>>> KOFI ANNAN VIM PRAEVENTIVAM DAMNAVIT.

In conventu Nationum Unitarum die Martis habito Kofi Annan, secretarius generalis, doctrinam militaremdamnavit, qua nixi Americani bellum Iraquiae intulerunt. ”Consilium securitatis”, inquit, ”considerare debet, quid sentiat de casu, in quo singulae nationes vim praeventivam alicui civitati inferunt, quam sibi imminere censent.” Etiam praesidens Jacques Chirac nationes vituperavit, quae neglecta sententia Nationum Unitarum vim adhibent. Nec Annan neque Chirac Americanos nomine nominavit, etsi perspicuum fuit verba eorum ad bellum ab Americanis Iraquiae illatum attinuisse. George W. Bush, praesidens Americanus, affirmavit Americanos recte fecisse, cum in Iraquiam invaderent. Nunc autem tempus adesse, quo ceterae nationes Iraquiae restituendae opem ferrent. Neque tamen Bush Nationibus Unitis in Iraquia administranda eam potestatem promisit, quam ceterae nationes desiderant. Censebat summam potestatem ipsis Iraquianis non celeriter et temere, sed ordine et rationibus democraticis observatis transferendam esse. [Nuntios Latinos 26.9.2003 redegit Tuomo Pekkanen - © Copyright Finnish Broadcasting - Yleisradio Oy]

>>> FERMA CONDANNA DI KOFI ANNAN ALLA “GUERRA PREVENTIVA”.

All’Assemblea generale dell’ONU, riunitasi martedì [23 settembre; ndt], il segretario generale Kofi Annan [qui fotografato durante il suo intervento] ha espresso ferma condanna della “dottrina della guerra (preventiva)” che ha spinto gli Usa all’intervento armato in Iraq. “Il Consiglio di Sicurezza – ha puntualizzato Annan – ha bisogno di valutare come interagire con l’eventualità che Nazioni individuali possano utilizzare la forza in via preventiva contro Paesi considerati presunte minacce nei loro confronti”.
Anche il presidente (francese) Jacques Chirac ha sferrato un duro attacco contro quelle Nazioni che, scavalcando la linea politica dell’ONU, ricorrono all’uso della forza.
Né Annan né Chirac hanno fatto, in modo esplicito, il nome degli Usa, anche se era sottinteso il riferimento all’intervento armato statunitense in Iraq.
Di contro, il presidente americano George W. Bush ha pienamente giustificato l’invasione Usa dell’Iraq, ed ha sottolineato ch’è giunto il momento che anche le altre Nazioni collaborino al piano di ricostruzione democratica del Paese iracheno. Bush, tuttavia, non ha assicurato all’Onu quel ruolo attivo, nell’amministrazione dell’Iraq, cui invece aspirano le altre Nazioni, ma si limitava a considerare l’autogoverno iracheno una soluzione da attuare non con avventatezza e sconsideratezza, bensì solo dopo che siano stati assicurati il ristabilimento dell’ordine e l’osservanza dei princìpi democratici.