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>>> SADDAM CONTUMAX.
In colloquio interrogatorio societatis televisificae CBS Saddam
Hussein, praesidens Iraquiae, affirmavit se in patria mansurum
neque in exsilium iturum esse, licet bellum oreretur. Neque
sibi ullam cum Osama bin Laden necessitudinem intercedere.
Missilia al-Samoud, quippe quae decreta Nationum Unitarum
non violarent, ab Iraquianis non deletum iri. [Nuntios
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>>> SADDAM NON DEMORDE.
In un'intervista rilasciata al network CBS, il leader iracheno
Saddam Hussein ha ribadito la propria ferma intenzione e volontà
di rimanere in patria e di non andare in esilio, in caso di
guerra. Ha inoltre smentito ogni (presunto) legame con Osama
Bin Laden. Ha infine confermato che il regime iracheno non
procederà [come espressamente richiesto, invece,
dal capo degli ispettori Hans Blix, ndt] alla distruzione
dei missili al-Samoud, dato ch'essi non contravvengono alle
risoluzioni ONU [questi missili, a breve gittata ed a
propellente liquido, non sono ritenuti pericolosi in quanto
tali, bensì piuttosto perché sarebbero in grado
di volare al di là dei 150 chilometri… consentiti
(!); ndt].
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>>> DISCRIMEN COREAE
SEPTENTRIONALIS.
Americani volunt, ut controversia de programmate nucleari
Coreae Septentrionalis in consilio multilaterali componatur.
Nationes autem sociae malint eos bilateralia de hac re colloquia
cum Coreanis Septentrionalibus incipere. Colin Powell, minister
a rebus exteris Americanorum, significavit Americanos ad auxilium
oeconomicum haud exiguum illis suppeditandum paratos fore.
Neque illud auxilium ullo modo de programmate nucleari reprimendo
et componendo dependere, dummodo vigilaretur, ut cibaria egentibus
iuste distribuerentur. Hoc anno Americanos quadraginta milia
tonnarum daturos et, si necesse esset, praeterea sexaginta
tonnarum milia cibariorum in Coream Septentrionalem mittere
paratos esse.
Coreani autem Septentrionales Americanos speculationis accusant.
Aeroplanum illorum in spatium suum aerium supra mare Iaponicum
penetravisse et ibi multas per horas speculandi causa mansisse.
Idem aeroplanum iam antea in eadem regione circumvolavisse,
ut destinata potiora exploraret. Illas fuisse provocationes,
ex quibus res graviores facile sequerentur. [Nuntios
Latinos 28.2.2003 redegit Reijo Pitkäranta -
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>>> LA CRISI NORDCOREANA.
Gli USA caldeggiano un progetto di "mediazione multilaterale"
[per la comprensione di questa strategia americana, clicca
sull'immagine a lato] per disinnescare la crisi sorta
a riguardo della ripresa del programma nucleare propugnato
dalla Corea del Nord [in particolare, la crisi è
generata dalla decisione unilaterale di Pyongyang di riattivare
i propri reattori nucleari; ndt]. Di contro, le nazioni
"cugine" [s'intende, da un punto di vista politico,
vicine alla Corea; in questo frangente, soprattutto la Cina;
ndt] preferiscono che gli Usa intavolino, sulla questione,
colloqui bilaterali con la compagine nordcoreana. Colin Powell,
Ministro degli Affari Esteri statunitense [altrimenti
detto Segretario di Stato, ndt] ha dato ad intendere
che gli Usa sono disposti e pronti a fornire un consistente
aiuto economico ai coreani [illis]; aiuto economico che prescinde,
in ogni modo, dalla questione relativa alla dissuasione nucleare,
purché sia garantita una corretta distribuzione delle
derrate alimentari all'indigente popolazione (coreana).
Durante l'arco del presente anno, gli Americani forniranno
40mila tonnellate di derrate alimentari e, qualora necessario,
provvederanno ad inviarne, in Corea del Nord, altre 60 mila.
I Coreani, dal canto loro, accusano gli Usa di spionaggio
militare: (affermano che) un loro aereo(spia) ha violato lo
spazio aereo sulle acque giapponesi, rimanendo in volo su
quelle zone molte ore, per compiere operazioni di spionaggio.
Lo stesso aereo aveva già in precedenza compiuto missioni
di volo nella stessa zona, per intercettare obiettivi di rilevante
interesse (militare). Tali provocazioni potrebbero facilmente
scatenare conseguenze ben gravi!
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>>> TABACUM IN BHUTANIA
VETATUR.
Bhutania, parvum regnum Asiae in meridiem vergentis, inter
Tibetum et Indiam situm, est prima civitas, in qua usus et
commercium tabaci vetita sunt. Causa erat, quod praesertim
iuvenes Bhutaniani in sigarella marihuanam et hasisum addere
solebant, quo factum est, ut usus illarum drogarum augeretur.
Magistratus Bhutaniani credunt sibi brevi tempore contingi,
ut tabacum ex tota civitate tollant et deleant.
In orbe terrarum, ut aestimat Ordo Mundi Sanitarius (WHO),
singulis annis quaternas hominum miliones tabaco mori. Proximis
viginti vel triginta annis transactis mortalitatem tabacariam
fore quotannis iam denarum milionum. [Nuntios Latinos
28.2.2003 redegit Reijo Pitkäranta - ©
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>>> IN BHUTAN TABACCO DICHIARATO ILLEGALE.
Il Bhutan - una piccola monarchia (costituzionale) dell'Asia
meridionale, tra il Tibet e l'India [cui è legata
per la politica estera e per la difesa; il Bhutan, di popolazione
prevalentemente nepalese e buddista, è indipendente
dal 1953; ndt] - è (in assoluto) il primo Paese
(al mondo) nel quale è stato dichiarato illegale l'uso
e il commercio di tabacco. Il motivo scatenante di questa
risoluzione scaturiva dalla cattiva abitudine, da parte della
fascia più giovane della popolazione, di adulterare
le sigarette con marijuana ed hashish, stimolando in tal modo
la dipendenza da tali droghe.
La Magistratura del Bhutan si ritiene convinta di riuscire,
in breve tempo, a eliminare del tutto il tabacco dall'intero
Paese.
Secondo le stime dell'Organizzazione Mondiale della Sanità
(WHO) [acronimo dell'anglofono World Health Organization;
ndt], ogni anno il tabagismo miete 4 milioni di vittime.
Nei prossimi 20-30 anni, l'ammontare annuo dei morti per tabagismo
toccherà i 10 milioni.
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le notizie
in latino sono redatte, con scadenza settimanale, da Reijo Pitkäranta
e Tuomo Pekkanen - © Copyright Finnish
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le mie traduzioni e le mie note sono copyleft - Bukowski
la ricerca iconografica è stata effettuata tramite l'apposita
sezione di arianna.it
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