’80% dei votanti – su un’affluenza
alle urne del 60% circa rispetto agli aventi diritto –
s’è espresso per il sì: i Polacchi, in
effetti, si aspettano dall’Europa libertà, sicurezza,
prosperità economica.
A spoglio avvenuto, il presidente polacco Kwasniewski [nella
foto, al momento del voto, con la consorte] ha commentato
il risultato dicendo che l’ingresso del Paese nell’UE
segna “il ritorno della Polonia alla famiglia europea”.
Sotto la sua presidenza, la Polonia – ex paese-satellite
dell’URSS – è entrata già nella
NATO [marzo 1999; ndt], ovvero nell’Organizzazione
del Trattato del Nord Atlantico.
Tra i più accesi sostenitori dell’ingresso nell’UE
anche papa Giovanni Paolo II: “un atto di giustizia
storica”, secondo il Pontefice. Tuttavia, molti polacchi
(la Polonia è a maggioranza cattolica) hanno criticato
la mancanza di qualsivoglia accenno a Dio o alla tradizione
cristiana all’interno della bozza costituzionale dell’UE.
Critiche condivise dal presidente Kwasniewski, il quale –
benché ateo e comunista – ha riconosciuto il
ruolo centrale della Chiesa in Europa e la necessità
di non trascurare il patrimonio morale cristiano. Ma alla
base dell’euforia del sì anche prospettive di
mutamento dell’economia di mercato.
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>>> MUSEUM BAGDATENSE
APERIETUR.
Museum archaeologicum Bagdatense, quod bello Iraquico confecto
a latronibus vastabatur, mense Iulio rursus aperietur. Maior
pars rerum pretiosarum, quae interisse putabantur, repertae
sunt. Nam administri et operarii musei multas collectiones
historicas ante bellum in cellis clandestinis aut domibus
suis abscondiderant. Antea circiter centum septuaginta milia
rerum expositarum perisse aut furto ablata esse aestimabantur.
Nunc autem, rebus absconditis in museum restitutis, non plus
quam tria milia desunt. Ex thesauris historicis maioris momenti
tantum triginta tres nondum reperti sunt, inter eos tabulae
antiquissimae litteris cuneatis scriptae. [Nuntios
Latinos 13.6.2003 redegit Tuomo Pekkanen - ©
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>>> RIAPRIRA’ IL MUSEO DI BAGHDAD.
Il Museo Archeologico di Baghdad, saccheggiato sul finire
del conflitto iracheno, riaprirà a Luglio. La maggior
parte dei suoi tesori, ritenuta in un primo momento irrimediabilmente
perduta, è stata recuperata. Infatti, gli addetti e
i custodi del museo avevano occultato [a scopo precauzionale],
già prima della guerra, molte reliquie in stanze segreti
o nelle proprie case. Mentre, all’inizio, la stima dei
reperti storici distrutti o trafugati s’aggirava intorno
alle 170mila unità, ora, una volta restituito al museo
il materiale nascosto, s’aggira a non più di
3mila unità. E solo 33 dei tesori storici più
rilevanti non sono stati ancora recuperati: tra essi, tavole
antichissime incise in caratteri cuneiformi.
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>>> MUMIA NEFERTITIS
REPERTA.
Archaeologi Britanni credunt se mumiam Nefertitis repperisse,
quae pulchritudinis fama per totum orbem antiquum erat clarissima.
Fuit coniux pharaonis Achenatenis, qui quarto decimo saeculo
ante Christum natum in Aegypto regnavit.
Cella, quod sepulcrum Nefertitis esse creditur, post investigationes
duodecim annorum in Valle Regum prope Thebas inventa est.
Post mortem Achenatenis et Nefertitis Aegyptii propter controversias
religiosas nomina eorum ex monumentis deleverunt. Ideo de
mumia a Britannis reperta disputatio orta est, quia quidam
viri docti non credunt Nefertitim, quae gratiam popularem
iam ante mortem perdidisset, in Valle Regum sepeliri potuisse.
[Nuntios Latinos 13.6.2003 redegit Tuomo Pekkanen
- © Copyright Finnish
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>>> TROVATA (?) LA MUMMIA DI NEFERTITI.
Gli archeologi inglesi sostengono d’aver riportato alla
luce la mummia di Nefertiti, la bellissima moglie –
e, come tale, famosa già a suo tempo in tutto il mondo
– del faraone Akhenaten, che regnò in Egitto
nel XIV sec. a.C. [nell’immagine, un busto della
faraona]. La stanza segreta, ritenuta appunto sepolcro
di Nefertiti, dopo 12 anni di ricerche, è stata scoperta
nella Valle dei Re, nei pressi di Tebe. Dopo la morte di Akhenaten
e di Nefertiti, gli Egiziani – in seguito a lotte religiose
– avevano sancito la damnatio memoriae di entrambi [ispirandomi
alle parole dell’egittologo italiano F. Tiradritti (vd.
oltre), generalizzo così l’appunto specifico
del redattore, cogliendo l’occasione per un rapido accenno
a questa consuetudine nel mondo antico romano: la “damnatio
memoriae” era la distruzione di ciò che una persona,
particolarmente odiata, aveva fatto in vita; essa faceva parte
delle pene che colpivano la maiestas e prevedeva che il praenomen
del condannato non si tramandasse in seno alla sua famiglia,
che le sue immagini venissero distrutte e il suo nome cancellato
dalle iscrizioni (nomina eorum ex monumentis deleverunt);
ndt].
Ragion per cui, è sorta una querelle a riguardo dell’effettivo
identikit della mummia rinvenuta dagl’Inglesi, dato
che alcuni esperti negano recisamente l’eventualità
di una sepoltura, nella valle dei Re, di Nefertiti, ch’era
caduta in disgrazia presso il popolo già prima della
sua morte [nel novero degli scettici, anche il sopra menzionato
Tiradritti, il quale, in un articolo su “Repubblica”,
precisa: “Su Nefertiti, come su tutti gli altri membri
della famiglia di Akhenaton, dovrebbe essere stata decretata
la damnatio memoriae, dunque della sua mummia si dovrebbe
essere cancellato il ricordo. Se a Tebe si fosse trovata la
tomba di Nefertiti o qualcosa che la ricordi, allora si potrebbe
pensare che la sua mummia sia stata poi spostata. Ma a Tebe
Nefertiti non c’è proprio, per quel che ne sappiamo
la tomba di Nefertiti è ad Amarna, dove viveva. I faraoni
venivano mummificati con le braccia conserte. Entrambe. Invece
il braccio sinistro della ‘govane donna’ è
tutto disteso lungo il corpo”; di parere opposto l’egittologa
newyorkese Joanne Fletcher, che riassume, su “La stampa”,
i particolari che confermerebbero la sua straordinaria scoperta:
“Gli indirizzi erano una parrucca conservata in una
teca al museo del Cairo e il doppio piercing a un orecchio.
Ma addosso alla mummia riportata alla luce per la seconda
volta in più di un secolo c’erano altri segni
della leggendaria leggenda (sic) di Nefertiti: il lungo e
delicato naso, quasi senza soluzione di continuità
rispetto alla fronte, la mascella quadrata ed elegante, il
collo slanciato”; ndt].
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le notizie
in latino sono redatte, con scadenza settimanale, da Reijo Pitkäranta
e Tuomo Pekkanen - © Copyright Finnish
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le mie traduzioni e le mie note sono copyleft - Bukowski
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